I disoccupati napoletani scendono in piazza per rilanciare le proposte e le rivendicazioni contro la crisi sociale conseguente al contagio del Coronavirus. Rilanciate alcune proposte immediate: la sospensione degli affitti, delle bollette, l’erogazione di un reddito di emergenza, eliminazione delle restrizioni riguardanti il reddito di cittadinanza, attivazione di un piano per effettuare test e tamponi
di massa. “Siamo scesi in piazza di nuovo distanziati ma non obbedienti, abbiamo rivendicato ed ottenuto un incontro con l’amministrazione comunale sulla nostra vertenza e sulle insufficienti ed assenti misure di emergenza per i disoccupati e le classi popolari – spiegano in una nota i senza lavoro del Movimento di Lotta 7 Novembre – Un centinaio di disoccupati hanno mandato un segnale chiaro : la fase due a senso unico solo per i profitto di Confindustria non ci vedrà a casa. La crisi sanitaria conseguente all’espansione del contagio per Covid-19 sta producendo una crisi economica di portata globale e senza precedenti. Le cause profonde sono da ritrovare nel sistema capitalistico: distruzione della natura, inquinamento, cambiamenti climatici, città-smog, industrializzazione dell’agricoltura e degli allevamenti – continua la nota – I fattori che hanno moltiplicato il disastro nel nostro paese sono da ritrovare nel fatto che si sono messi i profitti davanti alla salute, nei tagli alla sanità (37 miliardi in 10 anni), centinaia di migliaia di posti letto tagliati, nei protocolli e dispositivi non applicati negli ospedali diventati focolai e case di cura diventati cimiteri. Chi la sta pagando siamo sempre noi tra sfruttamento, licenziamenti, disoccupazione: infatti si prevederanno centinaia di migliaia di disoccupati in più nella nostra Regione e milioni nel paese – sottolinea ancora la nota – Noi abbiamo continuato a portare avanti la nostra vertenza seppur allo stato attuale congelata. In questi giorni siamo scesi distanziati in piazza (con decine e decine di multe e denunce) per rivendicare misure urgenti per la sospensione degli affitti, delle bollette, per un reddito di emergenza, per test e tamponi a tutti i proletari”. “Crediamo che la nostra esperienza debba servire ora anche ad altro. Dobbiamo rilanciare un grande movimento di lotta di disoccupati e lavoratori non garantiti, persone che perderanno il lavoro per la garanzia di un salario pieno, un reddito con cui poter campare, la progettazione di lavori veramente necessari ed utili alla società ed ai nostri territori e città. Per ora con forme di autoregolamentate ed in sicurezza. Con responsabilità ma senza obbedienza – evidenziano i disoccupati del Movimento 7 Novembre – I soldi li prendiamo con una patrimoniale del 10% sul 10% dei più ricchi, con un taglio drastico delle spese militari, spostando le risorse previste per grandi opere inutili e dannose, iniziando a riprenderci un poco di quello che è nostro. Se si rischiano multe, denunce ed arresti perché non si può manco più andare ad arrangiare, preferiamo rischiare e lottare per una vita dignitosa – conclude la nota – E sappiamo che per ottenerla dobbiamo cambiare questo sistema. Vogliamo il pane ed anche le rose”.
di massa. “Siamo scesi in piazza di nuovo distanziati ma non obbedienti, abbiamo rivendicato ed ottenuto un incontro con l’amministrazione comunale sulla nostra vertenza e sulle insufficienti ed assenti misure di emergenza per i disoccupati e le classi popolari – spiegano in una nota i senza lavoro del Movimento di Lotta 7 Novembre – Un centinaio di disoccupati hanno mandato un segnale chiaro : la fase due a senso unico solo per i profitto di Confindustria non ci vedrà a casa. La crisi sanitaria conseguente all’espansione del contagio per Covid-19 sta producendo una crisi economica di portata globale e senza precedenti. Le cause profonde sono da ritrovare nel sistema capitalistico: distruzione della natura, inquinamento, cambiamenti climatici, città-smog, industrializzazione dell’agricoltura e degli allevamenti – continua la nota – I fattori che hanno moltiplicato il disastro nel nostro paese sono da ritrovare nel fatto che si sono messi i profitti davanti alla salute, nei tagli alla sanità (37 miliardi in 10 anni), centinaia di migliaia di posti letto tagliati, nei protocolli e dispositivi non applicati negli ospedali diventati focolai e case di cura diventati cimiteri. Chi la sta pagando siamo sempre noi tra sfruttamento, licenziamenti, disoccupazione: infatti si prevederanno centinaia di migliaia di disoccupati in più nella nostra Regione e milioni nel paese – sottolinea ancora la nota – Noi abbiamo continuato a portare avanti la nostra vertenza seppur allo stato attuale congelata. In questi giorni siamo scesi distanziati in piazza (con decine e decine di multe e denunce) per rivendicare misure urgenti per la sospensione degli affitti, delle bollette, per un reddito di emergenza, per test e tamponi a tutti i proletari”. “Crediamo che la nostra esperienza debba servire ora anche ad altro. Dobbiamo rilanciare un grande movimento di lotta di disoccupati e lavoratori non garantiti, persone che perderanno il lavoro per la garanzia di un salario pieno, un reddito con cui poter campare, la progettazione di lavori veramente necessari ed utili alla società ed ai nostri territori e città. Per ora con forme di autoregolamentate ed in sicurezza. Con responsabilità ma senza obbedienza – evidenziano i disoccupati del Movimento 7 Novembre – I soldi li prendiamo con una patrimoniale del 10% sul 10% dei più ricchi, con un taglio drastico delle spese militari, spostando le risorse previste per grandi opere inutili e dannose, iniziando a riprenderci un poco di quello che è nostro. Se si rischiano multe, denunce ed arresti perché non si può manco più andare ad arrangiare, preferiamo rischiare e lottare per una vita dignitosa – conclude la nota – E sappiamo che per ottenerla dobbiamo cambiare questo sistema. Vogliamo il pane ed anche le rose”.
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