Dopo avere partecipato al Congresso degli immigrati, a cui abbiamo portato la proposta della Rete per la sicurezza sul lavoro per una campagna contro le morti sul lavoro degli immigrati, abbiamo continuato a sollecitare proprio gli immigrati per costruirla assieme. Dal palco del 17 ottobre a Roma questo era un tema molto sentito dai proletari immigrati su cui agire e mobilitare.
Responsabile della commissione lavoro del congresso era Abubakar Soumahaka, oggi intervistato dal quotidiano Il Fatto all'interno dell'articolo sulla nascita del un nuovo sindacato di base, l'USB, di cui è uno dei dirigenti. Il titolo è: "la sfida dell'usb alla cgil". Bene. Dopo il congresso degli immigrati avevamo sostenuto che questo movimento avrebbe fatto passi in avanti se andava fino in fondo nell'autonomia da partiti e sindacati confederali e di base (questi ultimi egemonizzati dalla piccola borghesia impiegatizia).
Nelle dichiarazioni di Abu però non c'è traccia della campagna contro le morti degli immigrati nei luoghi di lavoro su cui il congresso era d'accordo e il suo sindacato, l'USB, nella serie di scioperi proclamati, la ignora completamente.
Possono coesistere le rivendicazioni dei proletari immigrati con la linea burocratico-impiegatizia del nuovo sindacato di "servizio"?
prolcomra
25/05/2010
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