Gli attacchi al reddito di
cittadinanza, un provvedimento del primo governo Conte, spacciato da Di Maio
come abolizione della povertà, non si sono mai fermati, dai padroni, al
fascioleghista Salvini, al fasciopopulista Renzi, alla fascista Meloni…
Sono attualmente 1 milione e 213.793 famiglie, corrispondenti
a 2 milioni e 860.854 persone che ricevono questo sussidio, su un
totale di circa 6 milioni di persone in povertà assoluta, e la media è di
circa 500 euro al mese.
Istat: "In Italia nel 2020
un milione di persone in più in povertà assoluta
E quindi la povertà c’è, certificata
dall’Istat, e purtroppo avanza a grandi passi, ma Di Maio sa fare i calcoli
solo della sua tasca e avrà pensato che visto che grazie al reddito di
cittadinanza la povertà non esiste più, adesso si possono dedicare questi fondi
ai padroni!
Infatti, in una intervista a quotidiano La Repubblica Di Maio, estremo difensore del governo Draghi
(diciamo di qualsiasi governo basta che lui abbia una poltrona!) prima mette le mani avanti dicendo che nel governo «non ci saranno scossoni. Chi minaccia il governo, minaccia la ripresa del Paese».E minaccia, ancora, lui: “Se pensiamo a nuove elezioni con 200 miliardi da spendere, non ci stiamo concentrando sui bisogni del Paese. La pandemia ha cambiato tutto e se la politica non si adegua si aprirà un vuoto. Le persone chiedono stabilità, prospettiva, concretezza. La sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza è l’ultima occasione che abbiamo per allinearci ai competitor europei.”
Per Di Maio, come per tanti
altri, la sequenza Draghi-Pnrr-Ripresa è addirittura l’ultima
occasione… quella che deve portare al nuovo “miracolo economico”.
E visto che i soldi per il
miracolo servono, passa anche al reddito di cittadinanza: “Per effetto della
transizione ecologica e digitale nei prossimi dieci anni si trasformeranno
milioni di posti di lavoro.” E che cosa “dobbiamo fare adesso”? Ci vuole, a
livello nazionale “un accordo, un patto sul lavoro” e poteva mancare il “patto”?
E alla fine si chiede: “che
succede se i fondi fossero dati anche alle imprese per formare giovani e meno
giovani?».” “Una proposta, fa notare Repubblica, simile a quelle di
Confindustria.”
È vero che il ministro del Lavoro
“sta lavorando con grande impegno”, dice benevolmente Di Maio ma secondo lui
non basta. “credo” dice “che sia
necessario e urgente preparare le persone alla nuova rivoluzione industriale
che sta arrivando».”
Prepararla ad accettare tagli alle spese sociali e ad altri soldi a fondo perduto ai padroni, intende. Succede, quindi, che Di Maio fa un altro bel servizio ai padroni che continuano ad arricchirsi a spese del proletariato, delle masse popolari e dei poveri!
Nessun commento:
Posta un commento