riflessioni informali sulla guerra di aggressione alla Siria - fatte in occasione della riunione del circolo di proletari comunisti di Taranto - dopo la prima iniziativa del l'11 settembre
SULLA GUERRA IMPERIALISTA CONTRO LA
SIRIA
Gli USA sanno che non possono avere
l'appoggio che hanno avuto nelle altre guerre. Contano sui paesi al
loro servizio, tra i quali c'è l'Italia che è il paese più vicino
agli Usa dal punto di vista economico-militare. La Gran Bretagna ha
avuto una batosta dal suo congresso e ha dovuto fare un passo
indietro, la Francia è attiva soprattutto perchè cerca un ruolo
dopo la Libia.
L'Italia, che stando alle dichiarazioni
non doveva partecipare alla guerra senza voto Onu, dopo le navi ha
già deciso l'invio di nuovo soldati in Giordania.
L'Italia usa la guerra anche per
salvare Berlusconi, il governo, in nome dell'emergenza guerra, potrà
sospendere il voto su Berlusconi. I fatti sono collegati non separati
come dice Letta, Pd.
Il vero ostacolo alla guerra è la
Russia. La Siria è il principale paese amico della Russia in Medio
Oriente. Ma se ai russi verrà data garanzia che mantengano il
controllo e che i loro interessi non saranno toccati, daranno
l'assenso all'intervento.
La guerra si fa sulla base di interessi
concreti e ogni paese deve avere il suo tornaconto. Se la Siria resta
sotto controllo russo, non ne trae vantaggio la Turchia che così non
potrebbe diventare potenza egemone nella zona, per questo la Turchia
vuole la guerra. Israele ha il problema dei palestinesi, dell'Iran,
vuole la guerra per avere il pretesto di distruggere i palestinesi e
se partecipa vuol dire che gli Usa gli danno questa garanzia. L'Iran
ha cambiato direzione su tutto e non aspetterà di essere attaccata.
Questo complesso di situazioni rendono
i piani di ciascuno non applicabili. Quindi gli esiti di una guerra
alla Siria sono imprevedibili.
Il governo Obama viene attaccato da
destra perchè è “debole”, viene attaccato dalla sua base di
sostegno perchè è come Bush. Questo fa di Obama un psicolabile, una
variabile impazzita. Gli Usa hanno sollevato una pietra che ricadrà
sui loro piedi. E l'incendio in corso è globale.
L'Italia farà ciò che dicono gli Usa,
anche se andasse al governo Grillo o Vendola. Il sistema di comando
non risponde al governo italiano ma agli Usa. O i governi si adeguano
o vengono bypassati. Gli interessi economici dell'Italia non sono in
sintonia con gli Usa, ma chi controlla questi altri interessi non ha
il potere in mano. L'Italia è il primo fornitore di armi della
Siria, quindi gli industriali italiani dovrebbero essere interessati
a sostenere la Siria. Ma la gestione di politica estera non
rispecchia questo fatto. Lo abbiamo già visto con la Libia, prima
l'Italia era molto amica di Gheddafi, poi gli ha fatto la guerra.
Sono, quindi, i movimenti degli Usa
fondamentali.
Nei piani di intervento in Siria, in
due l'Italia ha un ruolo principale, se la guerra deve essere fatta
con navi e aerei, l'Italia è importante, e in questo l'asse centrale
è Taranto/Sigonella.
Tutte la forze sociali a Taranto
dovranno posizionarsi. A Taranto le forze pacifiste sono passate in
blocco all'ambientalismo, e quindi non sono più attive come prima
contro la guerra. La Magistratura nella sua battaglia ambientalista,
secondo alcune fonti, sarebbe anche pilotata, perchè non si muove se
non ha una copertura. La Marina Militare ha cercato una
collaborazione con la città attraverso il discorso delle “aree
dismesse”. La situazione quindi è vischiosa.
Proletari comunisti con l'iniziativa di
giovedì 11 settembre a Taranto ha aperto la questione della
necessaria mobilitazione in città contro la guerra e i suoi
preparativi; c'è anche la novità di Grottaglie come base degli F35.
Anche qui dobbiamo subito esserci, facendo nei prossimi giorni
un'iniziativa a Grottaglie, come l'abbiamo fatta a Taranto. Rispetto
a questa mobilitazione non dobbiamo basarci all'inizio su come la
pensa la popolazione, Grottaglie, per esempio, con gli F35 ci
guadagna, ci guadagna l'Alenia, l'aeroporto, e i cittadini diventano
spettatori, beneficianti. La lotta all'inizio la deve fare chi è
contro la guerra indipendentemente dal luogo in cui vive.
Rispetto alla mobilitazione contro la
guerra, movimenti importanti sono No Dalmolin, No Muos
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