lunedì 6 gennaio 2025

pc 6 gennaio - Contro genocidio e repressione ribellarsi è giusto! Massima solidarietà alle compagne e ai compagni abruzzesi


Il 28 dicembre a Teramo, al termine di una settimana di mobilitazione in sostegno al popolo palestinese, contro la Leonardo spa che fa profitti sulla guerra e contro il ddl 1660 del nero governo Meloni, si è svolto un partecipatissimo corteo contro guerra, genocidio e repressione, organizzato da varie realtà abruzzesi e marchigiane.

Un corteo ostacolato sin dal suo annuncio dalle autorità, che per non turbare lo shopping natalizio e la piccola borghesia cittadina, volevano relegarlo a vie per lo più  secondarie e buie della città.

Un divieto inaccettabile di fronte al genocidio in atto in Palestina, dove ospedali, campi profughi, scuole, vengono quotidianamente bombardati con la complicità del governo fascista Meloni, dove bambini vengono fatti morire di freddo e di fame, dove giornalisti e personale sanitario vengono uccisi, rapiti e torturati dall’esercito israeliano nel silenzio dei media occidentali.

Così un gruppo di noi, alla fine del corteo, ha deciso di infrangere questo divieto e di arrivare in centro città fino a piazza Martiri, una zona nevralgica della città, resa vera e propria zona “rossa” da interdire a coloro che, per motivi sociali o politici, hanno ben poco da spendere se non la propria rabbia e la propria umanità, e per questo sono ritenuti socialmente pericolosǝ.

Così il primo giorno utile del nuovo anno una decina di compagne e compagni sono statǝ raggiuntǝ da notifiche di inizio indagini relative a quel corteo.

A quelle piazze c’eravamo tuttǝ, soccorso rosso proletario c’era e lo rivendica, perché l’unico modo di lottare contro leggi liberticide e oppressive è violarle, perché i veri criminali sono quelli che pianificano, coprono e sostengono un genocidio, perché i veri criminali sono quelli che vorrebbero eliminare, anche con la repressione, ogni forma di resistenza.

Massima solidarietà allǝ compagnǝ raggiuntǝ dalla repressione!

La storia non si scrive nei vostri tribunali, siete voi i veri criminali!


Soccorso rosso proletario - AQ


India in lotta

 

Thousands of peasants and students take to the streets in India

On December 30 thousands of peasants called for a shutdown and blocked roads at many places across Punjab. The mobilization was called to be observed from 7 am to 4 pm. The peasants carried out a sit-in affecting the vehicles’ movement in a national highway. This mobilization severely affected all the communications in the region. Hundreds of trains have been canceled. The buses have not drive and moreover, the private bus companies’ drivers have joined the mobilization in solidarity with the peasants.

Thousands have taken to the streets, mobilizing, shutting down the shops and restricting the transport on

2025 - anno della liberazione di Georges Abdallah!

 

Chers amis et camarades,

en ce temps traditionnel d'expressions des bons vœux pour cette nouvelle année, que se souhaiter dans un monde de dominations, d'oppressions, d'exploitations et de répressions si ce n'est de faire de cette nouvelle année un nouveau jalon de résistances et de combats parce qu'un autre monde est non seulement possible mais nécessaire et qu'un autre futur est à venir !

Que 2025 soit une année de luttes acharnées partout dans le monde contre

domenica 5 gennaio 2025

A proposito delle “zone rosse”, e delle garanzie individuali costituzionali

Diminuiscono i reati (ma aumentano gli arresti); e forse proprio per rassicurare ancora di più i milanesi, si istituiscono le zone rosse. Che, niente paura (in via del tutto eccezionale, rispetto al main stream, non si intimorisce ma si rassicura soltanto), non sono quelle dell’epoca della pandemia, dove tutta Italia assisteva angosciata all’attribuzione di un colore per poterne desumere i propri residui spazi di libertà, ma sono quelle istituite, richiamando il potere prefettizio ex art. 2 TULPS, con un recentissimo provvedimento milanese, peraltro analogo ad altri del tutto simili adottati a Bologna e Firenze a cavallo degli anni 2018 e 2019.

Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, nella seduta del 27 dicembre, ha infatti sollecitato un provvedimento contingibile ed urgente, poi formalmente adottato dal Prefetto di Milano, che istituisce appunto “zone rosse” al fine di fronteggiare “la presenza di soggetti

Accordo Volkswagen Germania - Lotta giusta ma il sindacalismo della collaborazione di classe è in azione, in Germania come in Italia

 riprendiamo un articolo per informazione e dibattito

“ZUKUNFT VOLKSWAGEN”

“FUTURO VOLKSWAGEN” è il titolo all’accordo fra sindacati e manager della casa automobilistica. I capi della Ig Metal hanno sacrificato  il 10% del salario e la forza operaia in cambio di garanzie occupazionali. Non chiuderanno le fabbriche ma le svuoteranno con 35 mila operai. Agli operai tedeschi il giudizio definitivo.

“FUTURO VOLKSWAGEN” è il titolo all’accordo fra sindacati e manager della casa automobilistica. I capi della Ig Metal hanno sacrificato il 10% del salario e la forza operaia in cambio di garanzie occupazionali. Non chiuderanno le fabbriche ma le svuoteranno con 35 mila operai. Agli operai tedeschi il giudizio definitivo.

Dopo mesi di scontri, minacce di chiusure e licenziamenti, dopo lo sciopero di 100.000 lavoratori ai primi di dicembre, si è conclusa la trattativa tra Ig Metall e Volkswagen. Iniziata il lunedì, ci sono volute 70 ore di riunioni diurne e notturne per arrivare il venerdì successivo, 20 dicembre 2024, alla firma sull’accordo denominato ‘Zukunft Volkswagen’ (‘futuro Vw’), che avrà valenza fino al dicembre 2030. Tutti d’accordo nel Consiglio di sorveglianza, sia i dieci sindacalisti di Ig Metall e di fabbrica, che i dieci rappresentanti del capitale (azionariato privato e di stato della Bassa Sassonia, che ne ha il 20%).

D’ACCORDO ANCHE GLI OPERAI?
D’accordo anche gli operai? Toccherà a loro fare i conti veri sullo scambio salario-posti di lavoro, che taglia i salari e di fatto non elimina i licenziamenti mascherati.
Già a vedere i grandi numeri ce n’è per dubitarne. 743 mila automobili in meno – tagliano la produzione per rispondere alle circa 500 mila della sovrapproduzione di quest’anno. Meno auto da produrre, meno fatica sulle linee? Nemmeno per sogno, le restanti dovranno essere prodotte con 35

La schiavitù è sotto gli occhi di tutti, eppure ci chiamate “invisibili”

Estratto dal libro “Il mio nome è Balbir”, in cui il bracciante indiano Balbir Singh racconta la sua esperienza come schiavo nell’Agro Pontino protrattasi per anni.

Noi schiavi abitiamo accanto a voi, a volte anche dentro le vostre case. Ci potete incontrare per strada, in un cantiere, al supermercato, in fila all’Ufficio Immigrazione della Questura, o mentre pedaliamo su una bicicletta scassata indossando uno zaino enorme per consegnare nelle vostre mani delle gustosissime pizze made in Italy cucinate da molti di noi nelle vostre pizzerie. Cuciamo anche i vostri bellissimi e costosissimi vestiti, quelli dei grandi padroni della moda che voi acquistate indebitandovi per fare bella figura. Costruiamo le grandi navi da crociera sulle quali trascorrete vacanze da sogno nei mari di tutto il mondo, a volte a poche decine di metri dalle spiagge dei Paesi da cui siamo scappati, e lavoriamo l’oro che indossate al collo o al dito.
Ci chiamate “invisibili” ma viviamo sotto i vostri occhi, dentro il vostro mondo. Quello che definite ancora “Primo Mondo”. Per questo siete ipocriti e complici. Avete deciso di non vederci, anche quando siete tanto solidali con noi e dichiarate di stare dalla nostra parte. Come certi sindacati. Pensate di aver fatto la rivoluzione comprando una passata di pomodoro biologica. Però per strada ci evitate toccandovi

sabato 4 gennaio 2025

Con la resistenza palestinese, guerra di popolo fino alla vittoria

Popcorn, zucchero filato e massaggi. All’interno del nuovo ‘resort’ dell’esercito israeliano nel nord di Gaza

 mentre a Gaza i bambini muoiono di fame e sotto le bombe dei nazi/sionisti, tra un massacro e l'altro questi barbara feccia si rilassa per ripartire nel genocidio

Un nuovo rapporto dell’organo di informazione israeliano Ynet rivela un quadro inquietante: mentre i palestinesi nel nord di Gaza rischiano di morire di fame e di essere sterminati, è stato creato un vicino ‘resort’ per i soldati israeliani, che possono rilassarsi e distendersi tra un intervento e l’altro.

Fonte: English version

di Jonathan Ofir, 

Immagine di copertina: Accanto a una macchina per popcorn soldati israeliani preparano zucchero filato all’interno di un ‘resort’ dell’esercito per i soldati nel nord di Gaza. (Via Ynet News)

Mentre le organizzazioni per i diritti umani accumulano rapporti sul genocidio commesso da Israele a Gaza, la società israeliana sta costruendo un muro di negazione che la separa dalla catastrofica realtà di Gaza. Niente è più eloquente di un nuovo reportage su un impianto di desalinizzazione dell’acqua di mare che funge da ‘resort’ per l’esercito israeliano a Gaza. Lunedì, il sito web israeliano Ynet ha pubblicato un articolo in ebraico del suo corrispondente militare Yoav Zeitoun, intitolato “Impianto di desalinizzazione e luogo di villeggiatura con caffè. Documentazione: Ecco come l’IDF [esercito israeliano] si sta preparando per una permanenza prolungata a Gaza”. Zeitoun, che è stato integrato nell’esercito, ha visitato il resort che si trova vicino alla spiaggia nella parte occidentale di Gaza nord. Sebbene non sia stata rivelata l’esatta ubicazione del ‘resort’, Zeitoun ha menzionato Jabalia – l’area a nord di Gaza dove Israele ha lanciato una brutale campagna di pulizia etnica negli ultimi mesi – come zona vicina. Foto e video rivelano l’interno di questo nuovo ‘resort’ per soldati: macchine per popcorn accanto a un distributore di zucchero filato, videogiochi per PlayStation, una sala con una colazione “da hotel” e carne alla griglia. Da un’altra parte, un fisioterapista fa persino dei massaggi.

Controllo della realtà

SABATO 4 GENNAIO 2025 65° sabato di mobilitazione a Milano in solidarietà al popolo palestinese e alla sua Resistenza

CORTEO organizzato dalle associazioni palestinesi
     Ore 15:00 MM Sesto Rondò 
(Via Casiraghi Sesto san Giovanni)       
 
       .... sono più di 200 i giornalisti giustiziati dal regime sionista israeliano proprio per evitare che siano testimonianza diretta del genocidio in corso. Segnaliamo che le prigioni iraniane sono certamente terribili e anche fredde,  come ben minuziosamente descritto dai solerti media nazionali, ma non sono niente in confronto al regime di detenzione dei lager sionisti, come Sde Teiran, in cui proprio in questi giorni è morto il 50esimo ostaggio palestinese per le torture ricevute e per la mancanza di cure mediche. Ma di questi non parla nessuno.

Pubblichiamo il testo del centro sociale Vittoria perchè lo condividiamo in gran parte - proletari comunisti

Che belle parole presidente Mattarella!

La ringraziamo per avere dispensato a piene mani la sua saggezza democristiana e manifestato pienamente il suo ruolo di coscienza democratica nazional-popolare del bel paese. La rassicuriamo, lei è riuscito nel suo intento di piacere a tutti gli schieramenti politici senza alcun minimo distinguo. Abbiamo ascoltato il suo discorso di fine anno e abbiamo ammirato  la sua onestà intellettuale, la sua umanità, il suo soppesare le parole, la sua oggettiva ricostruzione della tragedia delle guerre nel mondo e le sue equanimi e disinteressate parole delle quali ci permettiamo una sintesi... gira notizia che sia morto un bambino per il freddo a Gaza mentre in Ucraina i bambini muoiono perché le bombe russe distruggono le centrali energetiche...

Così abbiamo scoperto che a Gaza si muore per colpa del freddo mentre la cattiva anzi pessima Russia, nemica giurata del pacifico occidente, ammazza i bambini ucraini...

Egregio sig. presidente Mattarella, questa sua esternazione, cosi evidentemente sbilanciata, si commenta da sola e approfittiamo anche per ricordarle che l'antifascismo non è una lapide impolverata a cui portare una corona "alla memoria", ma una scelta di

giovedì 2 gennaio 2025

Messaggi da proletari e proletarie che affrontano il nuovo anno con un maggiore impegno

Da  un lavoratore precario di Palermo
"stringiamoci attorno agli operai Portovesme, Stellantis... Dire basta a questo governo" --  In questo inizio di anno stringiamoci attorno agli operai di Portovesme, la Portovesme srl è un’azienda che produce zinco in Sardegna e in maniera schifosa hanno deciso di chiudere dando la colpa a problemi tecnici ed economici tra cui l’aumento del costo dell’energia. Non è accettabile che le aziende si svegliano la mattina e i padroni buttano in mezzo a una strada decine di famiglie; la crisi esiste e ne siamo consapevoli ma condanniamo in maniera ferma le decisioni prese dai padroni che sfruttano gli operai fino a quando gli serve e poi li buttano via come niente. 
In questo inizio di anno stringiamoci a tutti gli operai che sono a rischio licenziamento, vedi la Stellantis... sono a rischio anche i lavoratori Almaviva... Un sistema economico e sociale maledetto oggi rappresentato dal governo Meloni in questo paese.
Governo Meloni? Perché meravigliarsi e lamentarsi oggi quando questo governo e' stato anche "generato" dall'azione precedente di governi e partiti anche di falsa sinistra?  
Dobbiamo dire basta a questo governo ma non bastano le parole... la lotta contro questo governo non è facile ma se non ci convinciamo come lavoratori e lavoratrici che occorre fare qualcosa che contribuisca a farlo cadere, a cacciarlo per noi sarà solo peggio... Non è pessimismo ma un dato di fatto... 

Da una compagna di Taranto
Auguri a tutti i Popoli in lotta e in Resistenza, che il sangue dei Martiri sia linfa e sia semi, sia esempio per tutti noi e non solo, sia il sangue del nostro stesso sangue. Auguri alla speranza... affinche' la coscienza fiorisca anche attraverso il duro cemento dell'ignavia e insorgano e colpiscano il nemico... che sempre lo stesso, e' visibile, riconoscibile ma anche camuffato. 
 
Da un operaio dell'ex Ilva 
Lo spirito indomito della resistenza palestinese non accenna a fermarsi, che il nuovo anno porti loro i frutti della sofferenza immane di cui si sono fatti carico.

Formazione operaia - Il passaggio dal capitalismo al comunismo - da Stato e rivoluzione di Lenin - Conclusione


Gli ultimi due capitoli di Stato e rivoluzione: "Le basi economiche dell'estinzione dello Stato" e "Il marxismo degradato dagli opportunisti", sono altrettanto importanti perchè guidano la comprensione del passaggio tra capitalismo e comunismo, attraverso un periodo di transizione per cui la stessa società capitalista pone le premesse e ne costruisce le condizioni oggettive, oltre che soggettive nella formazione di una classe, gli operai, che saranno i "becchini" del capitale; per liberarsi dalle stigmate e dalle catene di questo sistema occorre un lungo periodo di trasformazione, economica, politica, ma anche di vita, ideologica, perchè anche le masse, i proletari devono, come dice Marx: "scrollarsi dalle spalle tutto il ciarpame".  

"...il comunismo - scrive Lenin - è generato dal capitalismo, si sviluppa storicamente dal capitalismo, è il risultato dell'azione di una forza sociale prodotta dal capitalismo. In Marx non vi è traccia del tentativo di inventare delle utopie... Marx pone la questione del comunismo come un naturalista porrebbe, per esempio, la questione dell'evoluzione di una nuova specie biologica, una volta conosciuta la sua origine e la linea precisa della sua evoluzione...".

Questa "generazione" del comunismo dal capitalismo, come dice Lenin, si basa su una analisi storico scientifica, non è una "idea" di Marx; il sistema capitalista non è "brutto" (o buono per la borghesia), è un fase storica inevitabile, che sviluppando le forze produttive rende possibile il comunismo in cui le forze produttive liberate dalla catene del modo di produzione capitalista, potranno essere sviluppate, liberate al massimo con la partecipazione di tutta l'umanità non più divisa in classi, in oppressori e oppressi.

Coloro che, lo ripetiamo, si muovono invece sulla base di un giudizio morale del capitalismo e vogliono

Saluto all'UDAP e continuità dell'unità/lotta per la Liberazione della Palestina

Il 1° gennaio 2005 nasceva l'Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP), fondata con l’obiettivo di sostenere la lotta di liberazione del popolo palestinese e promuovere la solidarietà tra i popoli. In questi vent’anni, l’UDAP ha rappresentato una voce chiara e determinata nella difesa della causa palestinese e del movimento di liberazione arabo. Attraverso una prospettiva di classe, abbiamo affrontato ardue sfide e lavorato instancabilmente per costruire una mobilitazione concreta al fianco del popolo e della resistenza palestinese.

Specie alla luce del genocidio in corso in Palestina, questo anniversario non è per noi un momento di celebrazione, ma un’occasione per riflettere sul nostro operato, sul ruolo che ci prefiggiamo di svolgere e sulle sfide che ci attendono. È, soprattutto, un’opportunità per rinnovare il nostro impegno. Oggi, come allora, sebbene la strada verso la libertà e l’autodeterm...

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mercoledì 1 gennaio 2025

Messaggio da Anan in carcere ad una nostra compagna

L'anno finisce come è cominciato - Migranti con donne e bambini morti in mare - Stati e governi imperialisti razzisti e assassini/Governo Meloni/Salvini ASSASSINO

Naufragio davanti a Lampedusa, senza esito le ricerche dei dispersi

Naufragio davanti a Lampedusa, senza esito le ricerche dei dispersi
Sono proseguite senza sosta per tutta la notte le ricerche dei 20 dispersi, tra i quali 5 donne e 3 bambini, nel mare davanti a Lampedusa. I sette superstiti, fra loro c’è un bambino siriano di 8 anni, stanno per essere trasferiti dall'hotspot di contrada Imbriacola al porto di Lampedusa per lasciare l'isola, diretti a Porto Empedocle con il traghetto di linea. Videochiamata tra il bambino sopravvissuto e il papà che vive in Germania,

La scrittrice palestinese Susan Abulhawa parla alla Oxford Union

USA dopo il grande sciopero Amazon ora tocca a Starbucks - la lotta operaia è forza di cambiamento

...



Dopo lo sciopero più grande della storia che ha coinvolto per diversi giorni i magazzini di Amazon, è iniziato lo sciopero diffuso che coinvolge più di 5000 lavoratori della catena di ristorazione globale Starbucks di negli Stati Uniti.
Come successo per Amazon dalle prime ore del mattino i picchetti dei lavoratori e lavoratrici hanno bloccato totalmente gli ingressi ai punti di accesso dei negozi della catena Starbucks a livello nazionale, provocando uno stop totale delle attività.
La lotta dei lavoratori Starbucks e Amazon è un segnale importante che deve essere necessariamente supportato e riprodotto a livello internazionale e nazionale, dando consecutività e riproducibilità alle istanze di lotta e rivendicazione che hanno delle parole d’ordine ben chiare : contratti unici e migliorativi per tutti i lavoratori e le lavoratrici a livello globale, riconoscimento delle organizzazioni sindacali all’interno dei luoghi di lavoro e riconoscimento del diritto di sciopero.....

La lotta operaia è forza di cambiamento - Belgravia Bergamo

 dal blog slai cobas per il sindacato di classe

L’ESEMPIO DEGLI OPERAI IN LOTTA E’ FORZA DI CAMBIAMENTO

 

Belgravia, fascismo padronale e condizione simili al lavoro dei campi dentro la fabbrica.

... un nuovo sciopero degli operai Belgravia, finito con una nuova irruzione dentro il centro commerciale Due Torri dove si trova uno degli importanti clienti Esselunga.

Dentro il centro commerciale l’impatto degli operai in sciopero con la massa popolare che affollava i corridoi è stato sostanzialmente positivo

qualcuno accettava volentieri i volantini, perché erano d’accordo con noi, se voi andate contro Salvini siamo contenti, siamo con voi’; qualcuno rifiutava, come il fascismo, e qui c’è tanto fascismo, ma se sono persone oneste, lavoratori normali come noi, erano d’accordo con noi’; Qualcuno era anche felice di prendere il volantino, vuol dire che quello che stiamo facendo è una bella lotta’

Diverse anche le testmonianze di vicinanza alla causa del popolo palestinese.

Il vigilante che ha cercato di mettersi in mostra provando a strappare il megafono, mollando il colpo davanti ai lavoratori, ha confermato come il nero governo Meloni/Salvini sia un pericoloso richiamo per ogni genere di topi di fogna. Lo sciopero è scattato per rispondere alla repressione padronale diretta contro i lavoratori che scioperano, per piegarli, per dividerli dal sindacato. Al centro anche le rivendicazioni per gli aumenti salariali, il rientro dei lavoratori precari, per la salute e la sicurezza. L’applicazione del contratto agricolo alla fabbrica condiziona e peggiora il lavoro operaio alle linee di produzione nello stabilimento, con la cosiddetta stagionalità dei contadini e con una paga più bassa di quella dei contratti industriali. Anche dentro queste fabbriche serve guardare quando governo e stampa amica e non, esaltano i dati occupazionali: assunzioni precarie per 6, 8, 16 anni filati sempre agli stessi operai, per una fabbrica in continuo sviluppo, il raddoppio dei capannoni, 300.000 euro solo l’anno scorso dal PNRR per rinnovare le linee di produzione industriali, ma gli operai vengono chiamati contadini e la precarietà e’ coercizione alla sottomissione. Gli operai, durante la giornata di sciopero e manifestazione hanno rivendicato lavoro non guerra, solidarizzato con il popolo palestinese, per la fine del genocidio, per fine dell’occupazione Israeliana, perché la lotta per il lavoro è contro gli stessi padroni imperialisti che opprimono i popoli. Hanno portato la denuncia contro il governo Meloni e la manovra economica che investe negli negli armamenti, finanzia le aziende, lasciando le briciole per i servizi sociali, scuola, casa, il lavoro, la sanità pubblica... tutti buoni motivi che chiamano alla rivolta sociale.

nei video alcuni momenti della protesta dentro il centro commerciale

https://drive.google.com/file/d/19EEZ9v-6V8Ith0b4MZUz5fOj1cnVnElY/view?usp=sharing

https://drive.google.com/file/d/19T6ypp9VDzOnOLIxZfKOChGxZ2OkiuTz/view?usp=sharing

Cisl - avanza il colletaralismo con padroni e governo in chiave neocorporativa e moderno fascista

 dalla stampa

Sbarra lascia la Cisl. È Fumarola la designata alla successione

Il segretario intende rispettare il limite dei 65 anni, età che preclude la permanenza alla segreteria

Luigi Sbarra (in foto) lascerà, dopo quattro anni, il suo ruolo di segretario generale della Cisl l'anno prossimo. «Rispetterò lo statuto onorando le regole, come è giusto che sia», ha dichiarato ieri in un'intervista ad Avvenire. A febbraio 2025 compirà 65 anni, età che preclude - secondo le regole che si è dato il sindacato di Via Po - la possibilità di far parte delle segreterie locali e nazionali (pensionati esclusi). Si tratta di una norma introdotta dal suo predecessore Annamaria Furlan, uscita a 62 anni perché pensionanda del settore postale, e alla quale Sbarra non intende derogare. Il passaggio, tuttavia, avverrà nel solco della continuità. Nell'intervista il segretario uscente ha praticamente designato il successore nel segretario generale aggiunto Daniela Fumarola. «Penso che - ha detto - abbia il profilo giusto per guidare la Cisl nei prossimi anni con responsabilità, autorevolezza, pragmatismo, autonomia