Mentre bambini, anziani muoiono a Gaza, sotto altre bombe, quelle delle piogge torrenziali, dell'acqua, fango che entra nelle tende e distrugge tutto, anche quel pochissimo di riparo che c'era, le "bombe" del freddo e, sempre, della fame, delle malattie - e tutto questo orrore/genocidio che continua, i luridi nazisti israeliani, il mostro Trump, la fascista Meloni e i suoi amici imperialisti in Europa, lo chiamano "pace";
mentre gli osceni governanti del nostro paese gozzovigliano peggio che nei banchetti dell'antica Roma, ballano con cantanti e attori prezzolati e contenti di avere al governo chi li fa campare nonostante la loro miseria culturale, mentre Meloni e company ridono come iene, e hanno fatto di Atreju una fiera da film da horror o del peggiore film grottesco, e a questo banchetto hanno chiamato e sono andate tutte le cosiddette "opposizioni" (meno il PD ma perchè aveva da ricompattarsi al suo interno), e questa fiera si è svolta, con spreco enorme di soldi pubblici, sotto la "benedizione" del notaio Mattarella sempre più incline ad avallare aperte e continue illegalità e a buttare nel fango la stessa Costituzione;
A Melfi abbiamo sentito il "caldo sole", la voce di un ragazzo di Gaza che ci dice che i popoli, l'umanità non possono essere schiacciati, che nella più tragica realtà voluta dai morenti imperialisti comunque si sollevano, resistono, e uniti ai proletari, giovani, donne, solidali che combattono nel ventre della bestia imperialista, potranno prima o poi rovesciare questo barbaro mondo e costruire insieme un mondo nuovo di vera pace, giustizia e libertà.
Un messaggio, letto da una compagna di Napoli al presidio al carcere, è giunto da Gaza alla manifestazione del 13 per Anan e i prigionieri palestinesi - di questo abbiamo già pubblicato l'audio, ma ora riportiamo la lettera, perchè tutti leggano e si uniscano a chi sta lottando nel nostro paese.
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"So che forse non sentirete questo messaggio con la mia voce, ma viene dal mio cuore e spero che raggiunga i vostri cuori meravigliosi. Vi scrivo dalla mia fredda tenda dove la pioggia bagna tutto. Scrivo con le mani tremanti per il freddo, ma con il cuore caldo grazie al vostro sostegno e alla vostra solidarietà, perché so che continuate a pensare a noi.
Il mio cuore è stato scosso molte volte, ma continuo a cercare la speranza. La vita qui è diventata una prova di pazienza, forza e fede, una prova che nessuna famiglia dovrebbe mai sopportare. Ogni messaggio che inviate, ogni passo che fate per le strade d'Italia, ogni momento in cui schierate a favore di Gaza, tutto questo ci raggiunge come una piccola luce che attraversa il mare.
Ci ricorda che anche nei luoghi più bui ci sono persone che provano ancora sentimenti, che hanno ancora a cuore la nostra situazione. Vi parlo da un luogo che mi ha insegnato così tanto troppo presto, un luogo dove l'infanzia scompare rapidamente e dove ogni giovane impara ad
assumersi responsabilità molto più pesanti della sua età. Prima di tutto questo, le mie giornate erano semplici, piene di studio, lavoro e dei sogni che ogni giovane ha.Riparavo computer, realizzavo piccoli progetti e immaginavo un futuro in cui avrei potuto prendermi cura della mia famiglia con orgoglio. Vivevamo insieme, in una casa che ci faceva sentire al sicuro, con un padre la cui presenza rendeva il mondo stabile. La vita era tranquilla, la vita era dolce.
Poi il volto del mondo è cambiato dopo questo genocidio. Ho perso mio padre e mia nonna. La nostra casa è diventata solo un ricordo e le nostre risate sono diventate echi.
In un'età in cui avrei dovuto cercare le mie opportunità nella vita, la vita mi ha chiesto di portare sulle spalle l'intera famiglia dopo aver perso mio padre. Sono diventato colui che rappresenta tutti, colui che deve rimanere forte anche quando le forze vengono meno. Qualche settimana fa i miei amici in Italia hanno fatto delle donazioni per salvare la vita di mia sorella dopo che era rimasta ferita dai bombardamenti israeliani e ora sta bene.
Lei vi manda il suo affetto per averle salvato la vita. Il vostro sostegno ci ha raggiunto come un respiro caldo in una notte fredda. Avete marciato, avete alzato le vostre voci, vi siete interessati e la vostra gentilezza ha attraversato il mare per raggiungere la mia famiglia.
Il sostegno che avete raccolto per noi è diventato un ancora di salvezza a cui ci aggrappiamo con infinita gratitudine. Dentro di me vive un sogno silenzioso, il sogno di visitare un giorno il vostro bellissimo paese non come qualcuno che fugge dalla sua patria ma come qualcuno che cerca di dare alla sua famiglia la possibilità di respirare di nuovo. Immagino di sedermi con voi a condividere un piatto di pasta italiana ridendo davanti a una vera pizza italiana e vedendo la gentilezza che ho sentito da lontano proprio davanti a me.
E sogno anche di accogliervi qui un giorno in una Gaza pacifica in una casa ricostruita vicino al mare dove potremo mangiare pesce insieme sulla riva e ricordare che l'umanità può sopravvivere a qualsiasi cosa. Il vostro sostegno è più che solidarietà è una mano tesa verso un giovane che sta facendo del suo meglio per tenere unita la sua famiglia. È un promemoria che da qualche parte, lontano da qui ci sono ancora persone che provano sentimenti, che si preoccupano, che amano.
Continuare a sostenerci, i vostri cuori danno forza al mio. Con profonda gratitudine e speranza di incontrarvi presto, Barão".
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