da contropiano
Oggi si esprimerà il Consiglio Costituzionale – organismo composto da nove “saggi” che monitora la costituzionalità delle leggi – sia sul discusso pacchetto di riforma pensionistica, licenziato dal Commissione Mista Paritaria (CMP) e approvato senza la votazione all’Assemblea Nazionale, sia sulla possibilità di avvio del Referendum di Iniziativa Condivisa (RIP) affinché l’età pensionabile resti a 62 anni.
Se l’esecutivo passasse indenne il giudizio del Consiglio, con una bocciatura parziale o un via libera, Macron avrebbe 15 giorni per promulgare la legge approvata.
Se il RIP venisse accettato, si avrebbero nove mesi per raccogliere 4,8 milioni di firme (un decimo degli elettori aventi diritto) per poi potere procedere effettivamente a un referendum.
La battaglia si sposterebbe, in parte, dalle piazze alle urne.
I settori più militanti del sindacalismo combattivo della CGT e di SUD chiedono un “cambio di passo” nella strategia dell’intersindacale, che raggruppa le otto organizzazioni dei lavoratori e 5 della gioventù. Non più singole giornate di sciopero, ma uno sciopero ad oltranza.
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