venerdì 13 agosto 2021

pc 13 agosto - Brasile: Bolsonaro cerca di terrorizzare il popolo facendo sfilare i carri armati nella capitale

Mentre gli avvocati dei popoli indigeni (avvocati essi stessi) presentano una nuova denuncia contro il presidente brasiliano alla Corte penale internazionale, per crimini contro l'umanità ed ecocidio, “Bolsonaro si prepara già a emulare Trump alle prossime elezioni, iniziando con gli attacchi al sistema elettorale e con l’offensiva per l’introduzione del voto cartaceo” dice il manifesto di ieri che riproduciamo “a fronte dei reali problemi che affliggono la popolazione, alle prese non solo con la pandemia, ma anche con l’alto tasso di disoccupazione e con l’aumento del prezzo degli alimenti…

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Bolsonaro rigetta il Brasile nell’incubo: carri armati nella capitale

Brasile. Parata militare nel cuore dello Stato, non era mai successo dai tempi della dittatura. Bocciata (per ora) la riforma costituzionale con cui il presidente vuole influenzare le elezioni del 2022

Non poteva apparire più sinistra la parata militare che martedì mattina, a Brasilia, ha attraversato la Praça dos Três Poderes – quella che ospita il Planalto (la sede della presidenza), il Congresso e la Corte suprema – per consegnare al presidente Bolsonaro e al ministro della Difesa Braga Netto l’invito a prendere parte, il prossimo 16 agosto, all’annuale esercitazione militare nota come Operação Formosa.

Non era mai successo, dalla fine della dittatura, che i carri armati sfilassero lungo la spianata dei ministeri, con l’ovvia eccezione della festa dell’indipendenza del 7 settembre.

«Per consegnare un invito bastava prendere l’ascensore e salire al terzo piano del Planalto, non servivano i carri armati», ha commentato l’ex-ministro degli Esteri del governo Lula Celso Amorim parlando di «minaccia golpista».

E ancora più grave è che l’inedita dimostrazione di forza da parte di quello che il presidente chiama «il mio esercito» sia avvenuta proprio nel giorno della votazione alla Camera dei deputati della Pec (proposta di emendamento costituzionale) sul voto cartaceo, la grande battaglia in cui si è lanciato Bolsonaro in vista delle presidenziali del 2022.

Il tutto in un momento di forti tensioni tra il governo e gli altri poteri dello Stato, culminate sia nella decisione del Tribunale superiore elettorale di indagare Bolsonaro per «abuso di potere politico ed economico» in seguito ai suoi ripetuti attacchi al sistema elettorale, sia in quella del giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes di includere il nome di Bolsonaro nell’inchiesta sulle fake news, ritenendo infondate le sue denunce sulle presunte frodi elettorali legate al voto elettronico.

«De Moraes ha aperto un’inchiesta basata sulla menzogna accusandomi di essere un bugiardo», ha reagito il presidente, aggiungendo in tono minaccioso: «Questo tipo di indagine è prevista dalla Costituzione? No. Quindi anche l’antidoto non si trova tra le quattro righe della Costituzione».

In questo quadro, che la parata militare sia stata un atto di intimidazione appare persino ovvio, benché tra i parlamentari qualcuno abbia parlato solo di un’altra delle bravate del presidente o, ancor peggio, come ha affermato il presidente della Camera Arthur Lira, di «una tragica coincidenza».

Di casuale, tuttavia, non ci sarebbe stato proprio nulla, se è vero che – contrariamente a quanto affermato dalla Marina, secondo cui la data della parata militare sarebbe stata decisa in tempi non sospetti – l’ordine di far sfilare i carri armati a Brasilia sarebbe partito direttamente da Bolsonaro e solo venerdì scorso, come riporta il giornale Estado de S. Paulo.

Ma, in ogni caso, su quali siano le intenzioni del presidente non esistono margini di dubbio. Con la popolarità in calo e il rischio concreto che Lula, in testa nei sondaggi, lo sconfigga nel 2022, Bolsonaro si prepara già a emulare Trump alle prossime elezioni, iniziando con gli attacchi al sistema elettorale e con l’offensiva per l’introduzione del voto cartaceo.

Offensiva, peraltro, inopportuna a fronte dei reali problemi che affliggono la popolazione, alle prese non solo con la pandemia, ma anche con l’alto tasso di disoccupazione e con l’aumento del prezzo degli alimenti.

La manovra, in ogni caso, è almeno per ora fallita, dal momento che la Pec sul voto cartaceo, già bocciata per 23 voti a 11 dalla commissione speciale della Camera, è stata respinta anche dalla plenaria: soltanto 229 i voti a favore (con 218 contrari) rispetto ai 308 richiesti per l’approvazione di qualsiasi proposta di emendamento costituzionale.

Ma per Bolsonaro – che nel 1993 si batteva per il voto elettronico denunciando i brogli legati a quello cartaceo e che ora afferma ripetutamente che non ci saranno elezioni finché non verrà modificato l’attuale sistema di voto – quel che conta è agitare le acque e tenere la base mobilitata e pronta a intervenire. Per poi non accettare altro risultato, nel 2022, che quello della sua – al momento improbabile – rielezione.

https://ilmanifesto.it/bolsonaro-rigetta-il-brasile-nellincubo-carri-armati-nella-capitale/

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