MAGAZZINI DELLA LOGISTICA, UNA FACCIA DEL SISTEMA CAPITALISTA E DEL FASCISMO PADRONALE IN TUTTO E PER TUTTO, DAI CONTRATTI, ALLE CONDIZIONI DI LAVORO, ALLA REPRESSIONE.
Una nuova e pesante carica con almeno quattro feriti, lunedì 8 maggio a Pieve Emanuele, magazzino Coop, ai lavoratori in sciopero e blocco da 5 giorni, con Si Cobas e Cisl.
La repressione dei meschini uomini in divisa, con scudi come arieti e i manganelli sui lavoratori che difendono il picchetto con coraggio, quella ufficiale delle forze dell’ordine, anche questa volta è arrivata. Al servizio dei padroni, Coop compresa, a difesa dell’ordine di produzione, che il nero governo Meloni ha in programma di eseguire con la massima fermezza in parlamento come nelle questure.
Dopo giorni di aperte provocazioni e minacce degli squadristi padronali, dei servizi di sicurezza interni, contro i lavoratori che da cinque giorni tenevano il blocco del magazzino Coop, fino ai due attacchi diretti al picchetto nella stessa mattinata di lunedì, che hanno preceduto lo sgombero di carabinieri e polizia.
Repressione privata e pubblica, per un sistema, quello della logistica, che ha un altro punto di forza negli appalti regolamentati dal CCNL Merci Logistica di Cgil Cisl Uil, che da una base formale al
controllo aziendale sui lavoratori. Ogni articolo è scritto per demolire il diritto dei lavoratori, in tema di orario, flessibilità, salario, diritti sindacali, diritto al posto di lavoro sempre a rischio per cambio appalto.Nella lotta i lavoratori Coop si oppongono anche ai regolamenti interni. Utile ricordare un art del CCNL che hanno firmato per i padroni i servi confederali di Cgil Cisl Uil:
Gli articoli citati vanno dall’assunzione, ai trasferimenti, alla sospensione del lavoro, dai licenziamenti ai contratti a tempo determinato, alla flessibilità. Oltre a quanto le assemblee dei soci, gestite con i capi che rastrellano le deleghe, con convocazioni fumose... hanno comunque il potere di deliberare.
A Pieve i lavoratori non mollano, la repressione alimenta la rabbia e ravviva il fuoco delle lotte, la forza organizzata dei facchini con il Si.Cobas non si ferma davanti ad una carica. Ma le lotte, comprese le importanti lotte dei lavoratori della logistica, esempio generale di combattività e resistenza in questi anni, richiedono unità concreta tra le lotte, oltre la singola vertenza, la singola sigla sindacale, dentro lo scontro aperto che oggi è con il governo fascista Meloni, che deve garantire i profitti ai padroni al tempo della crisi e della guerra imperialista.
Di seguito il comunicato SI Cobas
[COOP] Grave attacco contro i lavoratori Clo in sciopero a Pieve (MI).
Dopo gli sgherri, i carabinieri: il picchetto continua
Maggio 8, 20230
DOPO GLI SGHERRI, I CARABINIERI LA LOTTA CONTINUA
Stamane si è verificato uno sgombero brutale del presidio dei lavoratori Clo presso il magazzino della Coop di Pieve Emanuele (MI), da parte di reparti di carabinieri in antisommossa, in sciopero da 5 giorni per rivendicare -al di lá della propaganda su “principi etici” e “valori solidali” di Coop e Clo – l’applicazione integrale del Ccnl di categoria (con il riconoscimento dei corretti livelli d’inquadramento), l’avvio di una trattativa migliorativa del Ccnl per il riconoscimento di un ticket mensa e il rispetto della dignitá e delle libertà sindacale dei lavoratori.
Almeno 4 i feriti tra i lavoratori, rendendo urgente l’intervento delle ambulanze davanti al magazzino per dare soccorso alle ennesime vittime della violenza antioperaia.
Giá di primo mattino, dai cancelli Coop erano iniziate intollerabili provocazioni da parte di alcuni autisti (probabilmente fomentati e mandati dai responsabili della cooperativa) che spalleggiati da personaggi esterni al magazzino (guardie private “body-guard” assoldati per fare il “lavoro sporco”) hanno ripetutamente provato ad attaccare i lavoratori in sciopero: tentativi tutti rispediti al mittente, grazie all’unità e alla determinazione determinazione dei lavoratori in lotta che han dimostrato di saper rispondere a sangue freddo alla violenza padronale.
Ora, dopo 5 giorni di sciopero ai cancelli del magazzino Coop i lavoratori continuano la lotta anche resistendo alla violenza delle forze dell’ordine che, come sempre, intervengono provando a rompere il fronte operaio per difendere la proprietà privata e ristabilire l’ordine della “pace sociale” a garanzia di sfruttamento e profitti.
Scene dure ma sginificative, che rimandano agli scioperi del 2019 e 2020 a Tortona (AL) e Siziano (PV) dei lavoratori del magazzino Coop di di Rivalta Scrivia (AL), dove la Clo – che si autorappresenta come cooperativa “di sinistra” attenta ai bisogni dei dipendenti – già si era resa protagonista di attacchi inaccettabili contro gli operai che rivendicano miglioramenti di vita e lavoro, mettendo in campo sia una rappresaglia interna con centinaia di lettere di contestazione e licenziamenti di massa, sia prove di sfondamento dei picchetti con utilizzo di squadracce di sgherri e crumiri per intimidire scioperanti e solidali.
Oggi, l’azienda usa la stessa violenza antioperaia dal magazzino di Pieve Emanuele – nel silenzio assordante del committente Coop che con arroganza padronale “lascia fare” di fronte a simili gravi fatti con la scusa del gioco degli appalti – dove padroncini, crumiri, guardie private “bodyguard” e forze dell’ordine tentano di spezzare la coraggiosa resistenza dei lavoratori.
A queste richieste si è risposto con violenza, forzature, ricatti e vere e proprie intimidazioni mafiose, dato che venerdí scorso, durante la seconda giornata di sciopero, sono stati addirittura esplosi dei colpi di pistola in aria (da parte di “ignoti”) puntando a spaventare i lavoratori.
Queste le azioni e questo il clima contro la lotta dei lavoratori.
Seguiranno aggiornamenti durante la giornata, intanto il sindacato afferma con forza la necessità di rilanciare la lotta e le mobilitazioni per sostenere tutti i lavoratori in lotta.
TOCCANO UNO
TOCCANO TUTTI
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