lunedì 28 ottobre 2013

pc 28 ottobre - Proletari Comunisti discute al suo interno le giornate del 18 e 19 ottobre

da un intervento

...le 2 manifestazioni del 18 e del 19 ottobre hanno avuto una riuscita di numeri e di contenuti, di quantità e di qualità superiore alle previsioni anche nostre. Sono state, quindi, nel nostro giudizio finale: una grande manifestazione del sindacalismo di base e di classe contro il governo e le politiche della UE; una enorme manifestazione del movimento per la casa, dei movimenti No Tav, e in misura ridotta No Muos, dei centri sociali, collettivi, realtà organizzate e autorganizzate appartenenti principalmente all'area che possiamo definire genericamente antagonista.
Il valore principale della prima manifestazione è dato dal suo carattere unitario dell'area del sindacalismo di base e di classe. La riuscita della manifestazione non corrisponde alla riuscita dello sciopero generale né ad una significativa presenza della classe operaia e degli operai di fabbrica. In questo senso le critiche, le valutazioni preventive che abbiamo fatto rispetto allo sciopero restano tutte valide,  ma resta valida, quindi, e confermata la scelta che abbiamo fatto di realizzare una nostra presenza nazionale con i rappresentanti delle lotte che stiamo organizzando e per portare alla manifestazione la nostra piattaforma....
... è risultata inesatta la nostra valutazione sulla riuscita della stessa e dell'impatto generale che la manifestazione del 18 può avere nella lotta sindacale di classe. In questa manifestazione la nostra presenza è stata corrispondente alle nostre decisioni, sia al concentramento che nello svolgimento del corteo. Mentre per effetto della sottovalutazione della portata della manifestazione è stata sbagliata la scelta di dare poco peso al finale della stessa.
Le condizioni non ci hanno permesso di andare al ministero del lavoro, ma la scelta del Ministero del lavoro, era stata fatta anche per la sottovalutazione del momento finale della manifestazione, questo ci ha impedito di concentrarci nello sforzo di un intervento finale dal palco che potesse avere anche un carattere di unità/rottura corrispondente all'unità/differenza con cui abbiamo partecipato alla manifestazione.
Comunque la manifestazione ha posto condizioni positive per rivendicarla da parte nostra e lanciare la linea del fare di più corrispondente alla nostra posizione e alla piattaforma.
Per sintetizzare brevemente in questa prima nota, le nostre parole d'ordini sono:
E ora sciopero per davvero! E ora organizziamo e rafforziamo il sindacalismo di base e di classe nelle fabbriche! E ora una piattaforma reale, generale e particolare, la nostra, contro padroni e governo! E ora unità e patto di unità di azione del sindacalismo di base e di classe! E ora contro la legge fascista sulle Rsu boicottaggio del sindacalismo confederale e presentazione unitaria, là dove è possibile!

La scelta della 2 giorni che noi abbiamo criticato perchè in un certo senso toglieva le rivendicazioni della casa, del reddito, dei movimenti dalla piattaforma dello sciopero generale e riduceva l'impatto di esso e della manifestazione nazionale del 18, conserva la sua ragione di fondo, ma dobbiamo riconoscere alla luce dei risultati che essa ha avuto una riuscita complessiva che non contrasta affatto con il percorso da noi indicato ma può essere visto come una tappa dentro il suo cammino.
Perchè c'è anche da dire che una volta che si è fatta la scelta dei 2 giorni, toccava anche ai sindacati di base essere davvero più presenti alla manifestazione del 19.
La scelta dell'accampata è stata una variazione positiva nello sviluppo tradizionale di questo tipo di manifestazioni, e non tanto per i dibattiti che erano previsti che sono stati poca cosa, tranne la bella e determinata azione delle donne del Mfpr e dell'area, quanto per il clima generale che ha permesso un flusso permanente di compagni e compagne, di socializzazione, di contaminazione positiva, di una sorta di piazza sicuramente migliore per contenuti e composizione delle piazze “indignate” di altre precedenti iniziative, in Italia ma anche in Europa.
Comunque l'accampata ha fatto da traino e da passaggio alla obiettivamente 
straordinaria manifestazione del 19.
Nella nostra valutazione – e qui parliamo di proletari comunisti – valutiamo correttamente la linea di fondo dei gruppi dirigenti che l'hanno promossa e il suo carattere politicamente senza prospettive rispetto alla linea e agli obiettivi che noi rappresentiamo e per cui lavoriamo. Ma la partecipazione reale alla manifestazione ha mostrato che una cosa è la linea e le teorie circolanti, altra cosa sono le masse partecipanti che invece hanno scelto di riempire questa manifestazione di un carattere di antagonismo sociale e di contrapposizione che ben si colloca dentro la linea da noi propugnata della rivolta popolare. Per cui questo è stato il carattere principale che l'ha resa radicalmente differente in meglio a quella del 15 ottobre. Il 15 ottobre la maggioranza di quella manifestazione era per direzione e composizione una manifestazione pacifista e opportunista di destra, che i ribelli hanno contrastato e in una certa misura smascherato. La manifestazione del 19 ottobre è stata una manifestazione che, sia pur con contenuti legati a rivendicazioni specifiche, propugna la rivolta sociale. Questo è un dato di fatto che bisogna riconoscere, per dare il giusto valore alla giornata del 19 e per trarre noi stessi le conseguenze nel valutare il nostro agire.
Dobbiamo riconoscere da parte nostra anche una insufficiente conoscenza delle dimensioni attuali dei movimenti e anche della vera natura del dibattito che li attraversa.
Tutti abbiamo potuto vedere la dimensione possente del movimento di lotta per la casa a Roma che è un movimento popolare di massa in cui sono presenti in massa gli immigrati, un movimento che ha rigenerato alcune aree dei centri sociali ridandogli una dimensione di massa che non si conosceva da tempo. A questo movimento si sono agganciati numerosi settori giovanili, studenteschi e non, di carattere antagonista, spesso comunista e rivoluzionario che sono collegati, e in questa manifestazione quasi fusi, con questo movimento. Questo movimento è entrato in simbiosi, pur nelle sue notevoli differenze, con il movimento No Tav e altri movimenti sul territorio. E' questa miscela, che la manifestazione ha realizzato, che esprime un potenziale antagonista e rivoluzionario di cui bisogna cogliere la natura e la portata. Da parte nostra, siamo decisamente per la rivolta sociale e popolare come brodo di coltura e tappa di passaggio della prospettiva della rivoluzione, del partito della rivoluzione, del fronte unito, della costruzione della forza di combattimento delle masse.
Di un movimento di questa natura non dobbiamo diventare gli specialisti nel vederne i limiti, ma è tempo di vederne le potenzialità.
La lotta per la casa e il movimento di lotta per la casa, per le rivendicazioni che pone, se mantiene questa dimensione di composizione, questo spirito di conquista e di ribellione, non può trovare da parte di Stato, governo, Enti locali una risposta che lo pacifichi, per cui la scelta dello Stato non può che essere quella dell'ordine pubblico. Lo stesso discorso possiamo fare sul territorio per i movimenti che hanno base territoriale, No Tav, No Muos, ecc.
Questa situazione crea le potenzialità di un movimento di contestazione globale che si diffonda anche nelle scuole, nelle università, nelle città; Roma e il 19 ottobre può innescarlo in forme non temporanee. Stato, padroni,partiti, mass media fanno il resto, diventando fattori positivi della radicalizzazione sociale e politica del movimento stesso.
Bisogna prestare meno attenzione a ciò che il movimento dice e scrive di sé (che va radicalmente criticato dal punto di vista del proletariato, del mlm e della rivoluzione proletaria e socialista) da quello che realmente è. 
Proletari Comunisti, le nostre organizzazioni hanno idee, piani e potenzialità per stare in esso come 'pesci nell'acqua'.
Collegato a questo è il carattere dell'ala ribelle militante che anche a Roma si è manifestata chiaramente.
La prima cosa da dire è che non si tratta di black block. Il nero dell'immagine è alimentato dalla mitologia della borghesia, ma sotto il vestito c'è il rosso, e dentro questo rosso sempre più c'è gioventù proletaria e studentesca che al di là delle appartenenze coltiva un sogno e interpreta un sogno, quel sogno e quella interpretazione non è distante dal nostro, che abbiamo chiamato progetto Red block. 
E lì che vogliamo che vada a parare, è lì che noi dobbiamo arrivare.
Su questo proletari comunisti deve essere intransigente, all'esterno e all'interno, non abbiamo nessuna critica da fare, abbiamo solo una strada, un'organizzazione, un progetto da indicare, e un luogo dove operare.

La nostra presenza il 19 è stata chiaramente ancora lontana e distante dalla linea che qui è proposta ma  , il 19 getta un pezzo di luce su come interpretare qui ed ora, nella nostra mente e progressivamente nella nostra azione
Il nemico è sempre uno ed uno solo in diverse formerevisionismo, opportunismo, pacifismo, economicismo, burocratismo, gruppettarismo.
Giustamente abbiamo scelto di stare sciolti nel movimento e non da piccola setta separata alla manifestazione del 19,  il nostro essere sciolti è al servizio di diventare sempre più avanguardie, comunista e non anarchica, proletaria e non del rivoluzionarismo piccolo borghese, ma avanguardia reale che vuol dire: coscienza superiore, saper guidare, avere dietro gli altri, in tutte le circostanze possibili.....

28.10.13

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