martedì 9 maggio 2023

pc 9 maggio: ODIO AL GOVERNO MELONI, LA POSIZIONE DI CLASSE DEI LAVORATORI AL CORTEO DI MILANO, CONTRO IL DECERETO CUTRO

 

Un migliaio in piazza a Milano, domenica per una doverosa contestazione del decreto Cutro, ma ancora lontana, nelle forme, nelle obiettivi, nei numeri, dalla mobilitazione necessaria contro il razzismo istituzionale ostentato fino a chiamare un provvedimento con il nome di una strage, a rivendicare la sorte dei 94 mandati a picco quella notte di febbraio.

Praticamente assenti le diverse anime del ‘movimento’ milanese.

Apre il corteo lo striscione ‘nessuna persona è illegale’, seguito da Emergency. Tra i manifestanti un gruppo di immigrati dal Sudan con cartelli ‘stop the war in Sudan’ e un gruppo di profughi tunisini che denuncia la corruzione, la repressione, la miseria dalla quale sono fuggiti. Come a dire il ruolo e gli interessi dell’imperialismo, e dell'imperialismo italiano nell’area, tra addestramenti alle milizie assassine, aiuti militari, accordi commerciali, a caccia di risorse energetiche e manodopera.

Ma tutte le istanze portate nella manifestazione, dai profughi come dai legali dell’Asgi, piuttosto che dai lavoratori immigrati delle cooperative o dal mondo antirazzista e delle associazioni, ci parlano del razzismo di Stato, che richiede una risposta di ribellione e di lotta al governo fascio razzista della Meloni e a tutti i suoi odiosi provvedimenti.

La risposta che ancora non c'è, può avanzare anche in queste manifestazioni, i cartelli, gli interventi al megafono (riportati sotto) la significativa assemblea costruita alla fine del corteo con gruppi di immigrati, ne sono un segnale. 

 Il parlamento nero Meloni, Piantedosi, ha aperto una guerra contro i nostri fratelli e sorelle immigrati, noi siamo per l’unità dei proletari perché dobbiamo farla finita con questo sistema che genera razzismo guerra fascismo

Il governo Meloni non è un governo di destra, è un governo fascista che marcia verso la dittatura aperta

dei padroni, che ha l’odio verso gli immigrati, gli operai, i poveri, veerso chi non riesce ad arrivare a fine mese. Per questo noi dobbiamo aumentare l’odio contro questo sistema, questa classe, questo pugno di persone che ci schiaccia tutti i giorni, che diventa sempre più ricco, mentre nessuno riesce ad arrivare a fine mese, e non c’è un lavoro dignitoso.

E’ per questo che siamo qui in piazza oggi, è l’imperialismo il problema, questo sistema di produzione fondato sull’appropriazione da parte di poche persone, della ricchezza di milioni di lavoratori.

E’ questo sistema in crisi che produce le guerre imperialiste e tratta gli immigrati come prigionieri di guerre e li vuole morti. Non c’è nessuno spazio nel parlamento nero, bisogna riprendere la lotta, nelle fabbriche e nei quartieri, l’unità dei proletari, perché il proletariato non ha nazione, dobbiamo fare la nostra guerra degli sfruttati contro gli sfruttatori, se vogliamo cambiare veramente questa situazione.

 
 
 


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