Seconda parte
Nel secondo giorno è stato affermato
che dobbiamo andare più a fondo nella dinamica del ruolo delle
formazioni rivoluzionarie sul campo in quegli anni, perchè è da
qui
che dobbiamo trarre le ultime lezioni di cui abbiamo bisogno. Le
masse hanno prodotto un così vasto movimento e lezioni ce ne hanno
date tante. Non ci si stancherebbe mai di raccontare le lotte
perchè
in ognuna di esse, dalle fabbriche importanti a quelle minori,
dalle
fabbriche della nocività e della morte ai territori del mondo
degli
edili, dei braccianti del sud, non c'è stato un giorno che non ci
abbia consegnato, oltre che la lotta, qualche elemento strategico,
tattico significativo della battaglia che il proletariato deve
fare.
Le masse in un certo senso la loro parte l'hanno fatta fin troppo
in
quegli anni. Il resto era nel rapporto tra masse e avanguardie.
Noi
continuiamo a ritenere che questo rapporto ha un solo sbocco, che
è
il partito della rivoluzione, e questo evidentemente non si è dato
in quegli anni.
Il nostro obiettivo è esplicito,
intendiamo portare le lezioni dell'Autunno caldo sin da subito, ad
esempio all'Ilva/ArcelorMittal di Taranto. Dobbiamo intrecciare
questa memoria con la vita quotidiana dei proletari e dei compagni
che sono qui e che giornalmente sono nel fuoco della lotta di
classe,
nella situazione difficile che comunque il movimento attraversa,
da
qualsiasi lato lo si veda.
UN altro elemento importante del
convegno è stato il racconto e la discussione sul ruolo delle
donne,
in primis delle donne proletarie. Questo anche perchè proletari
comunisti conta molto sul protagonismo delle compagne e sulla
struttura organizzata del movimento femminista proletario
rivoluzionario che combatte una battaglia di minoranza ma corpo a
corpo dentro il movimento più generale delle donne, e oggi
Nonunadimeno. La base del mfpr è quasi esclusivamente di donne
proletarie che vengono dalla lotta sociale e che spesso non hanno
mai
fatto parte di collettivi femministi o di altre realtà
organizzate.
Il Prof. Di Marco ha messo in rilievo
che dentro questa dinamica ci sono molti degli elementi da
discutere, facendo riferimento alla teoria marxista sulla questione del genere, tenendo conto che dietro la questione del genere non c'è solo il problema delle donne ma importanti problemi teorici e di analisi che vanno alla radice della contraddizione genere/classe e stanno dentro il dibattito apertosi nel convegno sulle teorie e posizioni presenti nell'autunno caldo.
discutere, facendo riferimento alla teoria marxista sulla questione del genere, tenendo conto che dietro la questione del genere non c'è solo il problema delle donne ma importanti problemi teorici e di analisi che vanno alla radice della contraddizione genere/classe e stanno dentro il dibattito apertosi nel convegno sulle teorie e posizioni presenti nell'autunno caldo.
Vi è stata, quindi, molta “carne a
cuocere” in questo convegno, e pensiamo che non siano state dette
cose banali – che spesso sono la “banalità del male”: le
denunce, i lamenti su come siamo messi male, sia come condizione
che
come lotte. Però c'è anche la “banalità del bene”, quelli che
hanno le ricette già pronte, che sembrano che non abbiano imparato
granchè dal contesto di quel movimento e pensano già di aver
trovato la chiave, quando se l'avessero trovata la vedremmo,
perchè
le chiavi non si trovano nella testa, esistono se si incarnano nel
reale.
Nel convegno è stato affermato che il
valore delle tendenze rivoluzionarie degli anni 70 non sta tanto
in
quello che dicevano di essere, bensì, per quanto riguarda le
teorie
operaiste e l'impianto di applicazione del
marxismo-leninismo-maoismo, negli elementi di verifica storica che
esse hanno avuto, in quale maniera si sono impattate nella realtà
della classe e dei suoi movimenti, e quanto di esse è stato
verificato o non è stato verificato. E nel marxismo ciò che non è
verificato è chiacchiera.
Gli Atti del Convegno andranno letti
secondo una logica che va oltre i compagni presenti al convegno
stesso. Essi vanno socializzati perchè servano a servire meglio la
classe e le masse e mettere nelle mani dei proletari quello che
elaboriamo, per effetto del rapporto che abbiamo con le masse e
non
solo con le masse di oggi, ma con le lotte delle masse
cristallizzate
nella storia delle rivoluzioni e del loro pensiero.
Bisognerà prendere i “verbali”
degli interventi di questi giorni, rileggerli, lavorarci sopra e
anche confutarli, in rapporto con le dinamiche quotidiane dei
compagni e delle organizzazioni.
La pubblicazione degli interventi va
riconsegnata in forma militante. Ci dobbiamo ritrovare, da qui ad
un
mese e mezzo, su scala nazionale e locale, sia con le realtà
presenti, sia con quelle che hanno inviato documenti sia con
quelle
che non sono venute ma hanno dichiarato interesse per questo
convegno, per andare a fondo nelle cose dette e scritte.
Nello stesso tempo, è nostro scopo che
le scintille dell'autunno caldo vivano nelle lotte di oggi,
all'Ilva
di Taranto o alla Dalmine di Bergamo, nelle lotte della Logistica,
come tra le donne in lotta nelle cooperative di Palermo, ecc.
E' stato messo in rilievo al convegno
il lavoro fatto dai compagni di 'Panetteria occupata' di Milano,
non
solo perchè ha ospitato questo convegno, e per cui ringraziamo, ma
quanto perchè sono intervenuti e hanno portato nel corpo del
convegno il lavoro parallelo che hanno fatto sui temi dell'autunno
caldo. Molte cose discusse nei quattro appuntamenti organizzati
dai
compagni di Panetteria sono diventate parte anche del nostro
convegno, concordando su alcune e dissentendo su altre.
Ora sarà bene “non mollare la
presa”. Non ce lo possiamo permettere. Rispondere all'esigenza di
incontrarci, cooperare, per superare la frammentazione delle
“teste”
che è ancora peggiore della frammentazione organizzativa che noi
ci
troviamo a vivere.
Ci serve il distillato della
discussione del convegno per la trasformazione del movimento
esistente. Perchè ci sono i punti con cui insieme possiamo uscire
dal “lungo inverno” e costruire quel nuovo autunno caldo che per
noi è molto di più che la riproposizione di un gigantesco
movimento
di lotta.
Quando abbiamo cominciato questo
lavoro
abbiamo detto: nell'esame di questa esperienza l'errore principale
sarebbe “buttare il bambino con l'acqua sporca”; è facile spesso
vedere l'acqua sporca ma è estremamente superficiale. Quando
parliamo di “bambino” è all'infanzia e genesi di un movimento
che pensiamo, che Lenin ha ben descritto in alcuni suoi testi. Il
“bambino” siamo noi che abbiamo attraversato quegli anni e
attraversiamo questi. Questi “bambini” poi sono cresciuti, la
maggior parte male, ma noi non possiamo guardare a questi, ma
dobbiamo salvaguardare, come un tesoro, un patrimonio, quella
parte
che è cresciuta bene. E, guardando ai mlm, diremmo brutalmente: i
mlm hanno una caratteristica in sede di bilancio critico e
autocritico. Sono compagni che hanno fatto le cose buone, male, e
le
cose cattive, bene. E' questa dialettica che dobbiamo rovesciare,
trasformando le cose buone in reale prospettiva di rivoluzione e
le
cose male considerarle veramente scorie del passato da cui
liberarsi
con orgoglio proletario e netta distinzione che ci viene dal
carattere di parte della scienza che ritenevamo di praticare e che
riteniamo di praticare ancora che si chiama
marxismo.leninismo-maoismo.
Al Convegno sono stati presentati
documenti che solo in parte sono stato letti e saranno contenuti
nella raccolta finale degli Atti, in essi saranno inseriti
documenti
e interventi di altre organizzazioni presenti.
Al Convegno è stato annunciato che
volutamente esso aveva tenuto fuori la lotta armata realizzatasi
negli anni 70, ma per farne oggetto di una seconda tappa del
lavoro
di riflessione teorica e bilancio da farsi nel prossimo anno, che
è
anche l'anniversario della nascita delle Brigate rosse. Su questo
sono state dette già alcune
cose di indirizzo, che si trovano negli Atti
15 dicembre 2019
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