martedì 2 maggio 2023

pc 2 maggio - Cronache 1 maggio a Torino


 

Un fantoccio di Giorgia Meloni con il braccio alzato nel saluto fascista, un altro che raffigura Ignazio La Russa con un manganello in pugno e altri ancora con diversi esponenti politici e di governo tra cui Matteo Piantedosi. Parte così il corteo del Primo maggio per le strade di Torino, insolitamente sotto una pioggia costante.  Il corteo sfila tra le strade del centro, tra canti della resistenza e cori contro Giorgia Meloni e il Governo. Una manifestazione con molte anime. Tanti  sono anche gli slogan contro la corsa agli armamenti, c'è uno striscione arcobaleno con la scritta «no alla guerra in Ucraina» in italiano, russo e inglese, uno in difesa delle donne iraniane ( «Donna, vita, libertà a sostegno delle donne iraniane»). Sotto i portici di via Roma suona anche la banda dei vigili urbani. 

I cori contro Meloni e il Governo

Il corteo sfila lento sotto la pioggia battente. In testa lo striscione: "Basta armi, fermiamo la guerra. Contro carovita e devastazione ambientale". E lo spezzone sociale scandisce lo slogan: "Fuori l’Italia dalla Nato, nessuna base nessun soldato".

Dagli uomini e le donne dello Spi Cgil si leva un coro contro il governo: "Meloni, Meloni hai rotto i ....".

In coda, il cosiddetto spezzone sociale, che porta un fantoccio della presidente del consiglio, con il

braccio teso a fare il saluto romano e il cartello “Oggi primo maggio, il governo lavora per voi. Briciole per i salari, tagli per i poveri». A fare da contorno, in una carnevalesca carrellata di caricature, il faccione di cartapesta del presidente del Senato Ignazio La Russa con una clava, e quelli del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del ministro Matteo Salvini.

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A fine corteo conquistano la piazza i giovani del Fronte della Gioventù comunista, i Cobas i No Tav, che salgono sul palco tra le note di De Andrè e cori contro Confindustria. In piazza San Carlo ci sono anche attivisti e militanti di Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Sinistra anticapitalista, Autonomia-Contropotere, No Tav, Si-Cobas

E come ultimo atto della manifestazione per il Primo Maggio, i manifestanti danno fuoco alle bandiere degli Stati Uniti e della Nato  in piazza Castello durante i comizi del cosiddetto spezzone sociale.

Le fiamme vengono appiccate anche a un vessillo dell'Unione Europea. "Il primo motivo per cui siamo qui - ha detto uno speaker - è dire 'No' alla guerra imperialista in Ucraina. Siamo contro l'invio di armi e siamo anche contro le sanzioni, che colpiscono i lavoratori e i disoccupati russi ma non i miliardari, che continuano a fare ciò che vogliono". Nel corso degli interventi dal palco vengono rivolte critiche anche al governo Meloni per "la cancellazione del reddito di cittadinanza" e le misure tendenti alla "precarizzazione" del lavoro.

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