La polizia ha eseguito 14 arresti nei confronti di attivisti del movimento No Tav, tra cui militanti del centro sociale “Askatasuna” e di altri centri sociali di Padova, Vicenza (Bocciodromo), Modena (Guernica).
Le accuse ipotizzate sono quelle di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
Gli arresti sono stati ordinati dalla procura di Torino. Gli uomini delle Digos di Torino, Padova, Modena e Vicenza hanno eseguito anche 16 perquisizioni nei riguardi di altri attivisti e di alcuni militanti del centro sociale Askatasuna indagati nella stessa inchiesta.
Nei giorni scorsi altri 25 attivisti del Movimento No Tav erano stati denunciati per la manifestazione tenutasi in Val di Susa lo scorso 8 dicembre e che aveva violato “la zona rossa” intorno al cantiere.
A 14 anni dalla storica liberazione di Venaus, il movimento No Tav era tornato in strada per una giornata con un profondo significato: rinnovare un patto tra gli uomini e donne della valle, a difesa della terra e del futuro di tutti e tutte.
“Questo futuro, così profondamente minacciato da chi continua a non capire quali siano le reali esigenze del paese, ci spinge da quasi 30 anni a non mollare e a lottare, perché altissima è la posta in gioco: messa in sicurezza dei territori, la salute, il lavoro, la possibilità di vivere dignitosamente” ribadiscono ancora oggi i No Tav.
Le accuse ipotizzate sono quelle di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
Gli arresti sono stati ordinati dalla procura di Torino. Gli uomini delle Digos di Torino, Padova, Modena e Vicenza hanno eseguito anche 16 perquisizioni nei riguardi di altri attivisti e di alcuni militanti del centro sociale Askatasuna indagati nella stessa inchiesta.
Nei giorni scorsi altri 25 attivisti del Movimento No Tav erano stati denunciati per la manifestazione tenutasi in Val di Susa lo scorso 8 dicembre e che aveva violato “la zona rossa” intorno al cantiere.
A 14 anni dalla storica liberazione di Venaus, il movimento No Tav era tornato in strada per una giornata con un profondo significato: rinnovare un patto tra gli uomini e donne della valle, a difesa della terra e del futuro di tutti e tutte.
“Questo futuro, così profondamente minacciato da chi continua a non capire quali siano le reali esigenze del paese, ci spinge da quasi 30 anni a non mollare e a lottare, perché altissima è la posta in gioco: messa in sicurezza dei territori, la salute, il lavoro, la possibilità di vivere dignitosamente” ribadiscono ancora oggi i No Tav.
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