domenica 3 marzo 2019

pc 3 marzo - SULL'AGGRESSIONE A NAPOLI DEL LAVORATORE PAKISTANO ABRAR - INTERVISTA ALLA COMPAGNA SAMUELA DELLO SPORTELLO IMMIGRATI DELL'EX OPG

Ci racconti come è andata?
L'aggressione ad Abrar è avvenuta vicino al quartiere Vasto che si estende al lato della stazione di piazza Garibaldi.
Abrar è un signore sui 40 anni, pakistano, è in Italia da più di un anno e ha richiesto protezione internazionale, ha moglie e figli in Pakistan. Abrar lavora e ha deciso di abitare per conto suo in una casa.
Mercoledì sera più di una quindicina di ragazzini e ragazzine, con atteggiamento da "bulletti" lo ha circondato vicino la stazione Garibaldi, dicendo "tu sei bengalese?", Abrar ha risposto di No, ma a quel punto è stato colpito alla testa da uno di questi ragazzi e gli altri hanno cominciato a colpirlo dappertutto, alle spalle, alle gambe, anche quando Abrar è caduto a terra, con calci, mazze da baseball.
Come è la situazione nel quartiere Vasto?
In questo quartiere ci sono dei centri di accoglienza e un gran numero di migranti. Questo è il quartiere dove è andato Salvini in autunno, ricevendo grande visibilità.
Tra le persone che vivono a Vasto vi è una spaccatura: tra coloro che sono pro Salvini e le altre che invece dicono: sappiamo che i problemi che abbiamo non nascono dai migranti. Però queste persone in generale restano un pò in disparte. I sostenitori di Salvini cavalcano la presenza dei migranti per scaricare su di loro la situazione del quartiere, per esempio a Vasto c'è un problema di spaccio di droga, ma è chiaro che la questione è la presenza della criminalità non certo i migranti. .
Quindi c'è una battaglia di opinione nel Vasto. Ma le posizioni razziste, fasciste, presenti anche prima, si sono accese negli ultimi tempi, ringalluzzite da Salvini; ora chi le esprime si sente spalleggiato ed esce allo scoperto in modo aggressivo. Si è formato un Comitato Vasto pro Salvini.
Voi siete intervenuti in questo quartiere?
Questo autunno, tra settembre/novembre abbiamo fatto varie iniziative: assemblee, volantinaggi, anche teatro. Parlando con le persone del quartiere, si vede che la situazione è contraddittoria, c'è sì una spaccatura netta, ma se si parla con le persone alcune cambiano opinione.
Che è successo dopo l'aggressione?
Quando è stato aggredito, Abrar ha chiamato una ragazza - che prima stava allo sportello legale dell'ex Opg ma che continua a seguire la domanda di asilo di Abrar; siamo andati anche alcuni di noi compagni dell'ex Opg e insieme abbiamo accompagnato Abrar al pronto soccorso.
Nel frattempo era stato aggredito anche un ragazzo bengalese. Questo fatto ha spinto Abrar, che in un primo momento non aveva denunciato l'aggressione, a ripensarci; ha detto "io so che altre persone subiscono anche se non denunciano", e quindi il giorno dopo ha fatto la denuncia.
Non è la prima volta che succedono episodi simili di razzismo antimmigrati, fatti di aggressioni, offese, ecc.; i giornali riportano solo gli episodi più eclatanti.
Probabilmente se Abrar non avesse fatto la denuncia, e noi non avessimo reso pubblico quanto è accaduto, anche questa aggressione sarebbe rimasta nel silenzio.

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