Continua ininterrotta l'ondata di proteste in Spagna, sono decine di migliaia le donne che da tre giorni scendono in piazza, da Madrid, a Barcellona, a Pamplona, ecc.: anche la vittima 18enne della Manada, il branco che l'ha stuprata nel 2016 a Pamplona, presenterà ricorso contro la sentenza dei giudici, che hanno condannato i cinque uomini per 'abusi' e non per 'aggressione'. Il branco è stato condannato a 9 anni anziché a 20 come richiesto dall'accusa, perché la vittima non oppose resistenza alla violenza, fatto questo che è bastato ai giudici per considerare lo stupro un semplice abuso.
Gli stupratori si sono autodefiniti la Manada (il branco), questo anche il nome della chat. Tranne il più giovane, si conoscevano da tempo, erano un gruppo consolidato. I cinque dopo aver casualmente incontrato la ragazza, attorno alle tre di notte l’hanno fatta entrare in un portone dove l’hanno penetrata a turno e costretta a praticare loro delle fellatio, registrandola col telefonino. Dopo l’hanno lasciata seminuda e le hanno rubato il marsupio e il telefonino.
Nonostante il processo abbia ricostruito i fatti confermandoli e ha evidenziato l’intenzione dei cinque di andare in cerca di sesso, ha negato il presupposto della violenza e derubricando l’accusa a abuso.
Più di un milione e mezzo di persone hanno firmato una petizione in cui si chiede alla Corte Suprema di revocare i giudici.
Questo ha costretto il governo a promettere cambiamenti al codice penale. Il testo, voluto dal governo Zapatero e varato dal Parlamento nel 2004, prevede tutele per le donne che denunciano le violenze ma non comprende i reati sessuali.
Ma queste promesse non bastano. E le manifestazioni continuano!
Sono anche uomini delle massime istituzioni spagnole ad essere state parte di quel branco, un agente della Guardia civil e un militare di carriera. E sicuramente anche questo ha pesato nella schifosa sentenza.
Anche le suore carmelitane di Hondarribia, nella diocesi di San Sebastian, hanno voluto far conoscere la loro totale contrarietà: "... difenderemo con tutti i mezzi a nostra disposizione il diritto di tutte le donne a fare liberamente il contrario senza che vengano giudicate, violentate, intimidite, uccise o umiliate per questo".
Con questa sentenza i giudici hanno di fatto dato un segnale di via libera agli stupri, in una situazione in cui aumentano sempre più il numero delle donne che subisce in Spagna, come in tutti i paesi europei, come in Italia,violenze sessuali di ogni genere e femminicidi - Secondo i dati del ministero dell’Interno spagnolo, 7.240 donne sono state vittime in Spagna di delitti sessuali nel 2016, 416 in più rispetto all’anno precedente. Ma le aggressioni sessuali denunciate vengono stimate dagli esperti come riferibili a solo il 10% dei casi totali. Nel frattempo le risorse vengono diminuite.
Questa sentenza che classifica lo stupro non gravissimo reato in sè ma secondo la reazione della donna, la abbiamo vista anche a Torino qualche tempo fa: per il giudice non vi era stata violenza sessuale perchè la donna non aveva gridato.
Con questa giustizia borghese, sessista sono le donne che nei Tribunali diventano imputate, mentre agli stupratori viene dato al massimo un "buffetto".
Le legislazioni nella maggiorparte dei paesi europei richiedono che sia la donna a dimostrare di non acconsentire all’atto sessuale con la resistenza fisica o la dimostrazione dell’impossibilità di resistere per dimostrare la violenza.
Per questo la protesta contro questa decisione del Tribunale di Navarra interessa tutte le donne, anche in Italia.
MASSIMO SOSTEGNO ALLA GIUSTA ED ESEMPLARE LOTTA DELLE DONNE SPAGNOLE!
MFPR
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