LO SCIOPERO DELLE DONNE NON SI TOCCA!
Hanno aspettato (sarà un caso...?) la prossimità di questo 8 marzo e del
nuovo sciopero delle donne per notificare la scorsa settimana alla
coordinatrice dello Slai cobas per il sindacato di classe la sanzione
della Commissione di Garanzia Scioperi per lo sciopero dell'8 marzo
dell'anno scorso. Si tratta di 2.500 euro!
Chiaramente noi faremo opposizione.
E' un provvedimento che colpisce tutte le lavoratrici, precarie, che in quell'8 marzo sono scese in sciopero.
Ricordiamo che questo provvedimento è scaturito perchè lo Slai cobas per
il sindacato di classe non ha accettato le limitazioni imposte dalla
CGS - per cui non essendo passati 5 giorni ma solo 4!! dalle elezioni
del 4 marzo, in alcuni settori tutte le lavoratrici non potevano
scioperare - perchè quel divieto avrebbe attuato una discriminazione tra
le lavoratrici, perchè il diritto di sciopero non può essere soppresso
per le elezioni di chi ci sfrutta e ci opprime - e questa volta avevamo
più che ragione visto il governo fascio-razzista-sessista che ne è
scaturito.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha praticato una "disobbedienza
civile", ma questa è giustissima quando, e ora sempre di più, si
contrappongono gli interessi di partiti borghesi, di una casta che vuole
governare contro e attaccare i proletari, le donne, i diritti
democratici, agli interessi delle donne.
La CGS nell'audizione di luglio scorso, nel giustificare il provvedimento, parlò di "regole di civiltà”,
“rispetto dei cittadini”. Ma quale civiltà c’è in una società
e nelle istituzioni che mettono all’ultimo posto la condizione
delle donne, la violenza sessuale che uccide una donna ogni tre
giorni, e in cui le donne sono “cittadini” di serie B?
Di quale “civiltà e leggi”
parliamo, quando abbiamo oggi (grazie proprio a quelle elezioni del 4
marzo) un governo
fascista/razzista/sessista che mette sotto i piedi gli stessi
principi costituzionali, che manda a morte le nostre sorelle
migranti, che vuole riprendere l’attacco al diritto d’aborto,
ecc. ecc.
Faremo l'opposizione legale possibile a questa sanzione, e facciamo appello alle avvocate a sostenerci.
Ma, in caso dobbiamo per forza pagare le 2.500 euro, faremo appello a
tutte le lavoratrici, alle donne, al movimento nudm, alle associazioni
di donne, come a tutti i sindacati di base a dare un loro contributo
finanziario (anche piccolo) per pagare questa ingiusta sanzione - sarà
anche questo un nostro atto politico, di unità, di solidarietà.
x Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe
Calderazzi Margherita
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