domenica 8 agosto 2021

pc 8 agosto - La corsa agli armamenti è sempre più centrale per l'imperialismo italiano e il governo Draghi che la scarica sulle masse

Banche/industrie di armi/governo: un legame sempre più stretto che con questo governo sta facendo un salto di qualità negli interessi della borghesia imperialista italiana. Per i lavoratori e le masse risorse sottratte a pandemia e crisi per favorire l'interventismo militare per la spartizione del mondo, sempre più venti di guerra e emigrazioni di massa in fuga da fame e guerre e repressione. 

Il Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti con la Direzione degli Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilità, ha emesso un bando determinato da “esigenza operativa urgente”, per l’acquisizione di munizioni a guida remota (Loitering Ammunition) per il Comparto Forze Speciali.

Si tratta di una commessa del valore di 1,758 milioni di euro che si inserisce “nel quadro delle

iniziative volte a colmare, con carattere di urgenza, il gap capacitivo degli assetti di Forze Speciali impiegate in maniera isolata nei Teatri Operativi e garantirne l’autodifesa nel corso delle operazioni effettuate nella cornice prevista dall’Art. 7 bis della legge 11 dicembre 2015 n° 198.

I prodotti a cui l’Italia potrebbe verosimilmente guardare sono di produzione israeliana, statunitense e turca anche se la cooperazione con Israele potrebbe risultare avvantaggiata in tal senso dalle intese già in corso tra un’azienda israeliana non meglio specificata e RWM Italia, società del gruppo Rheinmetall con sedi a Ghedi e Domusnovas nota soprattutto per la realizzazione di bombe d’aereo.

Tempest, l'Italia stanzia due miliardi per il nuovo supercaccia

L’impegno è stato formalizzato dal Documento Programmatico Pluriennale approvato ieri, un testo di grande trasparenza che presenta tutti i piani della Difesa da lanciare nel periodo tra il 2021 e il 2023. Il velivolo sarà realizzato insieme a Svezia e Gran Bretagna

Il nuovo super-caccia viene definito “un sistema di sistemi”. Assieme all’aereo infatti verranno sviluppati dei droni che interagiranno con il Tempest attraverso l’intelligenza artificiale, mettendo in comune le informazioni dei sensori. Per questo potrà svolgere non solo missioni di intercettazione, ma anche di ricognizione e di bombardamento.

Ovviamente, un’iniziativa del genere ha costi altissimi. Il Documento stabilisce un investimento di due miliardi in quindici anni, con una crescita graduale. Si tratterà solo di venti milioni l’anno da qui al 2023, poi ci sarà un aumento in quelli successivi. Ma è solo un anticipo. Per la fase di ricerca e sviluppo vengono ipotizzati sei miliardi mentre non è stato ancora stabilito quanto si spenderà per l’acquisto dei caccia di serie. I primi due miliardi verranno dal bilancio della Difesa ma viene già ipotizzato un intervento del ministero dello Sviluppo Economico – come già accade nei progetti più importanti – “partner storico nella promozione dell’industria nazionale a più alto contenuto tecnologico, per porre in essere il più adeguato sforzo congiunto nell’ottica di una qualificata ed influente adesione dell’industria nazionale all’impresa internazionale e della negoziazione dei più pregiati e vantaggiosi ritorni industriali, tecnologici, occupazionali”.

L’EURODRONE

L’Italia ha voluto portare avanti la partecipazione a un altro progetto interamente “made in Europe”: il drone Male, che vede la partecipazione di Francia, Germania e Spagna con finanziamenti della Ue. Questo velivolo robot a lungo raggio si occuperà di intelligence e sorveglianza, con una missione ad ampio spettro. Il Documento infatti parla di "Difesa e Homeland Security, supporto all’intelligence, prevenzione e contrasto dei fenomeni illeciti, monitoraggio e contrasto di crimini connessi con lo sfruttamento delle migrazioni, contrasto dei traffici illegali via mare, studio del territorio nazionale per la sua valorizzazione o la prevenzione di calamità naturali”.

Per il Male sono stati stanziati dalla Difesa 1.903 milioni da qui al 2035. Per il prossimo triennio la cifra prevista è di 284 milioni. Non ci sono stime sul costo complessivo dell’operazione, ma anche in questo caso è al vaglio il sostegno del Ministero dello Sviluppo Economico.

Sfogliando il Documento, si scopre l’avvio di un programma per i nuovi veicoli cingolati da combattimento per la fanteria: sono mezzi corazzati che accompagnano i carri armati sul campo di battaglia, destinati a sostituire gli attuali Dardo concepiti ai tempi della Guerra Fredda. Finora non si era sentito il bisogno di rimpiazzare i Dardo, poco utili nelle missioni cosiddette di pace, ma gli scenari internazionali stanno riproponendo minacce di conflitti tradizionali. I finanziamenti per questi blindati sono di ben 2.141 milioni di euro da qui al 2035. Ma si tratta solo di una tranche dei fondi necessari: il costo complessivo non è ancora noto, visto che non c’è ancora la scelta sul modello da adottare e vengono lasciate le porte aperte alla cooperazione con altri Paesi europei.

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