mercoledì 18 dicembre 2019

pc 18 dicembre - Torino - repressione e aggressione squadrista(?) verso compagni dei centri sociali - dalla stampa borghese

 REPUBBLICA PIEMONTE

Blitz contro leader del centro sociale Askatasuna per assalti al cantiere No Tav, in 14 nel mirino

In carcere Rossetto e Marzuoli. Coinvolti anche antagonisti di Modena, Vicenza e Padova. Tweet di Salvini: "Spero che i pm ora non facciano sconti"
"Adesso tiriamo pietre, tiriamo pietre". Erano i registi delle manifestazioni, incitavano gli antagonisti e coordinavano le azioni criminose. Per questo Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli, leader del centro sociale Askatasuna di Torino, sono finiti in carcere nel blitz della Digos scattato all'alba di oggi colpendo quella che è considerata dalla polizia l'ala più oltranzista del Movimento No Tav. Quattordici in tutto sono le misure cautelari eseguite dalla polizia, anche nei confronti di antagonisti del Guernica di Modena e del Bocciodromo di Vicenza, oltre a una militante di Padova. Oltre ai due leader storici finiti in carcere, Emilio Scalzo e Olivero Fuggera dovranno rispettare il divieto di dimora nei Comuni della Val Susa e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, colpiti anche altri 7 militanti di Askatasuna.

Il blitz, coordinato dalla procura della Repubblica, è scattato dopo un'articolata indagine sulle proteste No Tav in Val Susa dello scorso 27 luglio, durante il festival dell'Alta Felicità quando il corteo ha raggiunto il cantiere di Chiomonte, provando a rompere la cancellata. In 14 sono accusati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità. In tutto sono state 16 le perquisizioni eseguite all'alba dai poliziotti della Digos,  nei confronti di alcuni militanti del centro sociale torinese che sono stati denunciati. In quel caso partì un corteo di circa 3mila manifestanti dall'Italia e dall'estero e percorrendo il sentiero Gallo Romano, interdetto dall'ordinanza della Prefettura, hanno raggiunto la cancellata metallica che era posizionata a un chilometro dal cantiere, per ragioni di sicurezza.

"L'attività di indagine ha accertato come gli episodi di luglio fossero tutti già organizzati in giorni precedenti dai militanti di Askatasuna, anche nella ripartizione dei compiti. I due leader erano i registi e guidavano il resto dei manifestanti", spiega il dirigente della Digos di Torino, Carlo Ambra. Così durante la manifestazione si erano divisi in gruppi: un primo di assalto si è occupato di abbattere la cancellata mentre un altro centinaio di persone passando per alcune zone rialzate, ha aggirato il dispositivo di sicurezza, lanciando dei grossi massi. In parallelo altri militanti si muovevano nei boschi, guidati dai leader. Le forze dell'ordine in quel caso hanno adottato una strategia con cerchi concentrici, per contenere i violenti ma i manifestanti sono riusciti ad abbattere la cancellata e il corteo con 3mila partecipanti è arrivato al cantiere.

E Matteo Salvini, leader della Lega, ha subito dedicato un tweet all'operazione: "Grazie alla Polizia che ha arrestato
alcuni estremisti dei centri sociali, accusati di aver partecipato agli assalti al cantiere Tav con tanto di aggressioni alle Forze dell'Ordine. Nessuna tolleranza per i violenti. Mi auguro che la magistratura non faccia sconti e che la politica non sottovaluti il fenomeno preferendo dare la caccia a fantomatici 'fascisti'".

Torino, malmenato da tre incappucciati all'uscita dal centro sociale Gabrio

La denuncia di un uomo di 42 anni aggredito di notte, la ragazza che era con lui: "Attacco squadrista"

Era appena uscito da una serata al centro sociale Gabrio, in via Millio, a Torino, quando all'alba di domenica è stato aggredito da un gruppo di tre ragazzi incappucciati e vestiti di nero che lo hanno pestato a sangue, colpito con un violento pugno in pieno volto, probabilmente con un tirapugni. "Un'aggressione in piena regola fascista", ha detto Fabio D'Errico, 42 anni, ricoverato all'ospedale oftalmico di Torino. Ha il volto tumefatto e i medici hanno stilato un referto che parla di "multiple fratture scomposte del massiccio frontale".

L'aggressione, come conferma D'Errico, è avvenuta a freddo, senza un motivo apparente. ma essa proviene da ambienti dell'estrema destra.  anche se quest'ultimi smentiscono

Sull'episodio indaga la Digos di Torino. D'Errico sabato sera era andato con un'amica al Gabrio per una serata. Intorno alle 4 sono usciti dal centro sociale e stavano slegando le biciclette quando hanno sentito urlare insulti verso la ragazza. Pochi secondi dopo i tre erano attorno all'uomo e gli hanno sferrato un violento pugno in faccia, che lo ha fatto cadere a terra coperto di sangue. "Tutto quanto non è durato più di un minuto, poi sono scappati - ha detto la donna - La violenza che hanno usato mi ha fatto pensare a un'aggressione squadrista". Sconvolta, la donna è corsa dentro il centro sociale a chiedere aiuto: "Ero terrorizzata, alla vista di tutto quel sangue al volto ho pensato che Fabio potesse morire". All'ospedale i medici hanno rilevato numerose fratture al naso, allo zigomo, all'orbita oculare e domani sarà operato. Sul viso, raccontano i protagonisti, ci sono anche due segni netti e regolari che fanno pensare che il colpo sia stato sferrato con un tirapugni.

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