Ieri
corteo a Lisbona contro la Troika. E' stato abbastanza grande e tutto
viene descritto abbastanza bene da questi articoli (il primo e' di un
piccolo collettivo di Napoli, un loro compagno era a Lisbona ieri).
Gli
articoli sono abbastanza esaustivi ma sono un po' troppo "contenti"
di come è andata la giornata di ieri che comunque ha mostrato dei
limiti.
Qui a Lisbona, i numeri sono stati effettivamente buoni ma in realtà sono stati inferiori ai due cortei che lo stesso comitato "Que se lixe a Troika" aveva organizzato l'anno scorso e questo un po' ha depresso gli animi. Oggi tutti provano giustamente a valorizzare e rilanciare ma si è convinti che quello che si è mosso è ancora davvero troppo poco.
Qui a Lisbona, i numeri sono stati effettivamente buoni ma in realtà sono stati inferiori ai due cortei che lo stesso comitato "Que se lixe a Troika" aveva organizzato l'anno scorso e questo un po' ha depresso gli animi. Oggi tutti provano giustamente a valorizzare e rilanciare ma si è convinti che quello che si è mosso è ancora davvero troppo poco.
Non
si puo' dire che fosse un corteo inferiore alle aspettative perché
già nelle settimana precedenti si era capito che non si sarebbe
riusciti a "sbonnare" e molti compagni erano scettici su
come sarebbe andato, ma praticamente tutti sono convinti che si
poteva comunque fare molto meglio, specie a Lisbona. Corteo
sicuramente grande ma il salto di qualità numerico che si sperava di
fare con questa manifestazione di certo non c'è stato e al di là
delle parole d'ordine lanciate dal palco e della rabbia che si
percepiva nel corteo, gli animi erano abbastanza sconsolati per un
corteo che risulta essere una replica sbiadita di quelli dell'anno
scorso che avevano piu' persone e hanno visto anche maggiore
conflittualità.
Gli
organizzatori all'inizio avevano paventato l'ipotesi di fare una
specie di assemblea\comizio finale sugli scaloni del parlamento, che
come dice l'articolo della Cuoca di Lenin, erano stati il luogo dello
scontro dell'altra volta. Alla fine in realtà hanno posto un palco
all'inizio della scalinata e questo ha funzionato anche da deterrente
per eventuali "fughe in avanti" verso il portone del
parlamento da parte di collettivi e gruppi piu' "vivaci".
La polizia qui in Portogallo è praticamente assente, davanti al
parlamento ce ne saranno stati una decina senza nessun tipo di
equipaggiamento, solo in divisa.
Infine,
i sindacati hanno già proclamato una serie di scioperi (già
tredici, per adesso) sopratutto nei trasporti che culmineranno l'8
novembre con lo sciopero generale del pubblico impiego.
Altre cose che si possono notare è l'assenza del Pcp in questo tipo di manifestazioni. Il loro contributo non va al di là di un mero appoggio formale, della presenza di qualche deputato ai cortei e della sporadica presenza di qualche loro militante a titolo individuale. Nonostante sia una organizzazione forte, sia nei posti di lavoro con il suo ramo sindacale (CGTP) sia come militanti e come elettorato (è andato molto bene alle ultime elezioni comunali), in queste situazioni è totalmente assente e disinteressata. Molto piu' presente il Bloco de Esquerda che però conta davvero poco se si escludono i "movimenti di opinione" (in senso negativo).
Da segnalare questo gruppo http://www.mas.org.pt/ per il suo spezzone molto partecipato e molto "rumoroso", hanno intonato slogan dall'inizio alla fine, usano molto adesivi e cartelli e si sono fatti notare. Da come ho capito sono fuoriusciti (credo da sinistra) del Bloco de Esquerda.
Altre cose che si possono notare è l'assenza del Pcp in questo tipo di manifestazioni. Il loro contributo non va al di là di un mero appoggio formale, della presenza di qualche deputato ai cortei e della sporadica presenza di qualche loro militante a titolo individuale. Nonostante sia una organizzazione forte, sia nei posti di lavoro con il suo ramo sindacale (CGTP) sia come militanti e come elettorato (è andato molto bene alle ultime elezioni comunali), in queste situazioni è totalmente assente e disinteressata. Molto piu' presente il Bloco de Esquerda che però conta davvero poco se si escludono i "movimenti di opinione" (in senso negativo).
Da segnalare questo gruppo http://www.mas.org.pt/ per il suo spezzone molto partecipato e molto "rumoroso", hanno intonato slogan dall'inizio alla fine, usano molto adesivi e cartelli e si sono fatti notare. Da come ho capito sono fuoriusciti (credo da sinistra) del Bloco de Esquerda.
(Vladimir
da Lisbona)
“Que se lixe a Troika!” : successo per le manifestazioni in Portogallo contro il governo e contro il FMI
Posted
on 27/10/2013
by la
cuoca di lenin
Quasi
20.000 persone a Lisbona, altre migliaia a Porto, centinaia di
lavoratori, studenti, disoccupati in piazza nelle principali
cittá del paese: la manifestazione convocata dal coordinamento
“Que se lixe a Troika” é stata indubbiamente un successo.
A
una sola settimana di distanza dalle manifestazioni convocate
dalla CGTP, il popolo portoghese é di nuovo in piazza contro il
governo di Passos Coelho, contro le politiche affamatorie che i
lavoratori portoghesi stanno subendo per le politiche di tagli
imposte dal FMI.
Complice
nel riempire le piazze, oltre al sole che é tornato a farsi
vedere sull’Atlantico, l’approvazione del Orçamento do
Estado 2014 (la nostra legge Finanziaria), che conferma le
peggiori previsioni delle organizzazioni sindacali e politiche
d’opposizione:
tagli salariali di circa il 10% per la quasi totalitá del
pubblico impiego, un taglio complessivo nella spesa per il
personale pubblico di 969 milioni di euro (di cui circa la metá
derivante da tagli alla scuola), allungamento del’etá
pensionabile a 66 anni a partire dall’anno prossimo, conferma
dell’IVA al 23%, aumento delle tasse su bevande, sigarette,
mercato energetico, 300, 4 milioni di euro di tagli alla
sanitá…tutto
questo a fronte di un debito pubblico in crescita rispetto alle
cifre ante intervento del FMI (131,4% a fronte del 97%).
Insomma, come osserva il coordinamento che ha organizzato la
manifestazione, “l’intervento
della Troika e l’azione del governo non hanno nulla a che
vedere con debito e deficit, e sono invece orientate alla
distruzione del Welfare, dei salari, delle pensioni, del sistema
di sostegno alla popolazione e, in ultima analisi, della
democrazia”
Sanzionato,
lungo il percorso del corteo, anche un McDonald: non si è
trattato di nostalgia no-global, ma di un’azione legata
all’annuncio della catena di fast-food di 50 licenziamenti –
formalmente “dimissioni volontarie” – tra donne incinta,
giovani mamme e dipendenti che hanno avuto infortuni invalidanti
sul lavoro.
Nessun
incidente davanti al Parlamento – nel passato i manifestanti
violarono il divieto di occupare la scalinata del palazzo e ci
furono scontri e arresti – ma un palco, quello degli
organizzatori, sul quale si sono susseguiti per oltre un’ora
gli interventi di tutti i soggetti che pagano la crisi, compresi
i lavoratori della televisione pubblica portoghese in
smantellamento e delle poste, sui cui aleggia lo spettro della
privatizzazione.
A
Porto, invece, il corteo ha deciso all’improvviso di deviare
dal percorso concordato: al grido di “le strade sono nostre”
ha superato lo sbarramento della Policia e si é diretto verso
il Municipio.
Rimarcabile
l’assenza dei due pesi massimi della sinistra portoghese, il
PCP e la CGTP: se quest’ultimo puó addurre forse a
motivazione il recente impegno organizzativo per le
manifestazioni del 19 Ottobre (con le annesse
polemiche relative alla gestione), dal PCP nulla piú della
presenza di una delegazione, formata dai deputati Miguel Tiago e
Rita Rato e da Vasco Marques della direzione nazionale dei
giovani comunisti.
Con
una disoccupazione altissima, un aumento esponenziale degli
affitti dovuto alla fine degli affitti “sociali”, con i
tagli sempre piú massicci a scuola, sanitá, trasporti, con un
salario minimo tra i piú bassi d’Europa (566 euro) la cura
per il Portogallo non puó piú essere quella del FMI, ma una
cura a base di scioperi, manifestazioni, proteste crescenti e
continue. Il popolo portoghese l’ha capito: spetta, forse,
alle dirigenze delle organizzazioni della sinistra di classe
trarne le opportune, piú decise e radicali conclusioni.
(da
Contropiano) - ... A
mobilitare migliaia di persone, questo sabato, non è stato il
sindacato, che pure ha partecipato alla mobilitazione, ne le varie
realtà politiche della sinistra anticapitalista portoghese, comunque
anche loro presenti, bensì un comitato di cittadini, nato nel
settembre del 2012 su pochi e chiari punti politici: per le
dimissioni del governo di Coelho e contro i diktat imposti dalla
Troika.. in altre parole, contro questo sistema di potere e contro
questa sistema – Europa.
Lo
slogan di propaganda “Não há becos sem saída” ossia “non ci
sono vicoli ciechi” porta alla luce una questione fondamentale per
il superamento della crisi: non esiste un'unica via d’uscita dalla
crisi, non è l’unica forma di sopravvivenza economica, la via che
prevede il taglio dei salari e della spesa sociale, l’aumento delle
pensioni e la privatizzazione dei servizi! Occorre ripensare un nuovo
sistema, occorre mettersi in gioco e organizzare la lotta per la
conquista di un futuro dignitoso... “L’aiuto economico che ci è
stato dato ha portato l'attuazione di misure politiche devastanti che
hanno portato all’aumento esponenziale della disoccupazione,
dell'insicurezza, della povertà e delle disuguaglianze sociali, alla
svendita della maggior parte dei beni dello Stato, a tagli compulsivi
in materia di sicurezza sociale, istruzione, sanità e cultura in
modo che tutti i soldi siano canalizzati a pagare e ad arricchire chi
specula sul debito sovrano. Dopo anni di austerità sotto intervento
esterno, le nostre prospettive, le prospettive della maggior parte
delle persone che vivono in Portogallo, stanno peggiorando”. Questa
è la premessa su cui nasce il comitato, che oggi mobilita migliaia
di persone, attivisti e militanti ma anche lavoratori “senza
partito”: gente stanca di tagli e che non ha piu intenzione di
pagare un debito che non gli appartiene.
“Grecia,
Spagna, Italia, Irlanda, Portogallo, i paesi in ostaggio della Troika
e della speculazione finanziaria perdono la sovranità e si riducono
come tutti i paesi ai quali la troika impone questo regime di
austerità”.
Il
comitato chiede al governo portoghese le dimissioni, e di più..
chiede un atto di sovranità al governo stesso, e come prospettiva la
possibilità per il popolo di decidere con un referendum se accettare
o meno i diktat e le misure imposte dall’Unione Europea.
Il
corteo di ieri era caratterizzato dagli stessi slogan lanciati la
settimana scorsa: “Fuori l’FMI dal Portogallo” “E' questa
l’ora che il governo vada fuori” “Non un passo indietro”. Dal
palco, le testimonianze di educatori, professori e rappresentanti dei
lavoratori, disegnano la volontà di questo popolo di non piegarsi, e
la necessità di lottare non per se stessi, ma per il bene di tutti.
“Serve un altro 25 d’aprile” gridano in molti, a dimostrazione
che il ricordo della liberazione dal fascismo è ancora vivo nella
popolazione. “Questo governo si sta comportando da fascista, mai
piu il fascismo.. vogliamo un altro 25 aprile!”.
Insomma,
sembra che anche in Portogallo si preannunci un fine autunno pieno di
scioperi e iniziative che metteranno in campo una nuova politica e
una rinnovata determinazione contro le misure di austerity imposte da
Bruxelles e Francoforte.”
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