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Manifestazione a Torino: scritte sui muri e sulle vetrine, fumogeni e bombe carta. .. il sindaco Lo Russo: «Inaccettabile»
«Imbrattamenti, danneggiamenti al patrimonio e minacce non sono mai giustificabili e vanno condannati con fermezza», dice Lo Russo. Ma da Fratelli di Italia attaccano:«Si scandalizza solo a parole»
In questi minuti le forze dell’ordine stanno passando da tutti gli esercizi commerciali di via Catania per fare foto e chiedere informazioni sulla manifestazione di ieri sera. Scritte sui muri e sulle vetrine, ma anche lanci di fumogeni e bombe carta. Questo quanto successo la venerdì sera a Torino durante un corteo non autorizzato, organizzato da anarchici e antagonisti del centro sociale Gabrio.
«Attraversiamo il quartiere in modo
rumoroso contro i mille volti del razzismo», questo uno degli slogan
scandito dalle persone presenti.
In un centinaio si sono ritrovati
nell’area della movida di Borgo Rossini per manifestare contro le
politiche sull’immigrazione e la gestione dell’ufficio stranieri di
Corso Verona (finito sulle cronache nazionali per le lunghe file che
hanno costretto decine di persona a dormire in strada, passando la notte
al freddo). Durante il tragitto sono state fatte scritte contro la riapertura dei Centri di Permanenza per
il Rimpatrio a Torino, dove il Cpr di corso Brunelleschi è stato chiuso
nel 2023 per le proteste degli stranieri al suo interno.
il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, a proposito del corteo di ieri sera. «Manifestare pacificamente
le proprie idee non ha nulla a che vedere con questi episodi e desidero esprimere la mia solidarietà ai commercianti colpiti, auspicando che i colpevoli vengano al più presto individuati e denunciati», aggiunge il sindaco.Anche il presidente della Circoscrizione 7, Luca Deri, condanna l'episodio, «un corteo dei soliti noti che puntualmente è finito nello stesso modo degli altri. Ovvero danneggiando gli spazi comuni e le proprietà private», dice, auspicando che le forze dell'ordine «abbiano i video degli autori per denunciarli e far pagare loro il ripristino delle aree danneggiate. È ora che chi è colpevole di questi atti ne subisca le conseguenze», conclude, dicendo «basta con i rivoluzionari da cortile».
«Esprimo ferma condanna e profonda indignazione: l'ennesimo e delirante raid vandalico degli antagonisti contro attività commerciali e spazi Comuni nel quartiere Aurora è un gesto spregevole e vergognoso. Auspico che i responsabili siano individuati e chiamati a rifondere i danni ma, qualora ciò non accadesse, che sia il Comune a farlo!». Ad affermarlo Roberto Ravello, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Piemonte. «Anche in questo caso - continua Ravello - la sinistra si scandalizza solo a parole: perché, per esempio, il Presidente di Circoscrizione Deri e la Coordinatrice Inì non dimostrano concretamente il proprio sdegno? Scrivano al Sindaco Lo Russo e si uniscano a noi nel chiedere lo sgombero immediato e reale dei centri sociali di Torino! Spoiler: non lo faranno. Ed è proprio il cerchiobottismo di certa politica a legittimare certe violenze».
Sul caso interviene anche il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Ferrante De Benedictis: «Ennesimo sfregio alla città, da parte dei soliti professionisti del disordine, solo poche settimane fa il procuratore generale ci metteva in guardia sul rischio eversione a Torino. Ed il Sindaco Lo Russo se da un lato condanna, dall’altro fa spallucce ad antagonisti e centri sociali. Basta con dichiarazioni di circostanza, puntualmente sconfessate dai fatti».
Aggressione di anarchici al banchetto di Fratelli d'Italia
È accaduto durante una contestazione, sfociata in rissa, nella campagna elettorale del 2021. Il racconto in aula durante il processo: «Sembrava di stare negli anni Settanta»
L’aggressione del 13 febbraio 2021 al gazebo di Fratelli d’Italia in piazza Foroni rischia di costare caro a due militanti anarchici, ora a processo con l’accusa di lesioni e rapina impropria. I due trentenni (difesi da Claudio Novaro) hanno scelto il dibattimento e ora rischiano una condanna a più di 6 anni di carcere per aver sottratto e strappato provocatoriamente due bandiere, un Tricolore e il vessillo bianco e blu del partito di Giorgia Meloni. È accaduto durante una contestazione, sfociata in rissa, proprio di fronte ai banchetti per la campagna elettorale del consigliere comunale Enrico Forzese. Uno degli imputati deve rispondere anche di lesioni: avrebbe brandito un lucchetto ad arco in metallo (di quelli che si usano per assicurare le bici), scagliandolo sulla nuca di un volontario azzurri.
Le vittime hanno sporto querela, ma oggi non figurano come parti civili nel processo. Inizialmente i carabinieri — grazie ai filmati delle telecamere di sorveglianza e ad alcuni video girati con lo smartphone — hanno individuato quattro persone nel gruppo di contestatori, ma ne hanno identificate solo tre, due ragazzi e una ragazza. La giovane ha incassato l’archiviazione, perché nei frame la si vede allontanarsi pochi istanti prima della rissa.
«Eravamo nella piazza del mercato — ha raccontato in aula un testimone ultrasessantenne — e sono arrivati due uomini e una donna. Avevano tra i 25 e i 30 anni, tutti un po’ travisati. Sembrava di essere tornati negli anni Settanta. Ci hanno urlato fascisti di m.... Ho tentato di discutere con loro civilmente e mi pareva di esserci riuscito». Ma la situazione sarebbe degenerata. «È arrivato un ragazzo in bici, sembrava un black bloc — ha proseguito —. Ha dato un calcio al tavolino e i volantini si sono sparsi per terra. Due ragazzi hanno strappato le bandiere ai lati del gazebo. I miei soci sono partiti per recuperarle. Ho intravisto una catena rigida della bici usata come arma e uno dei nostri perdere sangue dal collo. Quello vestito di nero lo ha agguantato e lo teneva. Il controesame del difensore ha adombrato l’ipotesi della provocazione. Secondo la tesi difensiva, alla domanda «Dov’è Roberto Rosso?» (ex assessore regionale processato per voto di scambio) i giovani di FdI avrebbero risposto con volgarità sessiste e insulti. Inoltre sarebbero stati loro a reagire dopo aver visto gli avversari sfilare le bandiere. Ora la palla passa ai giudici.
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