domenica 8 agosto 2021

pc 8 agosto - Reddito di cittadinanza: per Di Maio va riformato… meglio dare i soldi ai padroni!

Gli attacchi al reddito di cittadinanza, un provvedimento del primo governo Conte, spacciato da Di Maio come abolizione della povertà, non si sono mai fermati, dai padroni, al fascioleghista Salvini, al fasciopopulista Renzi, alla fascista Meloni…

Sono attualmente 1 milione e 213.793 famiglie, corrispondenti a 2 milioni e 860.854 persone che ricevono questo sussidio, su un totale di circa 6 milioni di persone in povertà assoluta, e la media è di circa 500 euro al mese.

Istat: "In Italia nel 2020 un milione di persone in più in povertà assoluta

E quindi la povertà c’è, certificata dall’Istat, e purtroppo avanza a grandi passi, ma Di Maio sa fare i calcoli solo della sua tasca e avrà pensato che visto che grazie al reddito di cittadinanza la povertà non esiste più, adesso si possono dedicare questi fondi ai padroni!

Infatti, in una intervista a quotidiano La Repubblica Di Maio, estremo difensore del governo Draghi

(diciamo di qualsiasi governo basta che lui abbia una poltrona!) prima mette le mani avanti dicendo che nel governo «non ci saranno scossoni. Chi minaccia il governo, minaccia la ripresa del Paese».

E minaccia, ancora, lui: “Se pensiamo a nuove elezioni con 200 miliardi da spendere, non ci stiamo concentrando sui bisogni del Paese. La pandemia ha cambiato tutto e se la politica non si adegua si aprirà un vuoto. Le persone chiedono stabilità, prospettiva, concretezza. La sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza è l’ultima occasione che abbiamo per allinearci ai competitor europei.”

Per Di Maio, come per tanti altri, la sequenza Draghi-Pnrr-Ripresa è addirittura l’ultima occasione… quella che deve portare al nuovo “miracolo economico”.

E visto che i soldi per il miracolo servono, passa anche al reddito di cittadinanza: “Per effetto della transizione ecologica e digitale nei prossimi dieci anni si trasformeranno milioni di posti di lavoro.” E che cosa “dobbiamo fare adesso”? Ci vuole, a livello nazionale “un accordo, un patto sul lavoro” e poteva mancare il “patto”?

E alla fine si chiede: “che succede se i fondi fossero dati anche alle imprese per formare giovani e meno giovani?».” “Una proposta, fa notare Repubblica, simile a quelle di Confindustria.”

È vero che il ministro del Lavoro “sta lavorando con grande impegno”, dice benevolmente Di Maio ma secondo lui non basta.  “credo” dice “che sia necessario e urgente preparare le persone alla nuova rivoluzione industriale che sta arrivando».”

Prepararla ad accettare tagli alle spese sociali e ad altri soldi a fondo perduto ai padroni, intende. Succede, quindi, che Di Maio fa un altro bel servizio ai padroni che continuano ad arricchirsi a spese del proletariato, delle masse popolari e dei poveri!

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