Colpiscono l’occhio e l’immaginazione i 2500 giovani che anche quest’anno sono
sbarcati a Palermo il 23 maggio, provenienti da diverse città d’Italia, per
ricordare i magistrati “eroi” Falcone e Borsellino e le loro idee che dopo la
loro morte dovrebbero continuare a camminare su altre gambe. Una marea colorata
di ragazzi che incoraggia i magistrati, dice infatti Ingroia dal palco montato
davanti all’“albero Falcone”: “… quando noi vediamo che siete così tanti ci
sentiamo più convinti che l'Italia può cambiare nonostante i cattivi modelli
che vengono dall'alto” riferendosi alla politica che “non sempre è all’altezza
di questo testamento”.
E questi giovani, tra il divertimento per la gita tutta particolare e la
serietà dell’impegno che questo evento comporta, a volte un po’ impacciati,
ripetono le frasi fatte sull’eroismo dei magistrati, sul loro sacrificio per
noi, contro la mafia e per la legalità… le idee insomma della lotta alla mafia,
per liberare le istituzioni dalla mala pianta, affinché trionfi la legalità!
Se la politica è fatta di cattivi modelli questi magistrati sono “cattivi
maestri” perché con tale operazione la borghesia di questo paese da qualche
anno, forte dell’affermazione dello scrittore Bufalino - la mafia si sconfigge
con un esercito… di insegnanti - che dovrebbero indottrinare un esercito di
ragazzi, cerca di convincere i giovani che lo Stato in fondo è sano, se non
fosse appunto per la parte malata!
I magistrati come Ingroia e Grasso si sforzano di seminare illusioni sulla
bontà della legalità (per non parlare della grande ipocrisia della sorella di
Falcone, che fa parte di quella brutta schiera di parenti che diventano
protagonisti grazie alla morte dei loro congiunti, che nella difesa di questo
Stato si accanisce), vogliono sinceramente convincere che se non fosse per la
mafia, tutto sommato le cose andrebbero meglio.
No, non è per quella che chiamano mafia che ci sono migliaia di morti all’anno
sul lavoro, non è per la mafia che i vari governi tentano di riprendersi tutti
i diritti conquistati dalla classe operaia… non è per la mafia che il
proletariato di questo paese si impoverisce ogni giorno di più da ogni punto di
vista… non è per la mafia che lo Stato italiano è impegnato nelle guerre contro
i popoli del mondo… QUESTO è lo STATO: politica/mafia/economia/affari sporchi…
e questo i magistrati, che proprio così ingenui non possono essere, lo sanno! E
provano, circondati dal calore dei giovani volenterosi e delle associazioni
democratiche, a far la loro parte in un mare di contraddizioni (a 18 anni dalle
stragi non si sa ancora niente del famoso terzo livello!), e approfittano di
queste occasioni per dire che non sono d’accordo con ciò che fa il governo.
Dice, infatti, Grasso: 'Difenderemo il valore dell'indipendenza e
dell'autonomia della magistratura dal potere esecutivo'… 'L'indipendenza della
magistratura non e' un privilegio di casta… Crediamo ancora che in Italia si
possano processare anche colletti bianchi e corruttori di chi ricopre pubbliche
funzioni'… 'noi magistrati andremo avanti a tutta forza con rigore, sebbene con
mezzi e risorse limitati, a cercare la verità sulle stragi di Capaci e via
d'Amelio e sulle bombe di Roma, Firenze e Milano'… 'non solo la mafia aveva
interesse a eliminare Giovanni Falcone. Lui non voleva combattere la mafia e
l'illegalità a metà, le voleva eliminare dalle fondamenta. Voleva tagliare le
relazioni tra la mafia e gli altri poteri. E su questo le indagini sono ancora
attuali...”
La risposta dello STATO in cui Grasso ripone la sua fiducia è la legge sulle
intercettazioni, un altro passo concreto verso il moderno fascismo.
Ma quale legalità! Nessuna illusione! Fiducia nelle istituzioni non ne
abbiamo, si grida in tanti altri cortei…
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