domenica 15 settembre 2013

pc 15 settembre - sulla guerra imperialista alla siria

riflessioni informali sulla guerra di aggressione alla Siria - fatte in occasione della riunione del circolo di proletari comunisti di Taranto - dopo la prima iniziativa del l'11 settembre

SULLA GUERRA IMPERIALISTA CONTRO LA SIRIA
Gli USA sanno che non possono avere l'appoggio che hanno avuto nelle altre guerre. Contano sui paesi al loro servizio, tra i quali c'è l'Italia che è il paese più vicino agli Usa dal punto di vista economico-militare. La Gran Bretagna ha avuto una batosta dal suo congresso e ha dovuto fare un passo indietro, la Francia è attiva soprattutto perchè cerca un ruolo dopo la Libia.
L'Italia, che stando alle dichiarazioni non doveva partecipare alla guerra senza voto Onu, dopo le navi ha già deciso l'invio di nuovo soldati in Giordania.
L'Italia usa la guerra anche per salvare Berlusconi, il governo, in nome dell'emergenza guerra, potrà sospendere il voto su Berlusconi. I fatti sono collegati non separati come dice Letta, Pd.
Il vero ostacolo alla guerra è la Russia. La Siria è il principale paese amico della Russia in Medio Oriente. Ma se ai russi verrà data garanzia che mantengano il controllo e che i loro interessi non saranno toccati, daranno l'assenso all'intervento.
La guerra si fa sulla base di interessi concreti e ogni paese deve avere il suo tornaconto. Se la Siria resta sotto controllo russo, non ne trae vantaggio la Turchia che così non potrebbe diventare potenza egemone nella zona, per questo la Turchia vuole la guerra. Israele ha il problema dei palestinesi, dell'Iran, vuole la guerra per avere il pretesto di distruggere i palestinesi e se partecipa vuol dire che gli Usa gli danno questa garanzia. L'Iran ha cambiato direzione su tutto e non aspetterà di essere attaccata.
Questo complesso di situazioni rendono i piani di ciascuno non applicabili. Quindi gli esiti di una guerra alla Siria sono imprevedibili.
Il governo Obama viene attaccato da destra perchè è “debole”, viene attaccato dalla sua base di sostegno perchè è come Bush. Questo fa di Obama un psicolabile, una variabile impazzita. Gli Usa hanno sollevato una pietra che ricadrà sui loro piedi. E l'incendio in corso è globale.
L'Italia farà ciò che dicono gli Usa, anche se andasse al governo Grillo o Vendola. Il sistema di comando non risponde al governo italiano ma agli Usa. O i governi si adeguano o vengono bypassati. Gli interessi economici dell'Italia non sono in sintonia con gli Usa, ma chi controlla questi altri interessi non ha il potere in mano. L'Italia è il primo fornitore di armi della Siria, quindi gli industriali italiani dovrebbero essere interessati a sostenere la Siria. Ma la gestione di politica estera non rispecchia questo fatto. Lo abbiamo già visto con la Libia, prima l'Italia era molto amica di Gheddafi, poi gli ha fatto la guerra.
Sono, quindi, i movimenti degli Usa fondamentali.
Nei piani di intervento in Siria, in due l'Italia ha un ruolo principale, se la guerra deve essere fatta con navi e aerei, l'Italia è importante, e in questo l'asse centrale è Taranto/Sigonella.
Tutte la forze sociali a Taranto dovranno posizionarsi. A Taranto le forze pacifiste sono passate in blocco all'ambientalismo, e quindi non sono più attive come prima contro la guerra. La Magistratura nella sua battaglia ambientalista, secondo alcune fonti, sarebbe anche pilotata, perchè non si muove se non ha una copertura. La Marina Militare ha cercato una collaborazione con la città attraverso il discorso delle “aree dismesse”. La situazione quindi è vischiosa.
Proletari comunisti con l'iniziativa di giovedì 11 settembre a Taranto ha aperto la questione della necessaria mobilitazione in città contro la guerra e i suoi preparativi; c'è anche la novità di Grottaglie come base degli F35. Anche qui dobbiamo subito esserci, facendo nei prossimi giorni un'iniziativa a Grottaglie, come l'abbiamo fatta a Taranto. Rispetto a questa mobilitazione non dobbiamo basarci all'inizio su come la pensa la popolazione, Grottaglie, per esempio, con gli F35 ci guadagna, ci guadagna l'Alenia, l'aeroporto, e i cittadini diventano spettatori, beneficianti. La lotta all'inizio la deve fare chi è contro la guerra indipendentemente dal luogo in cui vive.
Rispetto alla mobilitazione contro la guerra, movimenti importanti sono No Dalmolin, No Muos

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