Non passa giorno che la contesa elettorale a Milano riservi novità. Dopo il caso Lassini, l’uomo dei manifesti, ecco “scoppiare” il caso Osnato, consigliere comunale della giunta Moratti che è anche direttore area gestionale Aler, indagato per turbativa d’asta e corruzione su esposto presentata da SOS Raket e Usura di Frediano Manzi. E all’orizzonte si intravede il caso Clemente, candidato PDL, intercettato in conversazioni confidenziali, leggi amicali, con boss della ‘ndrangheta. E di fronte ha una realtà che richiederebbe un sommovimento popolare per cacciare questa pletora di corrotti e arroganti, la cosiddetta opposizione che fa? Che si indaghi, che si
dimettano. Ma sono il pedigree di questi personaggi che rendono sempre più improrogabile una risposta adeguata. Il “buon” Osnato è il genero di Romano La Russa, gran fustigatore dei centri sociali e mandante dei tanti sgomberi di case popolari (illegali dice lui), ma che non si è mai visto in azione contro il rachet delle case popolari. Tra l’altro è il tramite in Aler per l’assegnazione di una sede agli Hammer di Lealtà e Azione e il supporto a tutte le iniziative che i camerati organizzano in occasione del 29 aprile in ricordo di Ramelli-Borsani-Pedenovi. Così
come il suo degno compare Clemente non solo è amico di mafiosi ma anche dei loschi figuri delle curve nazistoidi milanesi, prassi consolidata nella estrema destra milanese e che oggi si pratica dagli scranni di Palazzo Marino. “Il vento sta cambiando”, direbbe qualcuno, e anziché spazzare l’aria, e non solo, da questa teppaglia la colloca nelle stanze del potere. E che il vento stia cambiando l’ha detto proprio oggi un’altra anima nera del PDL, la consigliera provinciale Capotosti quella dell’elogio al nazista De Grelle, che ha presentato un'interpellanza per non far deporre una corona di fiori alla lapide di Gaetano Amoroso, giovane antifascista assassinato dai fascisti nell’aprile del 1976, organizzata da una serie di forze che vanno da Memoria Antifascista all’Anpi, Cgil, Punto Rosso e altri. Le motivazioni della Capotosti: troppo vicino come orario e km dalla parata per Ramelli. E senza indugio alcuno il nuovo questore di Milano, Marangoni (uno molto conosciuto a Palermo da studenti, lavoratori, disoccupati, per il suo ruolo di fedele servitore del Potere), ha preso il telefono e chiamati gli organizzatori del ricordo di G.Amoroso gli ha vietato la cerimonia. E loro gli organizzatori che fanno? Si limitano alla serata nella sala, della Provincia, Guicciardini e rinunciano alla deposizione della corona di fiori. Bella difesa dei valori antifascisti, tenendo conto che la stessa Capotosti e Forza Nuova hanno fatto dei comunicati stampa che chiedevano al solerte e fedele questore di negare la stessa sala. Contro questi corrotti-mafiosi-fascisti non servono le lamentele, occorre riprenderli sul serio gli insegnamenti della Resistenza Partigiana che ha mostrato che è necessario e possibile sconfiggere il nazi fascismo.
Circolo proletari comunisti Milano
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