Il governo Meloni ha presentato questa settimana al Parlamento la legge di bilancio per il 2024, la cosiddetta "legge finanziaria". Doveva essere presentata il 20 ottobre, invece arriva con 10 giorni di ritardo sulla tabella di marcia, dopo essere passata di bozza in bozza. Siamo alla quarta bozza perché all'interno dei partiti di maggioranza non si è trovato un accordo su alcuni punti.
La manovra nel complesso è di 24 miliardi, 15 miliardi dovrebbero servire a coprire il costo di un anno del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori, cioè i circa 80 euro lordi al mese, per 14 milioni di lavoratori che nella sostanza sono una specie di "bonus Renzi" di vecchia conoscenza; 5 miliardi per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, se e quando questi contratti saranno rinnovati, che comunque sono assolutamente insufficienti perché non coprono né l'inflazione, il costo della vita, né la perdita di potere d'acquisto di tutti questi anni, come certificato dalle statistiche ufficiali; poi ci sono 3 miliardi per la sanità, ma anche qui, se si volesse raggiungere un minimo di spesa per evitare alcuni dei problemi enormi che ci sono nello sfascio sanitario ci vorrebbero almeno 10 miliardi, come dicono alcuni esperti che sono al di fuori del governo, cioè raggiungere il 7% del prodotto intorno lordo.
Ma tutto questo deve essere fatto in deficit, dice il governo, e cioè bisogna trovare i soldi per coprire
questi 24 miliardi, e questi 24 miliardi in genere si trovano con l'extra gettito e i tagli alle spese. Extra gettito significa trovare soldi con tasse che possono entrare nelle casse dello Stato e i tagli, previsti dalla Meloni e da Giorgetti, sono in particolare un 5% di taglio netto ad ogni ministero.Quindi si parla esplicitamente di altre tasse e di tagli. Da qui si dovrebbero trovare a trovare i soldi, ma ricordiamo che un taglio a monte di alcuni miliardi c'è stato già ed è il taglio del reddito di cittadinanza che non ha fatto altro che aumentare la quantità di povertà assoluta e relativa che c'è nel nostro paese: quella assoluta, raccoglie fra 5 e 6 milioni di persone.
Queste bozze che circolano, sono chiare per noi rispetto ad una cosa, che per proletari e masse popolari non c'è niente, anzi, non prendendo provvedimenti rispetto all'inflazione, e quindi al carovita, si abbassa oggettivamente ancora di più il potere d'acquisto; mentre ci sono di sicuro i soldi per i padroni. Bonomi si lamenta dicendo che alle imprese va solo l'8% di questa manovra, però nella sostanza vedremo come questi soldi sono molto, molto di più attraverso la quantità di fondi che viene data sotto mille facce ai padroni, grandi, medi e piccoli.
Quindi questo evidenzia un contrasto enorme tra le chiacchiere propagandistiche e false della Meloni e del suo governo e la realtà dei fatti.
I punti principali, più importanti di questa manovra che hanno avuto risalto nei giornali sono quelli che toccano direttamente le masse popolari, lavoratori e masse popolari.
Da un lato le pensioni, che diventano oggettivamente, a detta di tutti, un ritorno alla Fornero e basta! e quindi una difficoltà ad uscire dal mondo del lavoro se non in tarda età. La Fornero prevede i 67 anni, qui si cerca di dare un contentino alla propaganda di Salvini che alla fine ha portato a questo compromesso, di quota 103, cioè 62 anni e 41 di contributi, ma con diversi paletti, cosa che ne rinvierà l'applicazione; l'assegno di pensione sarà tutto calcolato, con il metodo contributivo, con un tetto mensile fino a 2.250 euro di importo. Ci sono le finestre, quindi anche ammesso che si siano raggiunti i requisiti, poi bisognerebbe aspettare 7 mesi nel privato e 9 mesi nel pubblico, allungando appunto ancora l'età di uscita.
C'è l'aspetto della "opzione donna" che viene prorogata, ma anche qui ci sono ulteriori difficoltà e paletti. E tutto quanto viene legato naturalmente alla questione dei figli. Per opzione donna nel 2004 ci sarà una stretta sul requisito di età, saranno richiesti 35 anni di contributi e 61 di età non più sessanta, che però calano appunto a 60 in presenza di un figlio o più figli.
Sull'Ape sociale, questa altra possibilità di lasciare il lavoro, avere un assegno ponte per lasciare il mondo del lavoro ci sono delle novità. Per accedere servivano 63 anni di età e 36 di contributi, mentre questa Legge adesso ne inasprisce ancora di più i requisiti, prevedendo un aumento della soglia d'età che nel 2024 sarà di 63 anni e 5 mesi. Per non parlare del futuro…
Per quanto riguarda i giovani che sono entrati al lavoro dopo il 1996, e che dovrebbero andare in pensione secondo le regole che stanno per essere messe in campo, dovrebbero aspettare fino a 71 anni con 5 anni di versamenti per andare in pensione!
Infine, bisogna ricordare comunque che ci sono 5 milioni di pensioni su 16 milioni complessivi che sono fino a 500 euro, cioè una miseria assoluta.
Dall'altro lato, questa manovra si accanisce sulle masse ma in particolare proprio sulla questione delle donne e della “famiglia”, come piace alla Meloni, perché l'IVA che era stata applicata per esempio sui pannolini, seggiolini ecc, e portata al 5% durante la pandemia, risale al 22%. E' previsto anche l'aumento per il latte in polvere per l'alimentazione dei bambini della prima infanzia e altri oggetti di consumo fondamentale. Per le donne c'è l'aumento dell'IVA sugli assorbenti e altri beni per l'intimità delle donne.
A tutto questo si aggiunge il taglio al fondo per i disabili di 400 milioni!
Questo quindi è un accanimento oggettivamente sulle masse popolari.
Altri tagli vengono fatti qua e là. Per esempio al cinema, 50 milioni, perché il cinema fa parte di quella sfera di propaganda su cui la Meloni vuole mettere le mani completamente, come ha fatto con la Rai e altro. Poi ci sono i tagli che aumenteranno le difficoltà oggettive delle masse popolari, che sono quelli agli Enti Locali. Le Regioni devono tagliare per forza almeno 350 milioni l'anno. I Comuni devono tagliarne 200 milioni, mentre le Province 50 milioni. Se già ora questi Enti lamentano che non hanno soldi per le esigenze fondamentali delle popolazioni, per le cose elementari, dall'immondizia alle strade, figurarsi con questi tagli che succederà.
Se pensiamo che l'inflazione si mangia già tutto, questi altri tagli, queste ulteriori tasse peggioreranno ancora di più le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori e delle masse popolari, di donne e giovani, tutto naturalmente per fare cassa.
Ma i padroni si lamentano. Cioè non solo questa finanziaria non prevede niente per le masse popolari, ma loro si lamentano dicendo che c'è poco in manovra per loro, ci sarebbe solo l'8%. Piangono miseria, come sempre, anche per l'aumento leggerissimo della cedolare secca per gli affitti di breve durata che passerebbe dal 21 al 26% per chi ha immobili da affittare: praticamente niente. Ma la questione è doppiamente falsa, perché è in corso, tra le iniziative del governo, una risistemazione di tutti gli incentivi destinati ai padroni che sono da loro calcolati incirca 7-9 miliardi l'anno, dati in tutte le forme: a fondo perduto, con sgravi fiscali, contributivi, ecc.; per non parlare dell'enorme quantità di cassa integrazione e di altri benefici per i padroni, compreso quello previsto in questa finanziaria dello sgravio dei soldi per il premio di produttività. E fra premio di produttività e aumento del tetto dei cosiddetti "fringe benefit", detassati, di fatto viene aumentata la quantità di lavoro gratis incamerato dai padroni con relativi profitti, che sono alle stelle in questo momento.
Ultima chicca, una specie di beffa, è che la tredicesima del 2024 non potrà beneficiare del taglio del cuneo fiscale, quindi questo taglio vale soltanto per quest'anno.
La Meloni e Giorgetti hanno "invitato" tutti i parlamentari, e naturalmente innanzi tutto quelli di maggioranza, a non presentare emendamenti per non perdere tempo nell'approvazione di questa finanziaria che agli occhi della borghesia dovrebbe dare ulteriori garanzie di un governo al loro servizio, mentre per noi, per i proletari, le masse popolari, è un’ulteriore conferma del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
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