martedì 15 giugno 2021

pc 15 giugno - Palestina - intervento di Proletari Comunisti - dal nuovo speciale palestina in diffusione nelle manifestazioni e alle fabbriche - richiedi a pcro.red@gmail.com

Il nuovo incendio che sta attraversando in queste ultime settimane la Palestina deve richiamare l’attenzione dei proletari, dei comunisti del nostro paese come di tutto il mondo, sul ruolo chiave che la presenza di Israele assolve per l’imperialismo nell’area, che giustifica il fatto che tutti i paesi imperialisti, in particolare l’imperialismo USA, sostengano incondizionatamente lo Stato d’Israele e che chiama a comprendere come la lotta ad Israele non debba essere considerata un problema solo nell’area in cui esso svolge il suo ruolo, ma va considerata nel teatro generale internazionale.

Israele gioca, per la strategia imperialista generale, un ruolo decisivo, sia per la posizione strategica del paese che ne fa un avamposto che abbraccia l’intero mondo arabo, l’Africa, il Medio Oriente, il Golfo Persico. E questo è uno dei teatri in cui si accentuano le tensioni internazionali tra i paesi imperialisti perché questa è la regione vitale del petrolio. Questo nesso tra economia e sistema imperialista mondiale ha reso forte Israele e gli ha permesso di

ottenere tutto l’aiuto necessario, economico, politico e soprattutto militare che gli permette di giocare, in maniera impunita, il suo ruolo nei confronti del popolo palestinese.

Nello stesso tempo, Israele è dentro ad un’area geopolitica che vede emergere altre realtà che vogliono assolvere ad un ruolo simile: per un certo periodo sono stati la Siria, l’Iraq - oggi soggetti indeboliti -, ma restano la Turchia e l’Iran.

Il sostegno al popolo palestinese ha lo scopo di sostenere la principale mina interna al sistema imperialista in quest’area. Nello stesso tempo è il focolaio, storicamente più evoluto e combattivo dell’intero mondo arabo, che possa mettere in crisi non solo Israele, ma l’insieme dei paesi delle borghesie reazionarie arabe e, di conseguenza, l’insieme dell’imperialismo. Ogni volta che si accende l’attenzione sulla Palestina per effetto della lotta di liberazione dello popolo palestinese deve divenire l’occasione per accendere i fari sull’intero sistema imperialista e sul suo ruolo centrale in quest’area, così che sia possibile legare la solidarietà alle masse palestinesi e alla loro Resistenza, con la lotta all’interno dei paesi imperialisti per via dei legami che essi hanno con lo Stato d’Israele. Questo lo vediamo anche in questi giorni: l’intero Mediterraneo e l’intero arco che va dal Maghreb fino all’Iran è teatro di importanti esercitazioni militari, come l’“African lion”, la più grande esercitazione militare nel continente guidata dall’imperialismo USA che comprende manovre terrestri, aeree, navali in Marocco, Tunisia, Senegal, abbracciando un quadro che va dal nord Africa occidentale, dal Mediterraneo all’Atlantico con 8 mila militari impegnati, per la metà statunitensi. Esercitazione che si svolge nel Sahara occidentale, territorio attraversato dalla lotta di liberazione del popolo sarawhi, e che porta l’imperialismo a considerare il Marocco un anello importante del suo sistema all’interno di tutta l’area.

All’”African lion” è accorpata alla “Defender Europe 21”, dove sono impegnati altri 8 mila militari e oltre 2 mila mezzi pesanti.

L’Italia partecipa ad entrambe con le proprie forze militari e con le proprie basi in Italia. Dalla base aerea di Amendola ha preso il via la “Falcon strike 21”, un’esercitazione multinazionale, con la presenza degli F35 e di tutti i sistemi di armi ed aerei che coinvolge le forze di Italia, USA, Regno Unito e Israele, con la presenza degli F35. Questa esercitazione si svolge in Italia e il suo teatro principale è il Golfo ionico che si affaccia nel Mediterraneo. Per conoscere bene i contenuti di questa esercitazione e il ruolo di Israele, bisogna guardare quello che ne scrivono i giornali israeliani, sono essi che stanno valorizzando questa missione sui cieli italiani utilizzando alcuni reparti che hanno dato un contributo operativo durante la recente aggressione contro la Striscia di Gaza. E’ questo sistema integrato che ci rende chiaro che è ben oltre la solidarietà al popolo palestinese che bisogna andare e bisogna lottare contro tutto l’insieme delle truppe imperialiste e del ruolo dell’Italia in esso, che abbraccia l’intero arco e ne fa uno dei fattori che ci fanno guardare agli scenari di guerra che si vanno accendendo nell’area, in continuità con quelli che ci sono già e in continuità con quelli che possono avvenire, in uno degli epicentri dei focolai mondiali.

Quando le masse palestinesi scendono in lotta e colpiscono dall’interno questo sistema e si sviluppa la solidarietà con la loro causa, difficilmente essa entra in relazione con l’intero quadro di cui è parte.

Noi pensiamo che il lavoro che bisogna fare sia anche quello di “approfittare” delle mobilitazioni delle masse palestinesi e delle campagne di solidarietà, per mettere maggiormente in luce non solo il ruolo di Israele nel sistema imperialista mondiale, ma il sistema imperialista mondiale in quanto tale, così come il ruolo crescente dell’Italia in esso.

Il secondo punto che dobbiamo mettere in rilievo è che, pur essendo, con una dinamica simile, la lotta del popolo palestinese non è mai del tutto simile, sia perché innescata da fattori che, di volta in volta, possono apparire diversi nel quadro generale dell’oppressione sionista nei territori, sia nelle forme. Sta a noi come comunisti, internazionalisti, analizzare le forme che stanno avendo in questa fase la Resistenza palestinese e la più generale lotta dei proletari e delle masse popolari palestinesi, per esprimere forme di solidarietà che siano orizzontali, che interagiscano con quella lotta. Abbiamo messo in rilievo l’importanza dello sciopero, dell’appello che viene dai sindacati palestinesi, che non è un normale appello rispetto agli scioperi generali che si sviluppano in tutti i paesi del mondo ed è naturale che esprimano la propria solidarietà i sindacati italiani, in particolare quelli che esprimono posizioni classiste e combattive. I sindacati palestinesi chiedono di adottare misure immediate e concrete per evitare che i sindacati dei paesi a cui è rivolto l’appello solidale siano complici dell’oppressione israeliana. Questo è un campo poco analizzato: quali legami esistono tra le aziende complici dell’occupazione e i sindacati all’interno di queste aziende? Abbiamo visto quanto sia stato importante l’esempio dei lavoratori portuali.

In queste ultime mobilitazioni, lo sciopero delle masse palestinesi ha avuto un ruolo maggiore che nel tempo. La gioventù proletaria e ribelle è la vera voce, la vera avanguardia dell’intero popolo. Il proletariato palestinese, dentro le sue strutture sindacali e associative, non possono che essere, oggi, gli interlocutori privilegiati della solidarietà internazionalista, dato, invece, che l’intero sistema politico, militare, della Resistenza palestinese è, da una parte, oggetto delle stesse critiche delle masse palestinesi nel tempo, a cominciare dal ruolo di Al Fatah e dal governo attuale, dall’altra, non esce dalla necessaria dimensione di Hamas che, pur essendo la componente che risponde agli attacchi militari della Resistenza palestinese, non ha nella sua ideologia, programma politico e sociale , una battaglia per la liberazione della Palestina e dell’intero mondo arabo dall’imperialismo e da tutte le borghesie.

Maggiore cura e mira nella lotta al sistema imperialista per sostenere la lotta al popolo palestinese, maggiore e più selezionata solidarietà alla gioventù in lotta e al proletariato palestinese, con lo sciopero come cuore della contesa.

proletari comunisti/PCm

giugno 2021

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