È passato oltre un mese
dalle elezioni e abbiamo la “nuova” giunta Musumeci, le prime grane e forse il
presidente dell’Assemblea, ma soprattutto c’è la corsa alle poltrone d’oro e
c’è chi avrà il doppio stipendio
Per adesso ci occupiamo delle poltrone degli “onorevoli”…
come riportato dal GdS
***
Ars, è corsa alle
poltrone d’oro e c’è chi avrà il doppio stipendio
Nel centrodestra è
partita la corsa alle poltrone d’oro dell’Ars. Intorno all’elezione di Gianfranco
Miccichè alla presidenza del Parlamento regionale si stanno muovendo i big di
partito, tutti a caccia di incarichi nel consiglio di presidenza che valgono
più di un assessorato, come racconta il Giornale di Sicilia oggi in
edicola. In ballo ci sono 9 posti al vertice del Parlamento regionale. E almeno cinque portano con sé
stipendi superiori a quelli di un assessore e una maggiore capacità di nominare
personale esterno. I conti li hanno fatti in tutti i partiti. Lo stipendio base
è identico per i deputati e per gli assessori: 11.100 euro lordi. Ma sono le
indennità extra che cambiano: un assessore aggiunge 1.100 euro lordi
mentre i due vicepresidenti dell’Ars ancora da eleggere aggiungeranno
1.800 euro in più al mese,
dunque 700 in più di un assessore.
dunque 700 in più di un assessore.
E su queste due poltrone
ieri – secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia – si è trovato un primo accordo nel centrodestra fra i leader di
partito: la maggioranza indicherà l’agrigentino Roberto Di Mauro dei Popolari Autonomisti e lascerà
che le opposizioni eleggano l’altro vicepresidente. Così Forza Italia ritiene
di aver messo al sicuro l’elezione di Miccichè: “Alla seconda votazione
dovrebbe farcela”, hanno detto ieri i big azzurri dopo la riunione. Dunque
venerdì, se Miccichè sarà eletto, la maggioranza non cercherà di spostare sul
Pd la seconda vicepresidenza e lascerà che i grillini, forti comunque di 20
voti, eleggano il loro rappresentante. Che potrebbe essere Giancarlo
Cancelleri.
Poi si aprirà la partita soprattutto per i tre posti di questore. È un incarico che oltre allo
stipendio da 11.100 euro aggiunge una indennità di carica di 1.622 euro, dunque
522 in più di un assessore. Ma, soprattutto, i questori hanno la possibilità di
nominare 7 collaboratori esterni a differenza dei quattro riservati agli
assessori. Sono dettagli a cui i politici fanno molta attenzione. E infatti per
il ruolo dei tre questori corrono tutti, come riporta oggi il Gds. Nel
centrodestra i favoriti sono Giorgio Assenza di Diventerà Bellissima (ma ci
spera anche la compagna di partito Giusy Savarino) e Alfio Papale (FI). Ci
spera anche l’Udc che proprio ieri ha eletto Margherita La Rocca Ruvolo nuovo
capogruppo: a questo punto per la poltrona di questore fra i centristi il
favorito è il catanese Giovanni Bulla.
C’è però l’incognita dei grillini. Per eleggere i tre questori ogni
deputato può esprimere due preferenze e questo rende ancora più forti i
grillini che a questo punto potrebbero strappare una di queste poltrone di
grande peso. Se così fosse gli esclusi ripiegherebbero sulle ultime tre
poltrone da assegnare, quelle di segretario del consiglio di presidenza, che
però in termini economici valgono esattamente quanto un assessorato e non hanno
grande margine di manovra su nomine e incarichi.
Il vertice di maggioranza di ieri si è concluso con un accordo che prevede di lasciare che almeno
una di queste poltrone vada al Pd, in modo che tutte le opposizioni vengano
rappresentate in consiglio di presidenza. Se così sarà Miccichè non avrà
bisogno del soccorso rosso (quello del Pd) visto che alla seconda votazione,
dando per scontata la compattezza della maggioranza, basteranno i 36 voti concordati
ieri. Ma gli equilibri d’aula restano imprevedibili. E nessuno esclude in
extremis contatti col Pd per fronteggiare qualche franco tiratore: anche se i
Dem sono rimasti fra i pochi a non essersi ancora riuniti per decidere la
linea. Non hanno eletto nemmeno il capogruppo, che dovrebbe portare avanti le
eventuali trattative.
L’Udc invece ieri ha
nominato da Roma i nuovi vertici regionali: Giuseppe Naro è il nuovo
commissario regionale. I vice saranno Ester Bonafede, Decio Terrana, Giuseppe
Ruvolo e il rientrante Giovanni Pistorio.
In tema di poltrone
d’oro va segnalata anche la scelta fatta filtrare dai due parlamentari
nazionali che sono stati eletti anche all’Ars: il forzista Riccardo Gallo e
l’economista Peppe Compagnone non lasceranno la Camera e il Senato. Sfrutteranno
dei cavilli: l’Ars li obbliga a optare entro 90 giorni ma prima di questa
scadenza Matterella scioglierà le Camere rendendo superflua la scelta. A quel
punto fino alle elezioni Politiche di marzo i due parlamentari potranno tenere
la doppia poltrona e il doppio stipendio, che vale circa 25 mila euro lordi al
mese.
Infine, va segnalato
l’ultimo colpo di scena legato a Francesco Cascio: l’ex presidente dell’Ars era
stato sospeso dalla carica un anno e mezzo fa per via della condanna in primo
grado nel processo per corruzione. Poi, il 29 novembre scorso in secondo grado
è arrivata l’assoluzione (su cui ha influito anche la prescrizione) e da quel
momento scatta di diritto al reintegro all’Ars. E così anche se il Parlamento è
chiuso e la legislatura è scaduta, Cascio torna virtualmente fra i banchi per
il periodo di ordinaria amministrazione che va dal 29 novembre fino alla prima
seduta della nuova legislatura prevista per venerdì. Cascio ha precisato che
non tornerà mai più fra i banchi dell’Ars. Ma il reintegro, anche se per appena
due settimane, gli varrà circa 5 mila euro lordi che dovrà girargli Giuseppe Di
Maggio, il deputato che lo aveva sostituito.
Giornale di Sicilia
12 dic. 17
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