L'altra sera una quantità indescrivibile di agenti si è infilata in una delle vie più frequentate della “movida” napoletana, tra via Mezzocannone e piazza Bellini. Per chi non conosce Napoli, siamo in piena zona universitaria, come San Lorenzo a Roma o piazza Verdi a Bologna.
Ma
i poliziotti puntano dritti su tre giovani attivisti del centro sociale
“Mezzocannone occupato”. Due hanno con sé i documenti, il terzo li ha
dimenticati a casa. Tanto basta per dare il via a un delirio esagitato
che trasforma quella che avrebbe dovuto essere una banale “opera di
dissuasione dagli assembramenti” – il coronavirus gira ancora, anche se
al Sud meno che altrove – in una scena simil-Minneapolis.
Il
video chiarisce al di là di ogni dubbio che gli agenti sono “schizzati”
e rischiano di far esplodere una rivolta per pura incapacità a capire
dove stanno e perché, soprattutto, ci stanno.
I tre ragazzi fermati senza motivi sono stati poi addirittura trasferiti in carcere nella notte. In un comunicato sulla propria pagina facebook il gruppo “Mezzocannone Occupato” annuncia: “Quanto
accaduto al centro storico di Napoli ci racconta ancora una volta di un
episodio di violenza ingiustificata da parte delle forze dell’ordine, a
farne le spese sono stati tre giovani ragazzi che non avevano colpa
alcuna se non quella di stare bevendo una birra in una piazza della loro
città. Stamattina saremo per le strade del centro storico per
volantinare e per raccontare a tutta la città quanto accaduto! Diciamo
basta agli abusi in divisa!”.
Il
centro sociale ‘Mezzocannone occupato’ riferisce su fb: “Tre nostri
attivisti sono stati bloccati ingiustificatamente a Piazza Bellini.
Segue il video che documenta gli abusi perpetrati dalle forze
dell’ordine. Chiediamo a tutte e tutti di raggiungerci fuori la Questura
per dire basta a qualsiasi forma di abuso in divisa”.
In
alcuni video si sentono le urla di diversi presenti che chiedono di
sapere il perché dell’azione delle cosiddette forze dell’ordine le quali
fanno salire sulle auto alcune persone per condurle in Questura. Si sente anche la voce di una giornalista che chiede con insistenza di conoscere i motivi dell’azione della polizia. Nessuna risposta, solo il “comportamento” che potete vedere…
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