da un intervento
...le 2 manifestazioni del 18 e del 19
ottobre hanno avuto una riuscita di numeri e di contenuti, di
quantità e di qualità superiore alle previsioni anche nostre. Sono
state, quindi, nel nostro giudizio finale: una grande manifestazione
del sindacalismo di base e di classe contro il governo e le politiche
della UE; una enorme manifestazione del movimento per la casa, dei
movimenti No Tav, e in misura ridotta No Muos, dei centri sociali,
collettivi, realtà organizzate e autorganizzate appartenenti
principalmente all'area che possiamo definire genericamente
antagonista.
Il valore principale della prima
manifestazione è dato dal suo carattere unitario dell'area del
sindacalismo di base e di classe. La riuscita della manifestazione
non corrisponde alla riuscita dello sciopero generale né ad una
significativa presenza della classe operaia e degli operai di
fabbrica. In questo senso le critiche, le valutazioni preventive che
abbiamo fatto rispetto allo sciopero restano tutte valide, ma resta
valida, quindi, e confermata la scelta che abbiamo fatto di
realizzare una nostra presenza nazionale con i rappresentanti delle
lotte che stiamo organizzando e per portare alla manifestazione la
nostra piattaforma....
... è risultata inesatta la nostra valutazione
sulla riuscita della stessa e dell'impatto generale che la
manifestazione del 18 può avere nella lotta sindacale di classe. In
questa manifestazione la nostra presenza è stata corrispondente alle
nostre decisioni, sia al concentramento che nello svolgimento del
corteo. Mentre per effetto della sottovalutazione della portata della
manifestazione è stata sbagliata la scelta di dare poco peso al
finale della stessa.
Le condizioni non ci hanno permesso di
andare al ministero del lavoro, ma la scelta del Ministero del
lavoro, era stata fatta anche per la sottovalutazione del momento finale della
manifestazione, questo ci ha impedito di concentrarci nello sforzo di un
intervento finale dal palco che potesse avere anche un carattere di
unità/rottura corrispondente all'unità/differenza con cui abbiamo
partecipato alla manifestazione.
Comunque la manifestazione ha posto
condizioni positive per rivendicarla da parte nostra e lanciare la
linea del fare di più corrispondente alla nostra posizione e alla
piattaforma.
Per sintetizzare brevemente in questa
prima nota, le nostre parole d'ordini sono:
E ora sciopero per davvero! E ora
organizziamo e rafforziamo il sindacalismo di base e di classe nelle
fabbriche! E ora una piattaforma reale, generale e particolare, la
nostra, contro padroni e governo! E ora unità e patto di unità di
azione del sindacalismo di base e di classe! E ora contro la legge
fascista sulle Rsu boicottaggio del sindacalismo confederale e
presentazione unitaria, là dove è possibile!
La scelta della 2 giorni che noi
abbiamo criticato perchè in un certo senso toglieva le
rivendicazioni della casa, del reddito, dei movimenti dalla
piattaforma dello sciopero generale e riduceva l'impatto di esso e
della manifestazione nazionale del 18, conserva la sua ragione di
fondo, ma dobbiamo riconoscere alla luce dei risultati che essa ha
avuto una riuscita complessiva che non contrasta affatto con il
percorso da noi indicato ma può essere visto come una tappa dentro
il suo cammino.
Perchè c'è anche da dire che una
volta che si è fatta la scelta dei 2 giorni, toccava anche ai
sindacati di base essere davvero più presenti alla manifestazione
del 19.
La scelta dell'accampata è stata una variazione positiva nello sviluppo tradizionale di questo
tipo di manifestazioni, e non tanto per i dibattiti che erano
previsti che sono stati poca cosa, tranne la bella e determinata
azione delle donne del Mfpr e dell'area, quanto per il clima generale che ha permesso un
flusso permanente di compagni e compagne, di socializzazione, di
contaminazione positiva, di una sorta di piazza sicuramente migliore
per contenuti e composizione delle piazze “indignate” di altre
precedenti iniziative, in Italia ma anche in Europa.
Comunque l'accampata ha fatto da traino
e da passaggio alla obiettivamente
straordinaria manifestazione del
19.
Nella nostra valutazione – e qui
parliamo di proletari comunisti – valutiamo correttamente la linea
di fondo dei gruppi dirigenti che l'hanno promossa e il suo carattere
politicamente senza prospettive rispetto alla linea e agli obiettivi
che noi rappresentiamo e per cui lavoriamo. Ma la partecipazione
reale alla manifestazione ha mostrato che una cosa è la linea e le
teorie circolanti, altra cosa sono le masse partecipanti che invece
hanno scelto di riempire questa manifestazione di un carattere di
antagonismo sociale e di contrapposizione che ben si colloca dentro
la linea da noi propugnata della rivolta popolare. Per cui questo è
stato il carattere principale che l'ha resa radicalmente differente
in meglio a quella del 15 ottobre. Il 15 ottobre la maggioranza di
quella manifestazione era per direzione e composizione una
manifestazione pacifista e opportunista di destra, che i ribelli
hanno contrastato e in una certa misura smascherato. La
manifestazione del 19 ottobre è stata una manifestazione che, sia
pur con contenuti legati a rivendicazioni specifiche, propugna la
rivolta sociale. Questo è un dato di fatto che bisogna riconoscere,
per dare il giusto valore alla giornata del 19 e per trarre noi
stessi le conseguenze nel valutare il nostro agire.
Dobbiamo riconoscere da parte nostra anche una
insufficiente conoscenza delle dimensioni attuali dei movimenti e
anche della vera natura del dibattito che li attraversa.
Tutti abbiamo potuto vedere la
dimensione possente del movimento di lotta per la casa a Roma che è
un movimento popolare di massa in cui sono presenti in massa gli
immigrati, un movimento che ha rigenerato alcune aree dei centri
sociali ridandogli una dimensione di massa che non si conosceva da
tempo. A questo movimento si sono agganciati numerosi settori
giovanili, studenteschi e non, di carattere antagonista, spesso
comunista e rivoluzionario che sono collegati, e in questa
manifestazione quasi fusi, con questo movimento. Questo movimento è
entrato in simbiosi, pur nelle sue notevoli differenze, con il
movimento No Tav e altri movimenti sul territorio. E' questa miscela,
che la manifestazione ha realizzato, che esprime un potenziale
antagonista e rivoluzionario di cui bisogna cogliere la natura e la
portata. Da parte nostra, siamo decisamente per la rivolta sociale e
popolare come brodo di coltura e tappa di passaggio della prospettiva
della rivoluzione, del partito della rivoluzione, del fronte unito,
della costruzione della forza di combattimento delle masse.
Di un movimento di questa natura non
dobbiamo diventare gli specialisti nel vederne i limiti, ma è tempo
di vederne le potenzialità.
La lotta per la casa e il movimento di
lotta per la casa, per le rivendicazioni che pone, se mantiene questa
dimensione di composizione, questo spirito di conquista e di
ribellione, non può trovare da parte di Stato, governo, Enti locali
una risposta che lo pacifichi, per cui la scelta dello Stato non può
che essere quella dell'ordine pubblico. Lo stesso discorso possiamo
fare sul territorio per i movimenti che hanno base territoriale, No
Tav, No Muos, ecc.
Questa situazione crea le potenzialità
di un movimento di contestazione globale che si diffonda anche nelle
scuole, nelle università, nelle città; Roma e il 19 ottobre può
innescarlo in forme non temporanee. Stato, padroni,partiti, mass
media fanno il resto, diventando fattori positivi della
radicalizzazione sociale e politica del movimento stesso.
Bisogna prestare meno attenzione a ciò
che il movimento dice e scrive di sé (che va radicalmente criticato
dal punto di vista del proletariato, del mlm e della rivoluzione
proletaria e socialista) da quello che realmente è.
Proletari Comunisti, le nostre organizzazioni hanno idee, piani e potenzialità
per stare in esso come 'pesci nell'acqua'.
Collegato a questo è il carattere
dell'ala ribelle militante che anche a Roma si è manifestata
chiaramente.
La prima cosa da dire è che non si
tratta di black block. Il nero dell'immagine è alimentato dalla
mitologia della borghesia, ma sotto il vestito c'è il rosso, e
dentro questo rosso sempre più c'è gioventù proletaria e
studentesca che al di là delle appartenenze coltiva un sogno e
interpreta un sogno, quel sogno e quella interpretazione non è
distante dal nostro, che abbiamo chiamato progetto Red block.
E lì che
vogliamo che vada a parare, è lì che noi dobbiamo arrivare.
Su questo proletari comunisti deve
essere intransigente, all'esterno e all'interno, non abbiamo nessuna
critica da fare, abbiamo solo una strada, un'organizzazione, un
progetto da indicare, e un luogo dove operare.
La nostra presenza il 19 è stata
chiaramente ancora lontana e distante dalla linea che qui è
proposta ma , il 19 getta un
pezzo di luce su come interpretare qui ed ora, nella nostra mente e
progressivamente nella nostra azione
Il nemico è sempre uno ed uno solo in diverse formerevisionismo, opportunismo, pacifismo, economicismo,
burocratismo, gruppettarismo.
Giustamente abbiamo scelto di stare
sciolti nel movimento e non da piccola setta separata alla
manifestazione del 19, il nostro essere sciolti è al servizio di
diventare sempre più avanguardie, comunista e non anarchica, proletaria e non
del rivoluzionarismo piccolo borghese, ma
avanguardia reale che vuol dire: coscienza superiore, saper guidare,
avere dietro gli altri, in tutte le circostanze possibili.....
28.10.13
Nessun commento:
Posta un commento