sabato 16 dicembre 2017

pc 16 dicembre - Sicilia: giunta Musumeci… e poltrone e stipendi d’oro!

È passato oltre un mese dalle elezioni e abbiamo la “nuova” giunta Musumeci, le prime grane e forse il presidente dell’Assemblea, ma soprattutto c’è la corsa alle poltrone d’oro e c’è chi avrà il doppio stipendio

 Per adesso ci occupiamo delle poltrone degli “onorevoli”… come riportato dal GdS

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Ars, è corsa alle poltrone d’oro e c’è chi avrà il doppio stipendio

Nel centrodestra è partita la corsa alle poltrone d’oro dell’Ars. Intorno all’elezione di Gianfranco Miccichè alla presidenza del Parlamento regionale si stanno muovendo i big di partito, tutti a caccia di incarichi nel consiglio di presidenza che valgono più di un assessorato, come racconta il Giornale di Sicilia oggi in edicola. In ballo ci sono 9 posti al vertice del Parlamento regionale. E almeno cinque portano con sé stipendi superiori a quelli di un assessore e una maggiore capacità di nominare personale esterno. I conti li hanno fatti in tutti i partiti. Lo stipendio base è identico per i deputati e per gli assessori: 11.100 euro lordi. Ma sono le indennità extra che cambiano: un assessore aggiunge 1.100 euro lordi mentre i due vicepresidenti dell’Ars ancora da eleggere aggiungeranno 1.800 euro in più al mese,
dunque 700 in più di un assessore.

E su queste due poltrone ieri – secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia – si è trovato un primo accordo nel centrodestra fra i leader di partito: la maggioranza indicherà l’agrigentino Roberto Di Mauro dei Popolari Autonomisti e lascerà che le opposizioni eleggano l’altro vicepresidente. Così Forza Italia ritiene di aver messo al sicuro l’elezione di Miccichè: “Alla seconda votazione dovrebbe farcela”, hanno detto ieri i big azzurri dopo la riunione. Dunque venerdì, se Miccichè sarà eletto, la maggioranza non cercherà di spostare sul Pd la seconda vicepresidenza e lascerà che i grillini, forti comunque di 20 voti, eleggano il loro rappresentante. Che potrebbe essere Giancarlo Cancelleri.

Poi si aprirà la partita soprattutto per i tre posti di questore. È un incarico che oltre allo stipendio da 11.100 euro aggiunge una indennità di carica di 1.622 euro, dunque 522 in più di un assessore. Ma, soprattutto, i questori hanno la possibilità di nominare 7 collaboratori esterni a differenza dei quattro riservati agli assessori. Sono dettagli a cui i politici fanno molta attenzione. E infatti per il ruolo dei tre questori corrono tutti, come riporta oggi il Gds. Nel centrodestra i favoriti sono Giorgio Assenza di Diventerà Bellissima (ma ci spera anche la compagna di partito Giusy Savarino) e Alfio Papale (FI). Ci spera anche l’Udc che proprio ieri ha eletto Margherita La Rocca Ruvolo nuovo capogruppo: a questo punto per la poltrona di questore fra i centristi il favorito è il catanese Giovanni Bulla.

C’è però l’incognita dei grillini. Per eleggere i tre questori ogni deputato può esprimere due preferenze e questo rende ancora più forti i grillini che a questo punto potrebbero strappare una di queste poltrone di grande peso. Se così fosse gli esclusi ripiegherebbero sulle ultime tre poltrone da assegnare, quelle di segretario del consiglio di presidenza, che però in termini economici valgono esattamente quanto un assessorato e non hanno grande margine di manovra su nomine e incarichi.
Il vertice di maggioranza di ieri si è concluso con un accordo che prevede di lasciare che almeno una di queste poltrone vada al Pd, in modo che tutte le opposizioni vengano rappresentate in consiglio di presidenza. Se così sarà Miccichè non avrà bisogno del soccorso rosso (quello del Pd) visto che alla seconda votazione, dando per scontata la compattezza della maggioranza, basteranno i 36 voti concordati ieri. Ma gli equilibri d’aula restano imprevedibili. E nessuno esclude in extremis contatti col Pd per fronteggiare qualche franco tiratore: anche se i Dem sono rimasti fra i pochi a non essersi ancora riuniti per decidere la linea. Non hanno eletto nemmeno il capogruppo, che dovrebbe portare avanti le eventuali trattative.
L’Udc invece ieri ha nominato da Roma i nuovi vertici regionali: Giuseppe Naro è il nuovo commissario regionale. I vice saranno Ester Bonafede, Decio Terrana, Giuseppe Ruvolo e il rientrante Giovanni Pistorio.
In tema di poltrone d’oro va segnalata anche la scelta fatta filtrare dai due parlamentari nazionali che sono stati eletti anche all’Ars: il forzista Riccardo Gallo e l’economista Peppe Compagnone non lasceranno la Camera e il Senato. Sfrutteranno dei cavilli: l’Ars li obbliga a optare entro 90 giorni ma prima di questa scadenza Matterella scioglierà le Camere rendendo superflua la scelta. A quel punto fino alle elezioni Politiche di marzo i due parlamentari potranno tenere la doppia poltrona e il doppio stipendio, che vale circa 25 mila euro lordi al mese.
Infine, va segnalato l’ultimo colpo di scena legato a Francesco Cascio: l’ex presidente dell’Ars era stato sospeso dalla carica un anno e mezzo fa per via della condanna in primo grado nel processo per corruzione. Poi, il 29 novembre scorso in secondo grado è arrivata l’assoluzione (su cui ha influito anche la prescrizione) e da quel momento scatta di diritto al reintegro all’Ars. E così anche se il Parlamento è chiuso e la legislatura è scaduta, Cascio torna virtualmente fra i banchi per il periodo di ordinaria amministrazione che va dal 29 novembre fino alla prima seduta della nuova legislatura prevista per venerdì. Cascio ha precisato che non tornerà mai più fra i banchi dell’Ars. Ma il reintegro, anche se per appena due settimane, gli varrà circa 5 mila euro lordi che dovrà girargli Giuseppe Di Maggio, il deputato che lo aveva sostituito.

Giornale di Sicilia
12 dic. 17

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