domenica 13 giugno 2021

pc 13 giugno - Vertice G7 - Accordi sulle parole ma poi "tutti contro tutti"


Il Vertice del G7 si è tenuto in questi giorni a Londra. Un Vertice un pò in disuso, divenuto con Trump solo il luogo degli show del fascio imperialista, ha ritrovato con Biden ora nuova vita; ma il rapporto tragedia/farsa che caratterizza questi vertici non è finito con la temporanea fine del clan Trump. 

Un Vertice che ha deciso tutto ma nel dissenso, più o meno latente, di tutti contro tutti.

Biden ha cambiato il tono rispetto a Trump, ma non il fatto di esprimersi per sparate e slogan - su economia, vaccini ne abbiamo sentite di belle - ma le consideriamo a metà tra propaganda e ideologia diffusa. 
Più sostanza si è vista nello sforzo di schierare e ricostruire l'alleanza Usa/Europa in funzione anti Cina Russia. 
Ma i risultati sono stati poco meno che zero, dato che la campagna dell'imperialismo americano fa a pugni con gli interessi dei governi imperialisti europei di sfruttare e salvare il salvabile nei rapporti con Russia e Cina, verso i quali non si vuole una contesa globale ma per aree economiche e zone, misurando consenso e dissensi, contrasti e accordi, a seconda degli interessi specifici di ciascun paese imperialista.
Accordi sulle parole tante, ma sui fatti davvero pochi. 

D'altra parte altrettanto ampio è il contenzioso tra i governi imperialisti europei e l'imperialismo Usa in campo commerciale, in aree geo strategiche e in prospettiva in campo militare.

Su tutto questo serviranno analisi più approfondite, con il contributo di compagni e commentatori che possono farlo. Inoltre il G7 prosegue col Vertice Nato che comincia il 14 giugno e avremo un quadro più chiaro di tutto. 

Due novità però vanno individuate subito, o meglio due processi che cominciano a manifestarsi. 

Uno è il ruolo della Gran Bretagna post brexit, in cui viene alla luce chiaramente la natura fascio imperialista della brexit e il ruolo guerrafondaio e di prima fila pro Usa e anti Europa dell'imperialismo inglese; un fattore che avvelenerà il pozzo dell'alleanza occidentale. Si parla di "salsicce", ma in realtà siamo a riportare nel cuore dell'Europa le molteplici contese che hanno caratterizzato la sua storia meno recente.

L'altra è evidente, la presidenza Draghi che sin dal suo insediamento si è segnalata come neo atlantista. Non che il governo precedente fosse anti Usa o anti atlantismo, "Giuseppi", Di Maio e lo stesso Salvini non avevano esitato a schierarsi con Trump pur di dimostrarsi fedeli all'amico americano; ma l'atlantismo di Draghi è qualcosa di più, è più strutturale e contiene il ritorno alla grande politica dell'imperialismo italiano di stampo storico democristiano e la sottile intenzione di divenire i "nuovi inglesi" dell'alleanza occidentale e Nato. 

Questo lo vedremo all'opera sin dai prossimi mesi negli scenari di guerra che ci circondano e incendiano le diverse aree del mondo. E in questo senso non si tratta di un passaggio banale.   

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