giovedì 3 aprile 2025

pc 3 aprile - Dolore Rabbia RIBELLIONE! - dal blog femminismorivoluzionario

 Basta dire NO e si muore!

Sara è stata uccisa a Messina perchè ha detto di NO ad un ragazzo che la perseguitava da due anni.
Un omiciattolo, frustrato può togliere la vita ad una ragazza...
Questi omiciattoli sono fascisti, perchè pieni di misera protervia, non sopportano di essere rifiutati, che le donne possano decidere, ribellarsi. Si abbeverano di humus fascista. L'altra faccia atroce è che lo possono fare!
Ragazze, donne, ribelliamoci prima che questi maledetti possano ucciderci! Ribelliamoci a questo sistema, governo fascista che fa schifosa autopropaganda sulla nostra pelle: aumentano le pene, ma intanto tu muori!

Un'altra di noi uccisa - ANCORA UNA VOLTA: SEMPRE LA STESSA STORIA!

Ieri Sara Campanella, oggi Ilaria Sula. Due giovanissime donne, uccise per mano di un giovane uomo. L’ennesimo femminicidio. L’ennesimo approccio ai fatti che sposta la responsabilità sulla vittima mentre il problema è un altro: un sistema di prevenzione che non funziona.

Era invaghito e non corrisposto”; “Non aveva mai denunciato”; “Non si era accorta del pericolo”.

Le parole pronunciate dal procuratore di Messina non spiegano un femminicidio. Lo minimizzano, lo spostano sulla donna che ha subìto violenza. Ancora una volta, davanti a un femminicidio, si sposta l’attenzione sulla donna, sulla sua presunta incapacità di riconoscere il pericolo, sulla sua mancata denuncia.

Ancora una volta, davanti a un femminicidio, si evita di parlare di un sistema che

non previene, che non intercetta, che non protegge.

Quante volte ancora dobbiamo sentire parole che, invece di interrogarsi sull’assenza di strumenti efficaci di protezione, sottolineano ciò che la donna non ha fatto?

BASTA narrazioni che colpevolizzano le donne. Serve un sistema che prevenga. Serve un impegno concreto delle istituzioni. Serve smettere di chiedere alle donne di salvarsi da sole.

Chi insegna l’affettività ai giovani uomini?

Chi tutela le donne?

Sicuramente non lo Stato. Non questo governo che si fa solo auto propaganda sulla morte di tante ragazze, donne (come ha fatto l'8 marzo) e che crea un humus fascista, di prevaricazione, di esasperato individualismo che fa ritenere normale per tanti uomini reagire col femminicidio alla volontà delle donne, al loro NO.

Ogni anno da gennaio si inizia a contare: in quante saremo stavolta? Chi vive, chi muore, chi sopravvive?

Ilaria e Sara sono state uccise da due giovanissimi uomini che non sanno amare, anche se la stampa vuole dipingerli come innamorati tristi. Ma è una descrizione sbagliata, pericolosa. Amori non corrisposti, cuori infranti: nulla di tutto ciò ha a che fare con l’amore. Ha a che fare con la rabbia verso le donne, l’incapacità di accogliere un no, l’idea che siamo a disposizione e proprietà di un uomo.

Le nuove generazioni stanno crescendo nel periodo storico peggiore perché sono fomentati da un mondo politico e sociale fortemente sessista. Più ci emancipiamo e più aumenta la risposta violenta degli uomini.

Mentre la politica di palazzo si pulisce la coscienza con l’istituzione del reato di femminicidio (che arriva quando già siamo morte, non si combatte la violenza di genere nelle aule di tribunale), le donne sono lasciate a sé stesse di fronte ad istituzioni inutili e costantemente prevenute.

Le scuole sono volutamente spogliate della loro primaria funzione ovvero quello di insegnare. E invece, nessuna educazione sessuale e affettiva, nessuna educazione al consenso, nessuna educazione al rispetto delle libertà di ogni individuo. Anzi: questo governo la osteggia apertamente perché secondo la becera propaganda di destra queste cose non vanno insegnate ai nostri bambini.

Ignorare la prevenzione, ignorare l’importanza della cultura femminista nel contrasto a questi fenomeni vuol dire non avere a cuore il futuro.

E se la politica non vuole ascoltare, se è disposta a lasciarci in balìa del caso (chi sarà la prossima? chi verrà molestata oggi? A chi di noi non verrà accolta dalla polizia una richiesta di aiuto?), noi non retrocediamo un passo. ANZI.

Vogliamo soluzioni. Vogliamo prevenzione. Vogliamo tutela. E, soprattutto, ci vogliamo vive!

La storia ci insegna una cosa: ogni volta in cui noi donne, noi femministe abbiamo fermato il mondo, abbiamo ottenuto sempre maggiori conquiste verso la tanto agognata liberazione.

Non ci siamo, basta stereotipi e pregiudizi nei confronti di noi donne.

BASTA! L'unica strada "che ci difende" dalla violenza sessuale è la nostra lotta.

MFPR

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