mercoledì 17 maggio 2023

pc 17 maggio - Piantedosi in Tunisia - una visita su migranti e affari dell'imperialismo italiano - corrispondenza e commento

Ha avuto scarsissimo rilievo sulla stampa locale che ne ha dato notizia solo con piccoli trafiletti su agenzie online a visita terminata.

A differenza dei media italiani, quelli tunisini riportano esclusivamente la proposta  al momento velleitaria di KS di organizzare una Conferenza Internazionale sulle migrazioni.

L'ambasciata d'Italia in Tunisia ha rigirato ieri il messaggio del viminale con foto: "L’obiettivo comune di rafforzare la cooperazione tra #italia 🇮🇹 e #tunisia 🇹🇳 sul piano della sicurezza e del contrasto ai trafficanti di esseri umani. Questo il tema al centro dei colloqui durante la visita del Ministro #Piantedosia #Tunisi, dove è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, Kais Saied, e ha incontrato il Ministro dell’Interno, Kamel Fekih".

Il reportage più completo è quello di Agenzianova, mentre l'articolo di Matteo Garavoglia sul Manifesto è il migliore, incollo qui un suo commento personale con nota a margine pubblicata sulla sua pagina fb. 

Piantedosi è in Tunisia per riaffermare il primato degli interessi italiani in Tunisia, a spese dei migranti e nel contesto delle contraddizioni interimperialiste Italia-Francia in Nord Africa.

Commento di Matteo Garavoglia:

Incontri di Stato di qualche ora, mesi di lavoro per capire effettivamente i termini degli accordi raggiunti tra finanziamenti diretti e forniture per il controllo delle frontiere. Ultimamente i rapporti diplomatici tra Italia e Tunisia si possono riassumere così.
Non fa eccezione la visita di ieri del ministro degli Interni Matteo Piantedosi a Tunisi per incontrare il suo omologo Kamel Fekih e il presidente della Repubblica Kais Saied.
Al centro delle discussioni la conferma del sostegno di Roma a favore delle autorità del piccolo Stato nordafricano e l’impegno italiano nel continuare ad appoggiare le operazioni della Guardia costiera tunisina in mare e non solo.
Sono passate poche settimane dall’annuncio del ministro degli Esteri Antonio Tajani per sbloccare 10 milioni di euro in termini di forniture alla Tunisia. I dubbi da parte della società civile sono sempre gli stessi: funziona un modello basato solamente sulle intercettazioni in un momento storico dove nel paese stanno crollando le minime strutture economiche? Negli ultimi mesi il ministero degli Interni tunisino è tornato alla ribalta per il suo ruolo nella repressione dei più basilari diritti civili e sociali, è opportuno continuare a finanziare un’istituzione che ha mostrato più di una crepa e che non gode della fiducia (per usare un eufemismo) della popolazione?

Nota a margine: spesso queste visite vengono raccontate per dimostrare che queste forniture sono scarse e che bisogna continuare ad appoggiare a oltranza le autorità tunisine per bloccare la rete dei trafficanti che opera in Tunisia. Il punto è che dal 2020 a oggi abbiamo già speso 27 milioni di euro per la rimessa in efficienza di sei imbarcazioni della guardia costiera tunisina, oltre alla fornitura di almeno 100 pick-up, mini bus per il trasporto dei detenuti e altri sistemi di controllo terrestre. All’interno del progetto The Big Wall di ActionAid in collaborazione con IrpiMedia, insieme ad Arianna Poletti stiamo continuando a monitorare una linea di finanziamento tra il ministero degli Esteri, quello degli Interni tunisino e l’agenzia delle Nazioni Unite Unops (si legge qui: https://bit.ly/42XqZA1). E, per ogni annuncio ufficiale, ci vogliono mesi di domande, mancate risposte e di accessi agli atti che spesso prendono molto tempo prima di capire il totale di questi aiuti. Da qui una domanda: perché semplicemente non rendere pubblici e fruibili questo tipo di documenti se l’obiettivo finale è solo di appoggiare una lotta totale ai trafficanti del mare?

Nessun commento:

Posta un commento