Nuovi scontri all'Università tra studenti e polizia
“È ancora lecito contestare senza vedere teste rotte?”
Nuove tensioni al Campus, dove le forze dell'ordine hanno affrontato in assetto antisommossa alcuni giovani di sinistra che manifestavano con veemenza contro un evento organizzato dal FuanIeri il reparto mobile è stato schierato davanti all'aula dove era in corso una conferenza sulla questione armena alla presenza di una ventina di studenti di estrema destra del Fuan. Lì fuori era prevista la
contestazione degli studenti dei Collettivi di sinistra che volevano impedire lo svolgimento dell'evento. E la situazione è diventata incandescente."L'ingente e preventivo dispiegamento di forze dell'ordine in tenuta antisommossa negli spazi interni dell’Università, persino nei corridoi delle aule, ha richiamato l’attenzione di studentesse e studenti, che hanno reagito con una contestazione. È ancora lecito senza vedere teste rotte?", si chiede il deputato piemontese di Sinistra Italiana Marco Grimaldi. "A quanto pare la domanda è necessaria, visto che ieri la contestazione è stata di nuovo repressa con i manganelli".
"Il nuovo prefetto - conclude Grimaldi - mi pare abbia deciso di presentarsi a Meloni nel migliore dei modi. Noi crediamo che sia inaccettabile questo uso della forza nei confronti di ragazzi e ragazze senza alcun mezzo offensivo nei confronti degli agenti. Vergognatevi. Lunedì ne parliamo in aula alla Camera dei deputati. Statene certi, non staremo in silenzio".
"Durante la giornata di ieri, un movimento di ispirazione neofascista ha potuto tenere un evento nei locali del Campus Einaudi dell’Università di Torino con la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore di FdI Maurizio Marrone. Alla fine dell’incontro, il prevedibile scenario di violenza. Riteniamo che sia legittimo contestare, ma non lo sia nel momento in cui lo si fa in modo violento", commentano invece Samuele Moccia e Francesco Merlo di +Europa Torino. "Di fronte a un esito violento ma prevedibile - aggiungono - chiediamo al rettore Stefano Geuna quali siano, se esistono, le ragioni per le quali si consente a organizzazioni dichiaratamente neofasciste di usare l’Università di Torino come spazio di esercizio delle proprie attività politiche, considerando il fatto che l'antifascismo è un requisito necessario per essere riconosciuti nell'albo delle organizzazioni universitarie".
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