Il 24 a L'Aquila ai presidi, organizzati dal Mfpr, davanti al Tribunale e al carcere, in solidarietà con Nadia Lioce, sono state presenti decine e decine di realtà dal nord al sud, alcune di queste erano per la prima volta a L'Aquila. Grazie a questa partecipazione e alla determinazione delle compagne e compagni presenti sono stati rotti i divieti della
polizia, della Digos, che pretendeva di confinare il presidio lontano centinaia di metri dal Tribunale e negare il presidio al carcere.
Siamo riusciti a far sentire il grido di "libertà" anche nell'aula grigia del Tribunale.
Il 25 novembre, poi, l'Mfpr ha portato la battaglia per Nadia Lioce, nella grande manifestazione di oltre 100mila donne a Roma, facendo conoscere e diventare di massa questa
questione fortemente discriminante.
Dobbiamo essere orgogliose, orgogliosi di tutto questo. La giusta battaglia, in difesa delle condizioni di vita dei prigionieri politici rivoluzionari e, in particolare per Nadia Lioce, unica donna da 12 anni in regime del 41bis, contro la "tortura bianca" del 41bis, si impone, ha conquistato, attraverso una vasta campagna nazionale, i presidi precedenti e la massiccia raccolta di firme, migliaia di donne,
giovani, intellettuali, democratici coerenti, rivoluzionari, ecc; ha fatto diventare la questione della solidarietà e della libertà dei prigionieri politici un fatto di massa, facendola uscire dai ristretti ambiti di ceti politici, e ha posto all'odg la necessità della lotta continua e dovunque contro lo Stato borghese, lo Stato di polizia, la legittimità della lotta rivoluzionaria contro questo sistema sempre più di moderno fascismo.
Un utile aiuto in tutto questo viene dalla dichiarazione presentata dalla stessa Nadia Lioce al processo. Essa rafforza l'analisi/denuncia dettagliata di cosa è, come viene applicato e a chi in realtà viene applicata e perchè la "tortura" del 41bis verso i prigionieri politici rivoluzionari.
COME PROSEGUIRE ORA?
Dobbiamo fare passi avanti nella
campagna.
Vogliamo ora mettere al centro una nuova parola
d'ordine: "DALL'APPELLO, DALLE FIRME ALLE ASSEMBLEE"
Cioè, dandoci tempi adeguati, intendiamo proporre a chi ha sostenuto l'appello,
con firme, e soprattutto con messaggi, di organizzare insieme a noi assemblee nei propri territori, affinchè si dia una base più estesa di massa, visibile alla campagna
per Nadia Lioce. Assemblee per spiegare ai lavoratori, ai giovani, alle realtà di movimento locali, alle donne in lotta contro le violenze reazionarie di questo sistema sociale, la vicenda Nadia Lioce e dei prigionieri politici rivoluzionari, interna all'azione
repressiva violenta dello Stato; per denunciare (avvalendoci del testo di Nadia Lioce)
cosa è realmente il 41bis; per chiamare alla solidarietà in varie
forme, raccogliendo vari contributi.
Attraverso questo percorso vogliamo arrivare alla prossima udienza in maggio del processo a Nadia Lioce, per essere tante e tanti di più.
MFPR
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