giovedì 18 maggio 2023

pc 18 maggio - Serve una manifestazione nazionale contro la guerra imperialista, ma come e su quale linea - Un contributo

I viaggi di Zelensky in Italia, e poi in Francia, Germania, per chiedere sempre più armi e sostegno alla guerra, con l'appoggio sempre più convinto del governo Meloni e delle industrie belliche italiane, governo che cerca di avere più peso nel fare il servo dei servi della Nato e degli Usa (su questo sentire "ORE 12" https://proletaricomunisti.blogspot.com/2023/05/pc-15-maggio-ore-12-controinformazione.html) conferma la necessita' di una mobilitazione nazionale nel nostro paese contro la guerra inter imperialista, contro il nostro imperialismo.

Avevamo raccolto come utile l'appello per una manifestazione nazionale a giugno fatto dai lavoratori portuali di Genova del Calp, gia' protagonisti di mobilitazioni contro l'invio delle armi e di una precedente manifestazione, ma purtroppo nella riunione telematica del 13 maggio sono prevalsi impostazioni negative per due principali ragioni: l'iniziativa è stata totalmente presa in mano della direzione nazionale del Usb, scippandola da una mobilitazione che partisse, come era giusto, dai lavoratori e si rivolgesse in maniera orizzontale alle altre realta' proletarie, sindacali di base, sociali, territoriali, di opposizione alla guerra e al ruolo del governo italiano; le ragioni di questa manifestazione sono diventate un elenco della "spesa" che invece che rendere più contundente la mobilitazione la attenuano, rendendola una delle solite mobilitazione su tutto e il contrario di tutto che non incidono nello scontro di classe, politico, quanto mai necessario.

Per questo, la realta' pone questa necessita', ma siamo ancora lontani da concretizzarla.

Un altro aspetto che invece di contribuire alla lotta contro la guerra imperialista, e all'elevamento della

coscienza politica dei proletari e delle masse, la abbassa, con la falsa idea di è la deriva economicista di questa lotta, che ha la sua principale manifestazione nel legare la lotta contro la guerra solo o innanzitutto alle sue ricadute sulle condizioni delle masse nel nostro paese, e in particolare, alla lotta contro il carovita. 

Il carovita ci sarebbe stato anche senza la guerra. L’incidenza della guerra sul carovita è di una piccola percentuale. Il carovita dipende dal capitalismo. E' il capitalismo che trasforma anche la guerra imperialista in guerra ai salari, in difesa dei profitti, scarico della crisi sui lavoratori. Ma come trasforma tutto, come trasforma l’economia green in taglio all'occupazione, occupazione dei territori, sfruttamento; come trasforma anche "l'andare ad aiutare i popoli” in neo colonizzazione dei paesi oppressi dall'imperialismo e in taglio dei salari ai lavoratori italiani, ecc. ecc.

Quindi la lotta contro la guerra in corso non è la lotta contro il carovita, ma lotta contro una guerra che produce morti e distruzioni, impoverimento per noi e profitti per loro; una lotta che chiama all'unita' dei proletari contro i governi della guerra. 

Queste posizioni e chi le porta avanti vanno contrastate, anche perchè a fronte di una chiara critica cambino. Per unirci occorre lottare nelle fila del sindacalismo di base e di classe, della sinistra rivoluzionaria, come nelle fila del movimento operaio e delle lotte di massa, affinchè in questa lotta, chiarezza il polo rosso si rafforzi, il polo opportunista, economicista si indebolisca, e la lotta contro la guerra imperialista, il nostro governo non diventi solo e soltanto una innocua manifestazione del sabato, ma una reale battaglia antimperialista, anticapitalista.

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