mercoledì 10 maggio 2023

pc 10 maggio - La lotta di classe in Francia - un primo maggio importante a Lione - un articolo dei compagni de 'La cause du peuple'

 la cause du peuple -

Lione: Perché questo Primo Maggio è stato storico?

07/05/2023


Il 1° maggio  2023 è stato particolarmente significativo. In primo luogo, la mobilitazione è stata particolarmente importante. Se la prefettura minimizza le cifre, secondo i sindacati c'era ancora più gente in strada che il 1° maggio  2002, quindi in un contesto eccezionale. A Lione, secondo la CGT, sono sfilate in corteo 45.000 persone tra cui un enorme "black block" di diverse migliaia di persone, a sua volta parte di un corteo combattivo che rappresentava forse un terzo della manifestazione. Non è l'unica città in cui la mobilitazione combattiva è stata così seguita.


A Lione, la prova è che le masse si sono impadronite della combattività. Abbiamo visto attivisti rivoluzionari al centro del corteo combattivo, graffiti antimperialisti a sintetizzare la rabbia delle masse sotto forma di cartelli e striscioni che sono stati attaccati sui muri, e sono stati portati messaggi di sostegno internazionalista, specialmente intorno alla liberazione nazionale della Palestina.

Ma sono soprattutto le masse che hanno mostrato un livello più alto di impegno.

In primo luogo, va notato: la gioventù studentesca radicale non è più sola. In effetti, molti giovani, studenti delle scuole superiori, apprendisti, dei quartieri o politicizzati dai gilet gialli, i giovani del cuore della classe operaia in breve, si sono uniti ai cortei combattivi. Questa è la verità assoluta, descritta dal presidente Gonzalo: è la violenza organizzata che unisce le masse alla rivoluzione. Senza violenza, non ci può essere organizzazione delle masse per la rivoluzione. Abbiamo anche visto nei cortei combattivi molti sinceri attivisti di organizzazioni politiche o sindacali, comprendere bene che è necessario “andare oltre”. Infine, gli scontri hanno assunto un carattere sistematico. Una manifestazione senza scontri è sempre più vista come un'escursione poco interessante nel centro della città.


Il corteo annegato sotto i gas lacrimogeni. Fonte: Nuova Banca Immagini Epoque

Molte persone tra le masse hanno "ufficialmente" condannato la violenza; per poi confessare di essersi serviti nei negozi svaligiati, di essere stati contenti di vedere la polizia in difficoltà, o ancora che le agenzie interinali e le banche messe sottosopra offrivano loro un sentimento di "vendetta". Abbiamo visto donne dei quartieri popolari, giovani apprendiste, operaie e operai entrare massicciamente nel blocco di testa, venire a sostenere i giovani combattivi. Per quale motivo? Perché le masse sanno benissimo che solo la violenza fa nascere la storia, che ogni mobilitazione è solo un modo per sostenere coloro che esercitano la violenza, cioè il Fronte Unico in formazione.

Questa consapevolezza che la violenza è l'arma degli oppressi e dei ribelli è paradossalmente diffusa e acuta, anche all'interno dell'immensa massa di lavoratori bloccati nel riformismo nauseante della NUPES o peggio ancora nelle concezioni fasciste del FN. A Lione abbiamo visto che la frazione avanzata delle masse era consapevole di questa realtà. Certo, si tratta "solo" di poche migliaia di persone preparate, e forse 3 o 4 volte più combattive. Ma comunque. Questa forza è immensa. Organizzata, politicizzata e guidata, questa forza può fare di Lione un bastione della Rivoluzione. Tanto più che i quartieri popolari, i quartieri operai, dove si concentrano le masse più povere, non sono ancora entrati nella lotta e aspettano solo di essere organizzati, politicizzati e guidati.

Quella del 2002 è stata una manifestazione pacifica, oggi gli scontri, se rimangono di fatto simbolici e sono rimasti confinati in un quadro gestibile dal potere borghese, sono stati particolarmente violenti e massicci. I giovani hanno guidato la lotta, naturalmente, ma con loro abbiamo visto attivisti di organizzazioni opportuniste sostenerli con tutto il cuore, comprendendo che solo la lotta combattiva poteva avere successo. Abbiamo visto madri di famiglia, pensionate, lavoratori anziani, stare nel corteo combattivo, per sostenere la gioventù radicale. Anche nelle dirette dei monopoli borghesi dell’informazione come BFMTV, abbiamo potuto vedere "lavoratori onesti" sostenere apertamente la violenza!

Infine, vediamo il congiungimento, l'unità della gioventù proletaria più avanzata e della gioventù studentesca più combattiva. Lo slogan rivoluzionario "Lavoratori – Studenti: unite vinceremo!" si materializza nei fatti.

Ciò solleverà nuove domande. Le manifestazioni inquadrate nel centro della città hanno ancora senso quando le masse vogliono bloccare, affrontare i lacchè del potere? Gli opportunisti si esercitano a parlare di una strategia inefficace. Potrebbero affermare che, poiché la tattica del black block nelle manifestazioni del centro non è quella più rilevante, allora qualsiasi violenza spontanea delle masse è irrilevante.

Ma, l'arrivo delle frazioni avanzate della classe operaia nel movimento rivoluzionario spazzerà via anche tutte le false domande e le deviazioni del postmodernismo, spazzerà via anche il revisionismo rancido e pacificatore. La questione di come cambiare le cose, come vincere, cioè la questione della strategia rivoluzionaria, dell'organizzazione all'interno di nuovi quadri, è posta alle masse. Che rispondono con combattività, abnegazione.

I rivoluzionari organizzati e le masse sono stati all'altezza della manifestazione del 1° maggio, al livello del movimento contro la riforma delle pensioni, al  livello richiesto dalla situazione pre-rivoluzionaria. A Lione come altrove, il 1° maggio è stato esplosivo e rivoluzionario. La combattività dei rivoluzionari, delle masse, delle organizzazioni di classe è stato un giorno nero per la borghesia, e allora, che lo sia sempre perché il futuro è luminoso!

 

Lyon: Pourquoi ce premier mai était historique ?

Le 1er mai 2023 a été particulièrement marquant. D’abord la mobilisation a été particulièrement importante. Si la préfecture minore les chiffres, selon les syndicats il y avait encore plus de monde dans la rue que le 1er mai 2002, alors dérouulé dans un contexte exceptionnel. A Lyon, selon la CGT, ce sont 45 000 personnes qui ont défilé dont un immense ‘’black block’’ de plusieurs milliers de personnes, lui-même part d’un cortège combatif qui représentait peut-être le tiers de la manifestation. Ce n’est pas la seule ville où la mobilisation combative a été aussi suivie.

A Lyon, l’évidence c’est que les masses se sont saisies de la combativité. Nous avons vu les activistes révolutionnaires au cœur du cortège combatif, des graffitis anti-impérialistes et synthétisant la colère des masses sous forme de tags et de banderoles ont été lues sur les murs, et des messages de soutien internationaliste ont été portés, en particulier autour de la libération nationale de la Palestine.

Mais ce sont surtout les masses qui ont montré un niveau supérieur d’engagement.

D’abord, il faut le constater : la jeunesse étudiante radicale n’est plus seule. En effet, de nombreux jeunes, lycéens, apprentis, issus des quartiers ou politisés par les gilets jaunes, les jeunes du cœur de la classe ouvrière en somme, ont rejoint les cortèges combatifs. C’est la vérité absolue, décrite par le Président Gonzalo : c’est la violence organisée qui agrège les masses à la révolution. Sans violence, pas d’organisation des masses pour la révolution. Nous avons vu également dans les cortèges combatifs de nombreux militants sincères d’organisations politiques ou

syndicales, voyant bien qu’il faut aller « plus loin ».
Enfin, les affrontements ont pris un caractère systématique. Une manifestation sans affrontements est de plus en plus considérée comme une randonnée en centre-ville sans intérêt.

Le cortège noyé sous les gazs lacrymogènes. Source : Banque d’image Nouvelle Epoque

De nombreuses personnes des masses ont condamnés « officiellement » les violences ; pour ensuite avouer qu’elles s’étaient servies dans les magasins dévalisés, qu’elles étaient heureuses de voir la police en difficulté, ou encore que les agences d’intérim et banques retournées leur offrait un sentiment de « revanche ». Nous avons vu des femmes des quartiers populaires, des jeunes apprentis, des ouvriers et ouvrières entrer massivement dans le bloc de tête, venir soutenir la jeunesse combative. Pourquoi ? Parce que les masses savent très bien que seule la violence accouche l’histoire, que toute mobilisation n’est qu’une façon de soutenir ceux qui exercent la violence, c’est-à-dire le Front Unique en formation.

Cette conscience que la violence est l’arme des opprimés et des révoltés est paradoxalement à la fois diffuse et aigue, même au sein de l’immense masse ouvrière coincée dans le réformisme nauséabond de la NUPES ou même pire dans des conceptions fascistes du FN.
A Lyon, nous avons vu que la fraction avancée des masses était consciente de cette réalité. Bien sûr, ce ne sont « que » quelques milliers de personnes préparées, et peut être 3 ou 4 fois plus de personnes combatives. Mais tout de même. Cette force est immense. Organisée, politisée et dirigée, cette force peut faire de Lyon un bastion de la Révolution. D’autant que les quartiers populaires, les quartiers ouvriers, où se concentrent les masses les plus pauvres, ne sont pas encore entrés dans la lutte et ne demandent qu’à être organisées, politisées et dirigées.

2002 était une manifestation pacifique, aujourd’hui les affrontements, s’ils restent de fait symboliques et sont restés cantonnés dans un cadre gérable par le pouvoir bourgeois, ont été particulièrement violents et massifs. Des jeunes ont menés la lutte, bien sûr, mais avec eux, nous avons vu des militants d’organisations opportunistes les soutenir de tout leur cœur, comprenant que seule la lutte combative pouvait aboutir. Nous avons vu des mères de famille, des retraités, des travailleurs agés, se porter dans le cortège combatif, pour soutenir la jeunesse radicale. Même dans les directs des monopoles bourgeois comme BFMTV, nous avons pu voir des « honnêtes travailleurs » soutenir ouvertement la violence !

Enfin, nous voyons la jonction, l’unité de la jeunesse prolétaire la plus avancée et de la jeunesse étudiante la plus combative. Le slogan révolutionnaire « Ouvrier – Etudiants : unis-nous vaincrons ! » se matérialise dans les faits.

Cela posera de nouvelles questions. Les manifestations encadrées de centre-ville ont elle encore un sens quand les masses veulent bloquer, affronter les laquais du pouvoir ? Les opportunistes ont beau jeu de dénoncer une stratégie inefficace. Ils peuvent prétendre que, parce que le black block dans les manifs de centre-ville n’est pas la tactique la plus pertinente, alors toute violence spontanée des masses n’est pas pertinente.

De plus, l’arrivée des fractions avancées de la classe ouvrière dans le mouvement révolutionnaire va également balayer toutes les fausses questions et diversions du post modernisme, balayer également le révisionnisme rance et pacificateur. La question de comment changer les choses, comment gagner, c’est-à-dire la question de la stratégie révolutionnaire, de l’organisation dans des cadres nouveaux, se pose aux masses. Qui y répondent par la combativité, l’abnégation,

Les révolutionnaires organisés et les masses été a la hauteur de la manifestation du 1er mai, à la hauteur du mouvement contre la réforme des retraites, au niveau que la situation pré-révolutionnaire exige. A Lyon comme ailleurs, le 1er mai aura été explosif, et révolutionnaire. La combativité des révolutionnaires, des masses, des organisations de classe a offert une journée noire pour la bourgeoisie, lors, qu’ils le soient toujours car le futur est radieux !

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