Decine di lavoratori hanno animato la protesta del 1 luglio a Bergamo, con la solidarietà e il sostegno al popolo che in India lotta e resiste per rovesciare il regime fascista hindutva di Modi, della repressione, con l’operazione Kahaar, una guerra interna contro lo stesso popolo indiano, ‘per eliminare entro il 2024 i maoisti', la guerra popolare dal paese, con il genocidio delle popolazioni tribali Adivasi.
Un governo imperialista che ha cementato i suoi rapporti già molto estesi commerciali e di guerra col nostro governo proprio nel G7 di Puglia, mostrando la particolare vicinanza a Meloni, moderno fascista che sta trascinando il paese sempre più nel conflitto globale.
Un governo che tra l’altro ha già teso la sua rete di controllo e potere su di una grossa fetta dell’informazione. Tanto da rendere necessaria la controinformazione per smontare l’ignobile campagna arrivata anche tra le comunità indiane, con la falsa immagine di una Meloni addolorata per la morte di Satnam Singh, con le sue promesse di interventi per la sicurezza. Proprio la Meloni, quella con le mani sporche del sangue indelebile dei bambini di Cutro, quella a capo di un governo che copre i padroni fascisti e sfruttatori!
E non è un caso che dalle operaie e operai si sia sentita la forte preoccupazione da tutte le loro fabbriche, per le condizioni non sicure in cui lavorano, un allarme che si è fuso con la rabbia e il dolore, per la morte atroce di Satnam Singh, assassinato da padroni che considerano la vita dei braccianti uguale a zero.
‘Basta scappare dall’India per venire a morire a Latina’ è diventata così una proposta per non disperdere questa bella assemblea, ‘organizzarci e lottare uniti a casa nostra’, contro questo sistema di sfruttamento, sostenere le lotte dei popoli oppressi, dall’India alla Palestina, perché il nostro internazionalismo è fare la nostra parte per rovesciare il governo fascista e imperialista della Meloni.
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