Turni massacranti, mancati riposi settimanali, niente ferie e straordinari non pagati. Per la prima volta la procura di Torino ha contestato l'accusa di caporalato per il lavoro nei supermercati e ipermercati e centri commerciali, contestando lo sfruttamento del lavoro e il mancato rispetto del

contratto di lavoro nazionale. Sotto accusa è finita una cooperativa di Torino, la Elpe, colosso della logistica che vanta migliaia di dipendenti, e una serie di responsabili di altre cooperative a lei legate, che avevano in subappalto il reclutamento di lavoratori da destinare a mansioni di logistica (magazzinieri, scaffalisti) nei grandi supermercati. Al termine dell'udienza preliminare sono stati rinviati a giudizio nove imputati per "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro", reato previsto dall'articolo 603 bis del codice penale che riconduce appunto ai fenomeni di caporalato.

Tra gli imputati figurano il presidente della Elpe, Giuseppe Gibin e la moglie, assistiti dall'avvocato Luigi Giuliano, che avrebbe avuto un ruolo per lo più amministrativo. Oltre a loro due collaboratori della Elpe e i presidenti di altre cooperative tra cui Log12 Milog, alcune delle quali non più attive.

L'accusa, sostenuta dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, ipotizza stipendi, trattamento degli straordinari e gestione delle ferie difformi da quanto previsto dai contratti di lavoro nazionali per 36 scaffalisti: alcuni di loro (assistiti dall'avvocato Paolo Davico Bonino) stanno ancora portando avanti trattative risarcitorie con le rispettive cooperative.

Dalle indagini erano emerse anche alcune carenze nelle misure di sicurezza, in particolare sui corsi di formazione per l'utilizzo dei carrelli elevatori.

Gli accertamenti riguardano il periodo compreso fra il 2016 e il giugno del 2018: ora le aziende risultano essersi messe in regola. Sei lavoratori si sono costituiti parte civile, altri quattro hanno annunciato la loro intenzione; tre, invece, sono stati estromessi. Tra gli imputati non figurano responsabili di ipermarket o centri commerciali nei confronti dei quali l'Inps aveva comunque avviato accertamenti dal punto di vista contributivo.

L'indagine era nata dopo un incidente automobilistico avvenuto nel giugno 2015 nell'astigiano in cui era morta una donna, trattato dalla procura di Asti come un infortunio sul lavoro. Al volante c'era infatti un lavoratore, suo collega, che aveva spiegato ai carabinieri di essersi messo alla guida dopo un turno di lavoro massacrante, durato 19 ore.

Gli accertamenti dell'ispettorato del lavoro erano partiti da questo dato: gli inquirenti avevano ascoltato una serie di lavoratori raccogliendo le prove dello sfruttamento contestate ora dal pm Pacileo. Il processo per i nove imputati comincerà il 12 maggio 2022. In udienza preliminare è stata anche respinta la richiesta di patteggiamento da parte del presidente di una delle cooperative coinvolte.