domenica 7 maggio 2023

pc 7 maggio - 300 in piazza con Firenze Antifascista per la chiusura del covo fascista di casa pound

Un corteo antifascista partecipato, militante, popolare, ha accerchiato la sede dei fasci di via Vanni, al quartiere Pignone. 

la testa del corteo in partenza dal concentramento

In 300 abbiamo manifestato, in testa Firenze Antifascista che ha portato in piazza giovani e giovanissimi assieme agli antifascisti del coordinamento antifascista del quartiere 4, assieme al collettivo di fabbrica GKN e realtà politiche, dal CPA a tanti altri compagni, in continuità con il movimento antifascista fiorentino del 25 Aprile a Santo Spirito che mantiene sempre vivo l’insegnamento della lotta partigiana nella Resistenza a Firenze che aveva posto l’obiettivo della chiusura del covo fascista come impegno da realizzare. 

i lati di via Vanni militarizzata

I fasci si sono insediati da novembre scorso, protetti dalle istituzioni cittadine e dallo Stato che gli manda una volante a presidio permanente del loro covo e tanti sbirri in tenuta antisommossa a difenderlo nel corso della manifestazione antifascista di ieri. I fasci di cp hanno aperto questo "Spazio identitario L'Indomabile" in un quartiere operaio e popolare, di immigrati, una provocazione per cui è

giusta e necessaria una risposta, proprio in questa città dove un militante di cp aveva assassinato lavoratori immigrati a piazza Dalmazia e dove dalle fogne sono usciti a picchiare gli studenti del liceo Michelangelo i topi neri. 


Non li vuole il movimento antifascista che si è mobilitato per la chiusura, non li vuole il quartiere che, nonostante la blindatura della polizia, ad un certo punto ha aperto un cancello elettronico del condominio alle spalle del covo che ha permesso al corteo di fare qualche passo in avanti verso di loro ma subito sbarrato da carabinieri e polizia.

Il corteo si è fermato a lungo all’inizio di via Vanni, in piazza Paolo Uccello lanciando slogan contro i fasci che si vedevano a qualche centinaio di metri, protetti dalla polizia. L’intervento di un compagno del coordinamento antifascista del quartiere ha unito l’antifascismo degli anni ’20, degli anni ’50, con quello di oggi, gli ha ricordato che non sono benvenuti al Pignone, quartiere operaio, proletario, antifascista, abitato negli anni '20 da renaioli e operai siderurgici della Berta (Fonderia delle Cure), che proprio qui, in Oltrarno, vicino al ponte, il figlio fascista del padrone è stato scaraventato giù, il Giovanni Berta, figlio del "pescecane" Giuseppe, inseguito, pestato e scaraventato giù in Arno dai compagni nel '21. Fu il primo fascista ucciso. Il compagno ha richiamato la memoria di quell’episodio cantando in faccia a loro e alla polizia che li proteggeva la canzone che faceva: “hanno ammazzato Giovanni Berta,/ figlio di pescecani/viva quel comunista/ che gli tagliò le mani.”

“hanno ammazzato Giovanni Berta,/ figlio di pescecani/viva quel comunista/ che gli tagliò le mani.”
davanti a via Vanni

Molti slogan dell’antifascismo anni ’70 (“camerata basco nero, il tuo posto è al cimitero”, “le sedi dei fascisti si chiudono col fuoco ma coi fascisti dentro sennò è troppo poco”) e altri assieme a quello che ricorda che il 25 Aprile non è una ricorrenza/ora e sempre Resistenza sostenuto dai giovanissimi antifascisti.

foto da Controradio

Tuttavia è ancora debole la denuncia della natura fascista del governo Meloni, nel nostro intervento con un volantino (e una locandina) come proletari comunisti abbiamo indicato la necessità di integrare la lotta per la chiusura dei covi fascisti alla lotta contro questo governo fascista che li copre e li protegge (vedi le ultime dichiarazioni del ministro Piantedosi, oltre la militarizzazione dello Stato a difesa dei covi), che li alimenta, il cui personale politico viene dalla stessa fogna di cp.

E questa, comunque, sarà la battaglia che continueremo a portare avanti assieme al movimento antifascista.


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