È questa la domanda che si fa l’agenzia di stampa AGI che riprende
una affermazione di Pietro Grasso per controllarne la veridicità attraverso la
sua rubrica che si chiama “fact checking”, “controllo dei fatti”.
Certo, questo controllo è un po’ a modo proprio
dell’Agenzia, ma nella sostanza è costretta alla fine a dire “sì, è vero”, fra
povertà e “rischio di esclusione sociale” arriviamo a queste cifre, dice, con
una “precisazione”. Ed è una risposta anche alle sempre ottimistiche affermazioni
di Gentiloni.
Vediamo:
“Ospite di Fabio Fazio lo scorso 10 dicembre, il presidente
del Senato e leader della neonata coalizione di sinistra “Liberi e Eguali”
Pietro Grasso ha dichiarato in due diverse occasioni (min. 11.43 e min. 17.48)
che ‘in Italia ci sono 18 milioni di persone a rischio povertà. È un’affermazione
sostanzialmente corretta, con una precisazione.”
E l’AGI dà inizio all’analisi dei dati utilizzando quelli forniti
dall’Istat, che si guarda bene dall’usare il criterio scientifico delle CLASSI
SOCIALI in cui è divisa questa società, per cui i settori colpiti da questa
povertà rimangono indistinti, per esempio, come in questo caso, si usa la
definizione di “famiglie” e non di proletariato.
Davanti a questi numeri la “neonata coalizione” di Grasso non
può fare assolutamente niente, benché faccia l’occhiolino elettorale alle masse
popolari parlando di povertà. Si tratta dell’ennesimo tentativo di legittimare la
borghesia con le sue istituzioni moderno fasciste. E in questo senso si tratta
di “Liberi” di continuare a provare a ingannare le masse e “Uguali” agli altri.
“La povertà in Italia
“Nell’ultimo rapporto Istat ‘Condizioni di vita, reddito e
carico fiscale delle famiglie’, pubblicato
proprio pochi giorni fa - il 6 dicembre - e riferito all’anno scorso, si legge: “Nel 2016 si stima che il 30,0% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale, registrando un peggioramento rispetto all’anno precedente quando tale quota era pari al 28,7%.
proprio pochi giorni fa - il 6 dicembre - e riferito all’anno scorso, si legge: “Nel 2016 si stima che il 30,0% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale, registrando un peggioramento rispetto all’anno precedente quando tale quota era pari al 28,7%.
“Il totale dei
residenti in Italia era, al primo gennaio 2017, di 60 milioni e 590 mila
persone circa. Il 30% è dunque di 18 milioni e 177 mila persone.
“Il numero non si riferisce però solo alle persone a rischio
povertà, ma anche a quelle che rientrano in una categoria più ampia e definita
come “a rischio di esclusione sociale”.
“La definizione di “persone a rischio povertà o esclusione
sociale” è stata adottata nell’ambito della Strategia Europa 2020, il programma
dell’UE per la crescita e l’occupazione per il decennio in corso.”
E queste definizioni sociologiche sono date dall’Unione
Europea! E servirebbero ad attuare programmi per far diminuire la povertà e
l’esclusione sociale!! Gli stessi che con le loro politiche causano povertà ed
esclusione!!! Siamo all’ipocrisia infinita dei rappresentanti del capitale.
“Con tale definizione, continua l’AGI, ci si riferisce a
persone che trovano in almeno una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro.
“Secondo il citato rapporto Istat, nel 2016 ‘aumentano sia
l’incidenza di individui a rischio di povertà (20,6%, dal 19,9%) sia la quota
di quanti vivono in famiglie gravemente deprivate (12,1% da 11,5%), così come
quella delle persone che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa [“bella”
definizione che sta al posto di precarietà assoluta, ndr] (12,8%, da 11,7%).
Gli insiemi sono in parte sovrapposti.” Per cui alla fine la “precisazione”
sarebbe la seguente:
“Le persone a rischio
povertà, in senso stretto, sono dunque il 20,6%, non il 30%. In numeri
assoluti significa che non si tratta di
18 milioni di individui, ma di 12 milioni e 480 mila persone circa.”
Dopo aver parlato del contesto in cui si inquadrano questi
dati, contesto di “ripresa economica
ma di aumento delle diseguaglianze e del rischio di povertà ed esclusione
sociale” si arriva alle conclusioni. Naturalmente, come abbiamo più volte
detto, la “ripresa economica di cui parla la borghesia e che la stampa riprende
senza vero “controllo dei fatti”, è solo un lento e leggero recupero rispetto
alla profonda crisi in corso.
Le conclusioni, dunque: “Al di là della forma, per cui
Grasso è impreciso a parlare di 18 milioni di persone a rischio povertà quando
in realtà queste sono meno di 12,5 milioni, la sostanza di quanto è affermato dal presidente del Senato è corretto.
Nel 2016 in Italia le persone in gravi difficoltà economiche, siano esse a
rischio di povertà o di esclusione sociale, sono infatti più di 18 milioni, il
30% della popolazione.”
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