Prato. Ennesima aggressione di lavoratori in lotta ...
Domenica sera alcune persone hanno aggredito i lavoratori in presidio a un ristorante di Prato, usando bottiglie di vetro. In 6, tra cui un sindacalista, sono state feriti e hanno fatto ricorso a cure ospedaliere. È la 4^ aggressione da settembre e l’ennesima negli ultimi 2 anni contro gli scioperi di protesta sulle pessime condizioni di lavoro. La novità: la protesta non riguarda solo ditte di abbigliamento, ma anche il settore della ristorazione.
Il presidio era organizzato al ristorante cinese 'La Scintilla'.
I lavoratori, in prevalenza pakistani e bengalesi, stavano protestando da 10 giorni, costretti a lavorare 12 ore al giorno con contratti in nero. Avevano coinvolto il Sudd Cobas, il sindacato che rappresenta molti lavoratori, dopo che nelle scorse settimane lavoratori di altri locali avevano manifestato tra Prato e Firenze, ottenendo un miglioramento delle condizioni di lavoro.
Il presidio stava svolgendo come nei giorni precedenti, con i manifestanti fuori dal ristorante. Intorno alle 21.30 due individui sono usciti dal locale afferrando un lavoratore per trascinarlo dentro con la forza, con i manifestanti in soccorso per fermarli.
A quel punto i titolari del ristorante sono usciti e hanno aggredito i manifestanti. I feriti più gravi sono
Il presidio fa parte della campagna del Sudd Cobas rivolta al settore della ristorazione. Finora i molti presidi sono stati organizzati nel distretto dell’abbigliamento e del tessile di Prato. I problemi si concentrano nel primo, in cui lavorano aziende di confezionamento di abiti a conduzione cinese, ma sono problemi che non riguardano solo ditte cinesi: a settembre la titolare dell’azienda italiana 'Alba', che si occupa di cucire e stirare capi di abbigliamento per conto di diversi marchi di moda, ha insultato e preso a calci e pugni alcuni lavoratori in presidio.
Sulla vicenda di Alba il Sudd Cobas ha avviato una trattativa inedita per Prato, perché per la prima volta stanno partecipando alle discussioni anche alcuni marchi di moda. Sono le aziende che stanno a capo della filiera produttiva e che commissionano lavori ad altre società, che a loro volta li appaltano a piccole ditte, in cui spesso i lavoratori vengono sfruttati.
La nuova campagna è stata ideata dopo che, nei mesi scorsi, i dipendenti di un ristorante di sushi a Calenzano (Fi), si sono rivolti al sindacato denunciando condizioni lavorative degradanti. La campagna ha riguardato lavoratori impiegati in 4 ristoranti, a Campi Bisenzio e Prato, che dopo gli scioperi sono stati regolarizzati. COORDINAMENTO LAVORATRICI E LAVORATORI AUTOCONVOCATI PER L'UNITA' DELLA CLASSE
Prato: bottigliate in testa contro i lavoratori in sciopero
Dopo gli episodi dello scorso settembre e novembre, continuano le aggressioni ai lavoratori di Prato e ai sindacalisti di Sudd Cobas. Questa volta, la protesta riguardava il settore della ristorazione, una novità per la lotta sindacale, rimarca lo stesso sindacato: i lavoratori erano in presidio davanti al ristorante cinese “Scintilla” di Via Galcianese per contestare i turni di lavoro massacranti, da 12 ore al giorno: «Il solito copione di diritti negati che dal distretto moda sconfina anche nelle cucine e nelle sale dei ristoranti», spiega un comunicato del gruppo. Lavoratori e sindacalisti sono stati presi a bottigliate di vetro in testa, riportando ferite che li hanno portati in ospedale: questa notte, sei delle persone colpite erano ancora in ospedale. Sudd Cobas porta avanti da tempo una lotta trasversale, che coinvolge diversi settori lavorativi di Prato; quella di ieri, è la quarta aggressione negli ultimi tre mesi, e la terza se si contano solo gli ultimi trenta giorni.
L’ennesima aggressione ai lavoratori di Prato sostenuti da Sudd Cobas è avvenuta ieri, 14 dicembre, nella sera. I lavoratori stavano tenendo un presidio davanti al ristorante, da dieci giorni al centro di una agitazione sindacale contro i turni di lavoro massacranti, i contratti a nero e le condizioni di lavoro precarie. Attorno alle 21:30, due uomini sono usciti dal ristorante e si sono diretti da un lavoratore, strattonandolo e cercando di portarlo di peso all’interno del locale; i manifestanti hanno cercato di fermarlo, ma i titolari del ristorante sono usciti dal locale armati di bottiglie, aggredendoli. Il comunicato del sindacato, rilasciato a notte tarda, riportava che sei dimostranti si trovavano ancora in ospedale, due dei quali – un lavoratore e un sindacalista – feriti dalla rottura delle bottiglie di vetro con le quali erano stati colpiti.
Sudd Cobas porta avanti da tempo una lotta nei diversi ambiti produttivi e lavorativi della città di Prato, ma solo recentemente ha lanciato l’istanza nel settore della ristorazione. La nuova campagna è stata avviata dopo che i dipendenti di un ristorante di Calenzano, comune fiorentino confinante con Prato, si sono rivolti al sindacato per denunciare le condizioni di lavoro degradanti; fino a ora, la campagna ha interessato quattro ristoranti, due dei quali hanno stabilizzato i lavoratori. Dopo l’aggressione, più di un centinaio di operai della zona hanno raggiunto il presidio, dando vita a una manifestazione spontanea di solidarietà; per la giornata di oggi è previsto un ulteriore presidio in Via Galcianese, che si terrà alle ore 18, con lo scopo di riaffermare il diritto di sciopero.
Non è la prima volta che i lavoratori di Prato rappresentati da Sudd Cobas vengono aggrediti dai propri datori di lavoro. Negli ultimi mesi era già successo tre volte. Un caso noto è quello di settembre, quando un gruppo di operai di una stireria industriale era stato raggiunto in presidio dalla proprietaria dello stabilimento, che ha distrutto i gazebi e preso a calci e pugni i lavoratori; un altro risale a metà novembre, quando il presidio dei lavoratori di un centro di distribuzione all’ingrosso dell’abbigliamento è stato aggredito da un folto gruppo di persone tra cui si trovavano anche i proprietari del centro; in quell’occasione, sono stati colpiti anche gli agenti di polizia che vigilavano sul presidio. Proprio quello del tessile risulta il settore in cui il sindacato è maggiormente attivo: i lavoratori denunciano turni di lavoro da 12 ore al giorno 7 giorni su 7, con contratti spesso a nero e stipendi da fame.

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