India, proteste e cortei degli universitari dopo il suicidio di uno studente attivista
Scontri e arresti si sono verificati
lunedì a New Delhi, India, al termine di una manifestazione di studenti
universitari. La mobilitazione era nata in seguito alla notizia diffusasi la
notte prima del suicidio di uno studente di 26 anni, Rohith Vemula, che era
stato espulso dall'Università Centrale di Hyderabad, dove frequentava il
secondo anno di dottorato.
Rohith apparteneva all'Ambedkar Students Association,
collettivo universitario di sinistra che si occupa di combattere la
discriminazione contro le minoranze dell'India di oggi (lo stesso studente
suicida proveniva da una famiglia di Dalit, i "fuori
casta"). Negli ultimi mesi il collettivo aveva organizzato una serie
di iniziative mal viste dall'amministrazione universitaria, che in un caso
erano sfociate anche in scontro aperto con gli studenti appartenenti a
un'associazione di destra nazionalista. Proprio questo episodio sembra essere
stato preso a pretesto dall'amministrazione per decidere la sospensione di 5
studenti dell'Ambedkar Students Association, tra cui Rohith Vemula; una
decisione presa su indicazione del ministero delle HRD (Human Resource
Development), che ha duramente condannato l'attività politica del collettivo.
Così,
i 5 studenti dell'Università Centrale di Hyderabad da inizio gennaio si sono
visti negare l'accesso alle strutture universitarie (escluse le aule di
lezione) e sono stati espulsi dalle loro stanze nel dormitorio del campus. Di
fronte a questa decisione discriminatoria e tutta politica da parte
dell'amministrazione universitaria, i 5 attivisti hanno dormito all'aperto per
giorni in segno di protesta, trovando il supporto e la solidarietà di molti
altri studenti e associazioni universitarie. Nella giornata di lunedì, a poche
ore dalla diffusione della notizia del suicidio di Rohith, migliaia di studenti
hanno preso le strade della capitale indiana, muovendosi in corteo in direzione
del Shastri Bhawan, edificio governativo che ospita molti ministeri (tra cui
quello delle HRD), pretendendo risposte chiare da parte del ministro Irani
sulla vicenda e denunciando le responsabilità delle autorità accademiche e
politiche nel suicidio del giovane studente. All'arrivo del corteo di fronte al
ministero, i manifestanti hanno iniziato a rimuovere le barriere metalliche che
erano state poste attorno all'edificio, scontrandosi con la polizia che ha
aperto gli idranti sugli studenti. Decine di loro sono stati arrestati (alcune
fonti parlano di 70 persone, altre di 115) e caricati a forza sui pullman delle
forze dell'ordine. Dopo gli scontri di lunedì, in questi giorni la protesta
contro la morte di Rohith Vemula prosegue e si sta allargando a tutti i
campus universitari del paese, sollevando un'ondata di rabbia contro un sistema
educativo profondamente escludente e discriminatorio che punisce e mette a
tacere chi si batte per cambiare questo stato di cose.
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