venerdì 14 aprile 2023

pc 14 aprile - Taglio del 'cuneo fiscale' e lotta per il salario

Il Dpf del governo pretende attraverso il mini taglio al cuneo fiscale di aumentare i redditi “per i lavoratori dipendenti a reddito medio basso già da quest’anno”. Si tratta di un provvedimento obiettivamente insignificante che viene posto a copertura della richiesta, molto più vincolante invece e su cui Confindustria e padroni in generale, Banca d’Italia sono d’accordo e che fa da ‘cane da guardia’, che è quella della moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi, che poi in realtà significa che i prezzi saliranno, anche per l’inflazione, e i salari no. 

Quindi, combattere la demagogia del governo ha senso se siamo in grado di lanciare una lotta seria per il salario. In questo senso la richiesta di 300 euro di aumento salariale è obbligata e il lavoro dei comunisti e del sindacalismo classista e combattivo deve essere concentrato nel far partire questo movimento dalle fabbriche e dai posti di lavoro, come rivendicazione unica e principale della ripresa della lotta operaia e dei lavoratori. 

 

Su questo i sindacati confederali non ci stanno e tocca ai sindacati di base essere il vettore, tenendo conto, però, che il sindacalismo di base ha una presenza molto piccola in seno alle fabbriche e nella maggiorparte dei settori operai; per cui quando si dice “di base”, significa far partire dalle assemblee questa richiesta, da gruppi di operai che la sostengano e che possano influenzare anche una parte dello stesso sindacalismo confederale. 

Per questo un movimento di scioperi è una tappa importante per mobilitare l’intera classe.

Proclamazioni di ‘scioperi generali’ come fa l’Usb per il 26 maggio possono servire solo se collegati ad una prassi che va nella direzione che indichiamo.

Parole d’ordini: ”Facciamo come in Francia” che non si traducano in un movimento reale di lotta, attualmente sono puramente, a volte utilmente, propagandiste.

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