La realta’ è più forte delle nostre titubanze, confusioni o opportunismi; la realta’ sta dando fiducia al lavoro dei comunisti, che sono chiamati a fare un “cambio di passo”, anche perchè questo è in sintonia con la realta’. In questi mesi ci troviamo di fronte al fatto che se i comunisti non fanno un cambio di passo è come se loro sono arretrati rispetto alle necessita’, mentre se osano non solo c’è una risposta in termini di partecipazione, ma di convinzione, di unita’.
I comunisti devono combinare una combattivita’, determinazione, chiarezza di parole d’ordini, di linea, di responsabilita’ di direzione, con la capacita’ di organizzare nella lotta un fronte unito, più avanzato.
Questo è anche il frutto di una lotta verso linee, parole d’ordini, pratiche sbagliate o non in sintonia con
la fase.Certo, la partecipazione è ancora ridotta da parte dei lavoratori, delle fabbriche alle manifestazioni politiche, ma da parte dei comunisti non si può rispondere scadendo nell’economismo, per cui, pur a volte partendo da una giusta denuncia politica si finisce sempre e solo alle rivendicazioni sindacali.
Il 1 Maggio alle fabbriche, proletari comunisti ha diffuso un volantino non semplice, che conteneva una Dichiarazione generale di Partiti e Organizzazioni marxiste leniniste maoiste di 4 continenti; lo lo ha diffuso spiegando agli operai perchè quel volantino era importante, perchè era diffuso e letto contemporaneamente da operai della Francia, come del Nepal, dell’India come dell’Italia, del Bangladesh, come della Colombia, della Galizia, ecc. ecc., rendendo concrete le parole di Marx “proletari di tutto il mondo unitevi!”, “gli operai non hanno nazionale”. E gli operai lo venivano a chiedere, se lo riponevano in tasca per leggerlo con calma.
Certo, alle fabbriche la situazione è ancora difficile dal punto di vista della lotta di classe; non c’è ancora una trasformazione. Però siamo in una fase in cui comincia a essere matura la situazione perchè possano affermarsi parole d’ordine, lavoro, linea, ideologia comunista. Questo incoraggia. Come incoraggia il vento della Francia che, come è stato nel passato, può anticipare il vento in Italia.
2 questioni sono centrali in questa attuale azione dei comunisti: la questione della lotta contro questo governo, contro il moderno fascismo, e la questione della guerra inter imperialista.
Sono questioni su cui i comunisti mlm hanno la linea giusta, gli altri hanno la linea confusa o nettamente sbagliata. Questo da un lato ci da forza, maggiore fiducia che il “cambio di passo” è necessario e possibile; ma dall’altro ci da una responsabilita’. La responsabilita’ soprattutto nelle fila degli operai, dei lavoratori d’avanguardia di combattere l’economicismo.
La denuncia e la propaganda politica, la formazione teorica sulle questioni centrali della guerra di classe devono essere costanti tra i proletari. E’ chiaro che non è semplice, perchè i comunisti si devono legare agli operai, parlare e orientare, organizzare le lotte sulle questioni quotidiane che toccano direttamente il lavoro, la vita dei proletari, ma nello stesso tempo devono portare la propaganda politica, la teoria rivoluzionaria, non come corpo estraneo, dall’alto o una tantum, ma come attivita’ costante.
Questo è altro da quello che fanno alcune forze che si dicono comuniste/rivoluzionarie; con cui sembra anche che all’inizio diciamo le stesse cose, per esempio sulla guerra imperialista, ma poi alla fine diciamo cose opposte e facciamo cose opposte. Per costoro “tutti i salmi finiscono in gloria”. Loro, per esempio, possono pur partire dalla denuncia dell’imperialismo a livello mondiale, della guerra, e poi... vanno a finire solo sulla questione del carovita. E qui, diremmo, che “casca l’asino”. Qui il vecchio/nuovo bordighismo (contro cui Gramsci ha fatto una lotta dura) e l’economicismo si danno la mano. Con l’economicismo tutta la denuncia politica finisce all’ultima rivendicazione sindacale, non ad elevare la comprensione e la lotta più generale, con il bordighismo “ti metti l’animo in pace”: hai fatto la bella analisi, però poi questa non diventa carne e sangue dell’azione delle masse.
Mai come ora è necessario tener presente ciò che dice Lenin: senza distruzione non c’è costruzione. Ai comunisti tocca che alla linea giusta devono quasi simultaneamente far corrispondere la critica, la lotta alle posizioni non giuste e dannose, combattendo anche le “sfumature”.
Nessun commento:
Posta un commento