Come una bomba arriva la notizia. Peraltro in un servizio del TG1 su Roma capitale mal gestita dalla Giunta grillina di Raggi come dalle giunte precedenti, e che si trova sull'orlo di una grave crisi di rifiuti, con immagini di cumuli di rifiuti a pochi metri dal Colosseo (e figuriamoci quello che c'è nelle periferie...); nel corso di questo servizio, uno degli intervistati responsabile della questione, lancia la “bomba”: i rifiuti saranno mandati a Taranto, per ora senza altre indicazioni.
E' l'ennesima
riproposizione di Taranto come discarica dei rifiuti, dall'antica
“nave dei veleni” all'Italcave, ecc.; rifiuti spesso tossici che
alimentano anche la disastrosa situazione ambientale.
Il vicesindaco Rocco De
Franchi “cade dal pero” e se la cava con una dichiarazione
patetica e assolutamente inadeguata alla gravità dell'annuncio del
TG1. In perfetto stile burocratese dice: “Con riferimento
al servizio del Tg1 edizione delle 20 di ieri nel quale si
evidenziava che una parte dei rifiuti solidi urbani biostabilizzati
di Roma viene smaltito presso le discariche di Taranto ho già
sentito l’agenzia regionale dei rifiuti e la Regione Puglia
affinché si trovino soluzioni immediate e alternative pur nella
consapevolezza che si tratta di rifiuti speciali i cui flussi non
sono disciplinati dalla autorità regionale. A breve comunicheremo il
riscontro del livello regionale”.
Una dichiarazione con cui
di fatto De Franchi e la sua amministrazione si deresponsabilizzano,
rimandando alla Regione.
No, così non va. La
Giunta deve dire un chiaro NO, per infinite ragioni facilmente
elencabili, a questa decisione del governo. Un'emergenza rifiuti che
si aggiungerebbe a tutte le altre emergenze!
A Taranto già esiste un
problema “rifiuti” che tuttora è male affrontato dal Comune e
dall'Amiu, di cui è parte anche il sostanziale abbandono attuale
della raccolta differenziata e del piano di estensione della raccolta
differenziata in tutta la città.
I lavoratori dello Slai
cobas impegnati in questo saranno nei prossimi giorni sicuramente in
prima fila nel sostenere questa battaglia.
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