Le truppe israeliane hanno giustiziato a sangue freddo paramedici palestinesi e medici della Mezzaluna Rossa, ha affermato la difesa civile. I loro veicoli avevano i simboli di protezione riconosciuti internazionalmente, eppure le forze israeliane li hanno attaccati senza preavviso.
Il massacro ha portato il numero delle vittime tra i soccorritori di Gaza a 110. La Difesa civile ha
classificato le uccisioni come genocidio e ha chiesto alla comunità internazionale di ritenere Israele responsabile.L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha confermato che le truppe israeliane hanno giustiziato 15 paramedici e soccorritori nel sud di Gaza. Le vittime, tra cui un dipendente dell’ONU, sono state sepolte in una fossa comune nel distretto di Tel Al Sultan a Rafah.
I paramedici erano in missione per salvare dei civili che erano stati colpiti. Le forze israeliane hanno sparato alle loro ambulanze chiaramente contrassegnate, uccidendoli uno a uno, ha affermato l’OCHA. Un funzionario della Mezzaluna Rossa ha riferito che una vittima è stata trattenuta prima di essere giustiziata. Il suo corpo è stato trovato con le mani legate.
L’attacco è avvenuto il 23 marzo, il giorno dopo la nuova offensiva di Israele su Rafah. Un operatore della Mezzaluna Rossa palestinese che faceva parte della missione risulta ancora disperso.
La Difesa civile ha esortato la comunità internazionale a far pressione su Israele perché rispetti il diritto umanitario.
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