Dal convegno "Lavoro fabbrica di valori: percorsi per il tempo nuovo" tenutosi a Venezia
Bonomi, presidente della Confindustria: "Il taglio del cuneo fiscale previsto nel Dl Lavoro e' un segnale improntate me è solo un inizio; la vera sfida sara' rendere strutturale il taglio cuneo fiscale".
Risponde il sottosegretario Claudio Durigon: non vi preoccupate...: «questo decreto del lavoro non è una misura esaustiva, però abbiamo regolato alcuni aspetti che erano stati messi in condizione sbagliata come il reddito di cittadinanza. Abbiamo fatto sì che ci sia una distinzione tra le risposte alla povertà e le risposte alle persone che sono occupabili. Abbiamo rimesso al centro le agenzie per il lavoro che fanno un lavoro diverso dai centri per l’impiego... Abbiamo allargato le maglie del tempo determinato».
Bonomi incassa, chiede di più e dice al governo 'chi assumere lo decidiamo noi': «Il decreto Lavoro è l’inizio di un percorso... la vera sfida sarà il taglio strutturale del cuneo contributivo con la prossima legge di bilancio»; mentre non si dichiara soddisfatto degli sgravi per le assunzioni: «L’azienda decide a proposito dei profili professionali che servono e deve assumere, non è lo Stato che lo decide per legge. Io assumo chi mi serve, non assumo perché mi si dà lo sgravio".
E anche sul fronte immigrazione, Bonomi manda un messaggio al governo: noi la sapremmo
regolare, secondo i bisogni del capitale: "
L’immigrazione legata al lavoro è un tema che sarà centrale. In questo ci proponiamo come protagonisti perché abbiamo la capacità di individuare e creare competenze. Ma abbiamo bisogno che il Governo comprenda il ruolo che può avere in questa partita».
Pure sulla questione natalita' vi è collusione e contrasto col governo: "...bisogna far fronte all'inverno demografico... va affrontato seriamente, anche ragionando sull'immigrazione. L'Italia non può crescere con una demografia asfittica come la nostra".
Sul salario minimo, il governo deve lasciare in pace la Confindustria: Bonomi: "Non siamo noi a non volere il salario minimo", ma "basta attaccare l'industria. I salari bassi sono concentrati in alcune aree, commercio, cooperative, finte cooperative"... "i contratti di Confindustria sono tutti sopra i 9 euro lordi presi a riferimento".
Anche sulla flessibilita' operano meglio e prima i padroni. Piergiorgio Angeli, chief hr officer di EssilorLuxottica, ha sottolineato che : "...nel 2008... la somministrazione la abbiamo guardata con un po’ di sospetto. Era l’anno in cui noi stavamo per mettere fuoco alle polveri al nostro programma welfare. Il nostro obiettivo era la qualità del lavoro per migliorare la qualità della vita e per raggiungerlo avevamo scelto la via di un’origine negoziale del nostro welfare... Col tempo si sono evolute anche le relazioni con le società di somministrazione, fino a diventare vere e proprie partnership». Aggiunge il manager Luigi Brugnaro. «Le grandi soddisfazioni sono state quando i nostri lavoratori entrati con un contratto di un mese, poi confermato per 6, sono diventati a tempo indeterminato, scalando i diversi gradini, secondo un’idea di meritocrazia americana. La cultura del lavoro è la vera cultura della democrazia.
E il riferimento è il "pacchetto Treu", che avviò la precarieta' strutturale, con il lavoro interinale, cioè temporaneo, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, il contratto a progetto, il tirocinio formativo, una forma che malamente nasconde un normale sfruttamento per il lavoratore e lavoro gratis per le aziende.
Infine, per i collocamenti, che il privato sostituisca il pubblico: "I centri pubblici intermediano solo il 3%, sono un fallimento. In una riforma delle politiche attive perchè non pensare di mettere in gara le risorse, coinvolgendo i privati".
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