mercoledì 6 marzo 2019

pc 6 marzo - Algeria - una dittatura militare mascherata pronta a garantire l'elezione del tiranno Bouteflika,

Algeria: capo di Stato maggiore ribadisce impegno per elezioni “in un clima sicuro”

- L’Esercito algerino è determinato a garantire lo svolgimento delle elezioni presidenziali in “un clima di serenità, tranquillità e stabilità”, nonostante “i rischi e le minacce” di alcuni “nemici” invidiosi “della sicurezza e del benessere del nostro popolo”. A dirlo è stato il capo di Stato maggiore algerino e viceministro della Difesa, Ahmed Gaid Salah, parlando oggi della situazione di sicurezza nel paese per la seconda volta in meno di 24 ore. In un discorso ai cadetti della Accademia militare Chercehell a ovest di Algeri, Gaid Salah ha spiegato che "l'Algeria si prepara ad ospitare un'importante scadenza nazionale (le elezioni presidenziali del 18 aprile) e tutti sanno che l'Esercito e tutti gli altri corpi di sicurezza sono fermamente impegnati a garantire le condizioni di sicurezza necessarie per consentire al popolo di esercitare il diritto-dovere di votare in un clima di serenità, tranquillità e stabilità". La dichiarazione del capo di Stato maggiore sembra voler ignorare le richieste di rinviare il voto avanzate dall’opposizione. "L'Esercito nazionale popolare è consapevole dei problemi di sicurezza in alcuni paesi nel nostro contesto geografico, conosce molto bene la situazione intorno a noi, è al corrente del fatto che il nostro paese è nel mirino di nemici invidiosi del benessere e della sicurezza di cui gode il nostro popolo", ha aggiunto il capo di Stato maggiore.
Sono in tutto 20 le candidature depositate presso il Consiglio costituzionale per le elezioni presidenziali algerine del 18 aprile. L’organo istituzionale del paese arabo si esprimerà sulla loro validità entro giovedì 14 marzo. L’elenco comprende il capo dello Stato uscente, Abdelaziz Boutelika, in cerca di un contestato quinto mandato alla guida del paese nordafricano; l’ex generale Ali Ghediri, considerato come un outsider insidioso e vicino alla cerchia dell’ex capo dei servizi segreti Mohamed Mediène (meglio conosciuto come generale Toufik); il cugino meccanico dell’imprenditore franco-algerino Rachid Nekkaz, impossibilitato a candidarsi personalmente perché nato e residente in Francia; il presidente del Fronte El Moustakbal, Abdelaziz Belaid, ex dirigente del Fronte nazionale di liberazione (Fln, storico partito di governo algerino al potere quasi interrottamente all'indipendenza del 1962 ad oggi) e fondatore di un nuovo partito polittico nel 2012; il leader del movimento islamico El Bina,
Abdelkader Bengrina, considerato affiliato alla Fratellanza musulmana; Ali Fawzi Rebaine, presidente del partito Ahd 54, che fa dei diritti umani una propria bandiera. Seguono poi gli indipendenti Abdecharik Sanhadji, Ali Skouri, Mohamed Bougerrach, Ammar Mehsan, Bentabi Ferhat, Lout Bounatirou, Chaabane Rezouk e Ayab Raouf. Hanno depositato le proprie candidature alle elezioni presidenziali di aprile anche il presidente del
movimento El Infitah, Bouacha Omar; il presidente del Raggruppamento algerino, Ali Zardoud; il direttore del Fronte della gioventù democratica per la cittadinanza, Ahmed Gouraya; il presidente del Partito per la vittoria nazionale, Adoul Mahdoud; e il presidente del Fronte per il buon governo, Aissa Belhadi.

L’opposizione al governo in Algeria, da parte sua, ha chiesto l’applicazione dell’articolo 102 della Costituzione per dichiarare “vacante” la carica di capo dello Stato e per rinviare le elezioni presidenziali. L'articolo 102 della Costituzione - per la verità da tempo invocato dagli oppositori - prevede il riconoscimento da parte dello Stato dell’impedimento del presidente della Repubblica a svolgere le sue funzioni. Da alcuni giorni gli studenti algerini scendono in piazza per manifestare contro di Bouteflika. Secondo i manifestanti, l’attuale capo dello Stato algerino non sarebbe più in grado di dirigere il paese a causa delle sue condizioni di salute. Bouteflika, a dispetto di alcune fonti che lo volevano di ritorno ad Algeri già sabato sera 2 marzo, dovrebbe trovarsi ancora in Svizzera, dove da domenica 24 febbraio è ricoverato all’Ospedale universitario di Ginevra. Nella stessa giornata di sabato si erano rincorse voci, alimentate da un servizio dell’emittente russa “Rt”, di un aggravamento delle condizioni di salute del presidente della Repubblica, che si troverebbe in regime di semi-isolamento al nono piano della struttura. Altre fonti sostengono invece che Bouteflika sia invece ben determinato a guidare la fase di transizione che inevitabilmente seguirà le prossime elezioni presidenziali.

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