martedì 26 aprile 2011

pc 26 aprile - ancora dibattito per la guerra

da firenze precaria
in replica ad altre note sull'argomento.. vedi nel blog pagine precedenti

Nessuna puzza sotto il naso.
Solo sarebbe tragico, e non sarebbe neppure la prima volta (i precedenti in europa dell'est insegnano), che movimenti di rivolta potenzialmente "giusti" si risolvono in un avanzamento dell'imperialismo. Al momento, nessuna delle rivolte in atto in medio oriente ha scosso seriamente il giogo imperialista, al contrario, assistiamo ad una potente controffensiva che rischia di consegnarci un'area ancora più sottomessa.
Utilizzo 'antimperialista' in senso minimale, per indicare governi che si muovono in autonomia dai paesi occidentali, per propri interessi beninteso, e quindi entrano in conflitto con gli interessi di quei paesi. Non sono necessariamente governi popolari o di sinistra, e di fatto trovano un equilibrio, sempre d'interessi, con lo stesso imperialismo. Ma non sono neppure governi strettamente alleati dell'imperialismo, come le monarchie del golfo.
Si deve fare una distinzione tra la Libia e la Siria, almeno per l'appoggio che quest'ultima dà alla resistenza palestinese e libanese. Se al posto di Assad si installa un governo filo-occidentale, il colpo per la causa palestinese sarà durissimo. Da questo punto di vista, è più che probabile che, colpendo in gheddafi un facile bersaglio, l'imperialismo miri a destabilizzare tutti gli stati che nell'area portano avanti una politica autonoma.
E si deve distinguere anche tra Hamas e Fatah, visto che quest'ultima rappresenta ormai solo una forza collaborazionista, mentre Hamas trae, pur tra notevolissime contraddizioni, la propria leggittimità dal ruolo che svolge nella resistenza.

risposta di proletari comunisti

le considerazioni contenute in questa replica sono in generale giuste dato che sono fatti e sicuramente ripetiano nella denuncia dei piani dell'imperialismo verso governi non ad essi allineati sono da noi condivise
quello che continua a non andare bene in queste posizioni e il non riconoscimento
altrettanto necessario della giustezza delle rivolte che si sviluppano all'interno di questi paesi contro regimi che sono antipopolari e dittatoriali e che difendono interessi interni della borghesia burocratica, compradora di questi paesi non certo in contraddizione con gli interessi generali dell'imperialismo e sicuramente convergenti con altri interessi imperiali esistenti nella zona

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