sabato 13 agosto 2011

pc 13 agosto - un commento sulla crisi scritto a luglio da MC

CRISI
Questa seconda fase della crisi sta mettendo ulteriormente in luce le cause strutturali frutto del sistema capitalista di produzione, analizzabili solo con il metodo marxista.
Sul piano economico, gli interventi che vengono adottati dagli Stati, dagli Usa all'Italia, incastrano la situazione in un circuito senza via d'uscita o sono totalmente insufficienti rispetto alle esigenze del capitale.

Sul piano politico, la destra liberale vince e le scelte sono platealmente di classe, a difesa dei redditi della borghesia e di nuovi pesanti sacrifici solo per le masse – anche questo dagli Usa all'Italia.

“L'accordo-quadro degli Usa prevede un rialzo (di 2.800 o 3000 miliardi di dollari) in due tappe del tetto massimo dell'indebitamento americano” – quindi solo un rinvio del crack e un drogare la capacità di tenuta finanziaria/solvenza del governo - “e un taglio parallelo di circa 3000 miliardi di dollari della spesa pubblica” - quindi taglio alle spese sociali (pensioni, sanità) che andrà ad intaccare le condizioni di vita della popolazione, verso cui già erano venute meno le promesse di più risorse per scuola, trasporti pubblici della nuova presidenza Usa.
Invece “niente nuove tasse”, come voluto dai repubblicani.
Ma queste misure, se da un lato fanno fuori le illusioni anche nel campo della “sinistra” a livello Usa, mondiale ed europeo, compresa l'Italia, sulla “svolta” della presidenza Obama e mostrano, come è subito accaduto per la guerra, che Obama non può e non vuole discostarsi dalla politica di sempre dell'imperialismo Usa e per mantenere il suo governo deve fare forti concessioni alla destra della borghesia, continuando a fingersi democratico; dall'altro rappresentano un palliativo, lasciando intatti problemi di fondo della crisi “E' sconfortante – osserva l'ex consigliere economico di Obama, Larry Summers – che tutta l'energia della classe politica sia dedicata al deficit pubblico, mentre il problema immediato è che la nostra economia è paralizzata per la mancanza di domanda”; “... aumenta il rischio che l'America trascini l'Europa in una ricaduta nella recessione”.
La mancanza di domanda, anche per i nuovi sacrifici previsti da questi tagli dell'accordo, non solo continuerà ma aumenterà. E così il serpente si mangia la coda e il capitale non fa che invischiarsi sempre più nella sua crisi.

La situazione in Italia è ancora più disastrosa, in cui si accumulano e si intrecciano le conseguenze della politica economica mondiale con la crisi economica, vecchia e nuova, italiana.
La realtà è sempre più dura delle parole. Per quanto il governo cerchi di mascherare, la situazione è senza via d'uscita.
Ed è sempre più senza via d'uscita nella situazione attuale per i lavoratori e le masse popolari.
E' chiaro che anche la borghesia vuole uscire da questa situazione e vede che “il paese - come dice – cresce poco e nulla”, e, in questo senso, le sue richieste/pressioni sempre più incalzanti verso il governo sono di misure radicali di liberalizzazione, di semplificazione di quelle norme che ostacolano i suoi piani, di sostegno da parte dello Stato, in termini di infrastrutture, sgravi, fondi, risorse per sostenere il circuito: reddito-domanda-produzione, di riduzione del debito pubblico (attraverso tagli e sacrifici sociali) per attrarre investimenti di capitali.
Rispetto a questo, alla borghesia industriale non possono assolutamente bastare i provvedimenti decisi nella manovra economica di luglio e gli impegni del governo, sia perchè il governo è da tempo screditato – e l'ultimo scivolone pure del Min. Tremonti, uno dei più affidabili agli occhi della borghesia, ha dato un ulteriore colpo alla sua credibilità – sia perchè per i piani veri di “lacrime e sangue” del capitale ci vuole il concorso di tutti, parti sociali, sindacati (tutti) e partiti d'opposizione.
Per questo, ad agosto, dicono che non “andranno in ferie”. La cosa ci dispiace molto, ma si scavano il terreno sotto i piedi con le loro stesse mani.

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