giovedì 17 giugno 2021

pc 17 giugno - Morte per amianto: condannate le Ferrovie dello Stato (Rfi)

Le morti per amianto, le cui fibre producono il mesotelioma pleurico, continuano a prodursi nel tempo e, di tanto in tanto, i responsabili vengono condannati dai tribunali: si tratta di un vero e proprio crimine per il quale rarissimamente però i responsabili pagano veramente.

Sono migliaia le cause in corso, da quelle enormi e più conosciute come la Eternit di Casale Monferrato a quelle “meno note” come la raffineria di Milazzo, il petrolchimico di Gela, la Fincantieri, la zona industriale di Taranto… e mille altri luoghi e aziende di ogni tipo.

Si tratta di un altro “effetto collaterale” del sistema fondato su un profondo disprezzo per la vita umana, sul profitto…

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Un dipendente di Partinico morì di tumore, mezzo milione ai familiari

Amianto, maxi condanna per Rfi

Il lavoratore era stato in servizio per anni nello scalo ferroviario di Alcamo

Reti ferroviarie italiane dovrà risarcire la famiglia di un proprio dipendente morto 13 anni fa a causa di

un tumore per l’esposizione all’amianto.

L’ente pubblico è stato condannato a riconoscere oltre mezzo milione di euro per un risarcimento del danno non patrimoniale. Secondo quanto emerso nel corso del dibattimento, l’uomo di Partinico è deceduto all’età di 61 anni a causa di un mesotelioma pleurico, una patologia che è collegata con l’esposizione alle fibre di amianto. Ad emettere la sentenza la terza sezione civile del tribunale di Palermo presieduta dal giudice Andrea Compagno il quale ha accertato che l’insorgere della malattia sarebbe stata causata dalla costante esposizione del lavoratore all’amianto durante gli anni di lavoro presso lo scalo ferroviario di Alcamo diramazione.

“E’ una sentenza – affermano gli avvocati Angelo Gruppuso e Rosario Papania, legali della moglie e dei due figli dell’uomo deceduto nel 2008 – che rappresenta una pietra miliare nell’annosa questione dello smaltimento dell’amianto. Siamo soddisfatti della sentenza che ha confermato quanto abbiamo sempre sostenuto in giudizio, ossia che durante gli anni novanta del secolo scorso Ferrovie dello Stato non soltanto non ha tutelato i propri lavoratori, ma ha anche messo in grave pericolo i passeggeri e tutti coloro che abitavano in quelle zone”. Dal processo è emerso che nella stazione alcamese avveniva l’attività di stoccaggio di rotabili, carrozze e vagoni coibentati con amianto, provenienti da altre stazioni meridionali, anche con bonifica da parte di ditte esterne senza che ai dipendenti fosse fornita alcuna protezione. Tale attività si è protratta almeno fino al 1997 e soltanto l’intervento della guardia di finanza ha impedito che venissero accantonati altri rotabili presso lo scalo trapanese.

Il Giornale di Sicilia 17 giu. 21

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