combattere contro il moderno fascismo è giusto e necessario
Forse questo lato dell’attività della Meloni e del suo governo, quello delle “riforme costituzionali”, in questo momento, si “vede” di meno, ma la Meloni è in piena attività anche su queste “riforme” che servono per accompagnare, insieme all’iperattivismo delle “missioni economiche”, la garanzia della difesa del sistema capitalista-imperialista italiano e dei profitti dei suoi padroni dell’industria e della finanza.“Il governo è fortemente determinato” dice la ministra Casellati, ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione, per approvare questa riforma che cambiando la Costituzione vuole introdurre il presidenzialismo, o il semi-presidenzialismo, alla francese o all’americana, non importa, l’importante per la Meloni è che ci sia un accentramento dei poteri nelle mani di chi è al potere, tanto che la proposta vede in campo “due opzioni”: o l’elezione del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio, basta che si arrivi, come si dice, all’“uomo solo al comando” che tanto piace ai fascisti.
“Le opzioni sul tavolo” dice infatti l’articolo del Sole24ore del 13 aprile “restano due: l’elezione del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, ipotesi quest’ultima su cui c’è la maggiore condivisione.” Resta ancora “da decidere la modalità: o una bicamerale o il normale iter previsto dall’articolo 138.” La Casellati dice che “preferisce questa strada, ma la scelta definitiva sarà presa
dopo un incontro con la premier Giorgia Meloni in calendario nelle prossime ore.” La Casellati preferisce la procedura prevista dall’art. 138 della Costituzione perché pensa che avendo il governo attualmente la maggioranza nelle due camere la riforma si potrebbe approvare senza perdere tanto tempo.La necessità di andare veloci è stata confermata dalla ministra Casellati che è già all’opera, e nel riferire alla “commissione Affari costituzionali della Camera sulle linee programmatiche del suo ministero”, dopo aver confermato che la proposta sarà presentata entro giugno, ha ribadito che serve questa “riforma che, come affermato dalla presidente Meloni durante il discorso sulla fiducia, consenta all’Italia di passare da una ‘democrazia interloquente’ a una ‘democrazia decidente’, capace di guidare il Paese nelle sfide della transizione economica, digitale e ambientale e nelle dinamiche europee ed internazionali”. Insomma una stretta istituzionale nascosta in una ingannevole retorica “democratica” per approvare rapidamente senza perdere tempo e senza ostacoli leggi in cui il Parlamento, già ridotto ai minimi termini, di fatto non conterà più niente.
Questa accelerazione sulla strada del moderno fascismo che
tocca pressoché tutti i paesi del mondo sta dentro la crisi mondiale in corso che
ha accelerato la concorrenza tra i vari blocchi imperialisti; in questo
contesto garantire questi interessi e i relativi profitti diventa un compito
più difficile: perciò governo e padroni hanno bisogno di avere mano libera su tutto, avere il completo controllo della produzione senza ostacoli, e quindi di
“semplificare”, che nella sostanza significa tentare di smantellare ciò che
resta delle conquiste della classe operaia degli ultimi 50 anni, annullare o
ridurre al minimo i “controlli” sulla produzione per dare “stabilità” agli “affari”
in generale, pezzo dopo pezzo (basta vedere il decreto sugli appalti), passando
per la repressione delle lotte.
Il proletariato, la classe operaia e lavoratrice del nostro
Paese – ancor più a ridosso del 25 aprile, giorno della celebrazione della
vittoria della Resistenza sui nazisti tedeschi e sui fascisti italiani - non ha
altra scelta che organizzarsi e opporsi alle iniziative a tutto campo di questo
governo infarcito di fascisti, inserito nella tendenza al moderno fascismo che
si vuole imporre anche a suon di riforme.
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